Oidio o Mal bianco della vite (Uncinula necator) Avversità >>

Agente patogeno: Uncinula necator (Schwein.) Burrill (anamorfo Oidium tuckeri)

 

Fungo ascomicete appartenente alla Fam. delle Erysiphaceae. Uncinula necator è l'agente causale del mal bianco della vite (impropriamente chiamato oidio della vite). Questa malattia interessa tutti gli organi verdi della pianta causando danni maggiori sulle infiorescenze, sui grappoli e sui singoli acini.

Cenni sulla malattia

Questo fungo è in grado di svernare sia come micelio nelle gemme (forma agamica), sia come forma sessuata (cleistoteci) sui residui fogliari caduti a terra l'anno precedente o tra le anfrattuosità della corteccia. In primavera, grazie alle condizioni climatiche favorevoli (elevata umidità e temperature miti), hanno inizio le infezioni primarie ad opera delle cleistoteci che libereranno le ascospore responsabili dell'infezione primaria.

 

Se le condizioni ambientali continuano a restare favorevoli, le ascospore germinano producendo micelio in grado di iniziare il processo infettivo sulle foglie grazie agli austori che colonizzano il tessuto vegetale. Dopo un breve periodo di incubazione (7-12 giorni) è possibile notare la comparsa di una efflorescenza biancastra dalla quale si differenziano conidiofori e conidi responsabili delle infezioni secondarie. In funzione dei parametri ambientali, le infezioni secondarie possono originarsi direttamente dal micelio svernante nelle gemme.

Descrizione e sintomi

I primi sintomi visibili sulle foglie consistono in piccole macchie giallastre traslucide che, col tempo, possono interessare totalmente o in parte la superficie fogliare, impedendone lo sviluppo e causando aree decolorate spesso traslucide, punteggiature necrotiche, bollosità ed increspature del lembo. Le aree decolorate della vengono ricoperte del caratteristico micelio fungino polverulento di colore bianco-grigiastro distribuito solitamente a chiazze sulla pagina superiore.

 

Le gemme in via di formazione possono essere colonizzate dal micelio, nelle quali svernerà in forma latente. Le infiorescenze, e gli acini appena allegati, sono molto suscettibili alle infezioni oidiche e vengono rapidamente ricoperti dal micelio del fungo rappresentato dagli organi di diffusione e moltiplicazione del micete, al di sotto della quale si trovano spesso chiazze necrotiche reticolari, di colore bruno-nerastro particolarmente evidenti nelle infezioni tardive. In corrispondenza dell’epidermide alterata, non più elastica per la formazione di necrosi cellulari, con l’ingrossarsi della parte sana si possono creare profonde fenditure che permettono l'ingresso nell'acino e lo sviluppo di altri funghi quali Botrytis cinerea e di altri miceti o batteri saprofiti.Gli acini successivamente possono raggrinzire, disseccare e cadere. I grappoli restano suscettibili all'infezione sino all’invaiatura. Il rachide ed i peduncoli possono andare anch’essi soggetti a questa malattia quando sono allo stato erbaceo; su di essi si costituiscono sia delle allessature superficiali sia le tipiche necrosi reticolari.

 

I germogli possono essere interessati dalla malattia fin dai primi momenti del loro sviluppo in seguito alla crescita del micelio latente svernante nelle gemme che può ricoprire totalmente il germoglio che assume una colorazione biancastra con il lembo fogliare ripiegato verso l’alto e viene detto “bandiera”. I germogli crescono irregolarmente e rimangono più corti e deboli tanto da mostrare segni dell'infezione anche dopo la lignificazione sotto forma di una fitta reticolatura superficiale di colore bruno-rossastro, ben evidente anche nell’anno successivo.

Danni

I danni prodotti da questo micete sono elevati e interessano tutte le parti verdi della pianta e sebbene non portino alla morte della pianta ne riducono fortemente la produttività e lo sviluppo vegetativo. I germogli e i tralci infetti tendono a non svilupparsi correttamente e a non lignificare bene mentre le foglie hanno minore capacità fotosintetica e di accumulo e questo provoca l'aumento della respirazione e la traspirazione dei tessuti con ulteriore depauperamento dei tessuti vegetali. Tutto questo ritarda la maturazione del grappolo con possibili ripercussioni negative sulla qualità del vino.  Danni a carico dei fiori portano alla deformazione degli stessi, alla produzione di poco polline e alla sterilità producendo grappoli con pochi acini. Attacchi al rachide e ai peduncoli portano frequentemente alla caduta degli acini; il grappolo infetto presenta reticolature necrotiche brunastre e a causa della perdita di elasticità dell'epidermide degli acini porta alla formazione di spaccature degli acini sulle quali facilmente possono insediarsi agenti di muffa grigia e marciume acido.