Fonte: periodico "Terra e Vita"
Articolo a cura di Francesco Corvi
Siamo nel vivo della difesa anticrittogamica del vigneto.
Il criterio che sta alla base della lotta contro la peronospora è quello della "prevenzione", ossia della corretta gestione delle infezioni primarie.
Queste si sviluppano quando si verifichino contemporaneamente le seguenti condizioni:
- presenza di oospore mature, gli organi di conservazione del patogeno che si sono formati all'interno delle foglie cadute al suolo durante la stagione autunnale;
- prontezza della germinazione delle oospore in funzione delle precipitazioni nei mesi precedenti la ripresa vegetativa;
- recettività degli organi vegetativi (germogli di almeno 8-10 cm) condizioni climatiche (temperatura e piovosità) adeguate.
Copertura o sistemici?
I fungicidi antiperonosporici oggi disponibili sono numerosi ed efficaci in diverse condizioni climatiche, ma per massimizzarne l'attività è fondamentale impiegarlo in funzione delle loro caratteristiche:
- nel periodo che precede la fase dei bottoni fiorali separati sono consigliati i prodotti di copertura a base di mancozeb, metiram o rame quando esiste un basso rischio di infezione: per contro con andamento climatico perturbato è opportuno impiegare quelli endoterapici a base di cimoxanil, caratterizzato da una persistenza limitata, o a base di dimetomorf iprovalicarb, mandipropamid, zoxamide, piraclostrobin, ciazofamid, più persistenti.
Per alcuni di questi la capacità più più o meno spiccata di penetrare nei tessuti è abbinata alla proprietà di rimanere in parte all'esterno grazie all'affinità per le cere cuticolari in cui possono ridistribuirsi sottraendosi all'azione dilavante delle piogge;
- da inizio della fioritura ad allegagione offrono ottima garanzia protettiva quelli dotati di maggiore capacità di penetrazione e mobilità lungo la corrente linfatica, ovvero i sistemici fluopicolide, metalaxil-m, fosetil-Al, fosfonato di potassio e oxathiapiprolin.
Quest'ultimo oltre che sistemico e translaminare è in grado di legarsi in parte alle cere cuticolari e sottrarsi all'azione dilavante della pioggia che cade dopo il trattamento. Un ulteriore aspetto alla base della difesa antiperonosporica è quello che riguarda la necessità di abbassare il rischio di sviluppo della resistenza da parte del patogeno, che accomuna la maggior parte dei moderni fungicidi. Pertanto nella scelta dei formulati occorre, in primo luogo limitare l'uso ripetuto di molecole monosito, caratterizzate dal medesimo meccanismo di azione.
Vite
Avversità | Principio attivo (%) | Dose g-ml/hl |
Peronospora (Plasmopara viticola) | Solfato tribasico Cu 15,2 | 300-400 |
Mancozeb 75 | 200 | |
Metalaxil-M + Mancozeb 64 | 250 | |
Fosetil-Al 66,67 + Fluopicolide 4,44 | 225-300 | |
Cimoxanil 2,8 + Zoxamide 3,6 + Fosetil Al 35 | 400-500 | |
Mandipropamide 5,59 + Dithianon 22,3 | 140-200 | |
Oxathiapiprolin 10,1 + Zoxamide 21,8 | (0,2+0,625) l/ha | |
Odio (Erysiphe necator) | IBS (*) | 10-125 |
Trifloxystrobin 50 | 12,5-15 | |
Metrafenone 42,37 | 20-25 | |
Fluxapyroxad 26,5 | 150 ml/ha | |
(*) Penconazolo, Tebuconazolo, Difenoconazolo, Tetraconazolo, Miclobutanil, Propiconazolo |
Oidio, chi ben comincia...Le caratteristiche biologiche ed epidemiologiche dell'Oidio della vite, unite alla difficoltà di individuare i primi centri di infezione,sono spesso un ostacolo alla realizzazione di razionali criteri di intervento. Ciò induce ad impostare una difesa di tipo "preventivo-cautelativo" ma spesso non è necessario né economicamente utile iniziare tali interventi prima del periodo di formazione dei grappolini, periodo oltre il quale non viene mai rimandato l'inizio della lotta contro la peronospora.
Per la protezione antioidica del vigneto si consiglia di impiegare nelle prime applicazioni zolfo bagnabile o bicarbonato di potassio, mentre in quelle successive, fino ai bottoni fiorati separati, è opportuno utilizzare fungicidi sistemici (triazoli), per poi passare a trofloxystrobin, azoxystrolpin, metrafenone o fluxapyroxad da inizio fioritura e e allegagione. |