I micronutrienti sono elementi essenziali in basse quantità e, generalmente, sono richiesti per il funzionamento di determinati enzimi.
BORO
Il metodo di dosaggio del Boro, chiamato metodo di Lindsay e Norwell, si basa sulla capacità del DTPA (acido dietilentriamminopentacetico) di rendere solubile e assimilabile tale microelemento.
Una funzione primaria del Boro è legata alla formazione della parete cellulare, cosicché le piante Boro-carenti possono risultare di ridotte dimensioni. Anche il trasporto degli zuccheri nella pianta, la cascola fiorale e la formazione del polline sono legati alla disponibilità di Boro.
I sintomi da carenza di Boro si manifestano inizialmente nei germogli in accrescimento, con aspetto striminzito degli stessi, fiori infecondi dovuti alla scarsa impollinazione, frutti vuoti (cuore cavo) e fragili, foglie scolorite, cascola di frutticini, ridotta produzione di semi e granella.
Le maggiori carenze di Boro si verificano in suoli acidi, in suoli sabbiosi di regioni molto piovose ed in quelli con scarso contenuto di sostanza organica. Gli ioni di Boro sono molto mobili e possono essere dilavati dalla zona esplorata dalle radici. La carenza di Boro si acuisce nei periodi siccitosi a causa della ridotta attività radicale.
FERRO
Il metodo di dosaggio del Ferro nel suolo è analogo a quello descritto per il Boro.
VALORE (Fe ppm) | GIUDIZIO |
0 - 4 | Scarso |
4 - 8 | Sufficiente |
> 8 | Buono |
Nelle piante il Ferro è presente soprattutto nelle foglie, accumulato in prevalenza nei Cloroplasti, dove partecipa alla sintesi della Clorofilla. Il Ferro è anche parte integrante di vari enzimi (catalasi, perossidasi, vari citocromi, citocromossidasi, ferridoxina e flavoproteine): questi intervengono nelle reazioni di ossidoriduzione della fotosintesi, del metabolismo dei carboidrati, della riduzione dei nitrati e dei nitriti, della respirazione.
Il Ferro, inoltre, partecipa attivamente al processo di fissazione biologica dell'azoto atmosferico, essendo anche nel centro attivo della nitrogenasi dei noduli radicali in forma non eme, associato al Molibdeno.
I terreni contengono quantità rilevanti di Ferro nella forma Fe3+ (ione ferrico). Per essere assorbito dalle piante e successivamente traslocato nelle foglie, deve essere ridotto alla forma Fe++ (ione Ferroso).
Nei terreni caratterizzati da pH elevato (7,8 - 8), dotati di elevato contenuto di calcare attivo, non si ha la riduzione dello ione ferrico in Ferroso, con conseguente indisponibilità del Ferro per insolubilizzazione. Le Clorosi sono inoltre diffuse nei terreni sabbiosi, in presenza di ristagni idrici, in terreni con un basso contenuto di sostanza organica, in suoli con presenza di microelementi antagonisti al Ferro (Mn, Cu, Zn, Mo) o in caso di eccesso di fosforo nel terreno.
Anche alcune condizioni meteorologiche possono rendere il Ferro indisponibile, come tempo eccezionalmente freddo (frequente talvolta alla ripresa vegetativa o poco dopo e spesso legato al ristagno di umidità) o, all'opposto, periodi anormalmente caldi.
Quindi possiamo dire che quasi mai la Clorosi ferrica si manifesta per una reale carenza dell'elemento, ma è data da una scarsa disponibilità dell'elemento come conseguenza di fattori esterni o da condizioni chimiche del suolo che impediscono al Ferro di essere assimilato.
La carenza di Ferro induce nella pianta una tipica sintomatologia denominata Clorosi ferrica.
La Clorosi (dal greco chloròs = giallo-verde) si manifesta con ingiallimento internervale delle foglie, con svolgimento basipeto, avente cioè progressione dall'apice (foglie più giovani) alla base (foglie più vecchie).
Nei casi più gravi si ha anche sbiancamento fogliare, necrosi apicale e marginale delle foglie, fino al totale indebolimento della pianta, con scarsa o nulla produzione.
Le specie che maggiormente risentono di tale manifestazione carenziale sono: il pesco, l'actinidia, la vite, il pero innestato su cotogno, gli agrumi, alcune specie orticole e floricole, quali pomodoro, lattughe, gerbere, ortensie e rose.
La prevenzione e la cura delle carenze di Ferro sono effettuate utilizzando prevalentemente prodotti a base di chelati di Ferro che presentano la caratteristica di mantenere il Ferro disponibile anche in condizioni chimiche del terreno non favorevoli.
MANGANESE
Il metodo di dosaggio del Manganese nel suolo è analogo a quello descritto per il Boro.
VALORE (Mg ppm) | GIUDIZIO |
0 - 1 | Scarso |
1 - 2 | Sufficiente |
> 2 | Buono |
Il Manganese è implicato soprattutto nella fotosintesi e nel metabolismo dell'azoto.
Il Manganese presente nel terreno può essere reso meno disponibile in suoli aridi ricchi di scheletro, ma può divenire più assimilabile in suoli umidi quando il Manganese è ridotto in forma assimilabile.
Di converso si possono verificare situazioni di tossicità in presenza di suoli acidi, umidi e ad alto contenuto del microelemento.
La Clorosi internervale è un sintomo caratteristico della carenza di Manganese. In casi di eccessiva carenza appaiono macchie brune necrotiche sulle foglie, che cadono prematuramente.
Un altro sintomo è il ritardo di maturità dei tessuti, mentre macchie grigiastre sulle foglie e internodi raccorciati si hanno in piante di cotone.
Le carenze di Manganese si verificano principalmente in terreni organici, in presenza di pH elevato, in suoli sabbiosi e poveri di sostanza organica, in suoli molto calcarei, in presenza di elevati livelli di Ferro assorbibile.
RAME
Il metodo di dosaggio del Rame nel suolo è analogo a quello descritto per il Boro.
VALORE (Cu ppm) | GIUDIZIO |
0 - 1 | Scarso |
1 - 2 | Sufficiente |
> 2 | Buono |
Il Rame è necessario al metabolismo dei carboidrati e dell'azoto. Esso è inoltre richiesto per la sintesi della lignina, utile alla resistenza della parete cellulare e per prevenire l'appassimento.
Le carenze di Rame si verificano principalmente in suoli organici (torbosi, letamati) o in suoli sabbiosi, poveri di sostanza organica. L'assorbimento di Rame diminuisce con l'aumentare del pH. L'aumento nel suolo dei livelli di Fosforo e Ferro diminuisce l'assorbimento del Rame da parte della pianta.
Sintomi da carenza di Rame si manifestano con un deperimento di rami e germogli, ingiallimento delle foglie, accrescimento stentato e foglie verde pallido che sbiancano facilmente.
MOLIBDENO
Il Molibdeno è coinvolto nei sistemi enzimatici legati alla fissazione dell'azoto da parte dei batteri simbionti delle leguminose. Anche il metabolismo dell'azoto, la sintesi delle proteine ed il metabolismo dello zolfo sono condizionati dalla disponibilità di Molibdeno nella pianta. Questo elemento ha un effetto determinante sulla formazione del polline, al punto che la produzione di frutti o granella sono compromessi in piante carenti di Molibdeno.
Essendo molto basse le esigenze dell'elemento, molte specie di piante non mostrano sintomi da carenza.
I sintomi si manifestano principalmente come sintomi di carenza di azoto, a causa del ruolo primario del Molibdeno nella fissazione dello stesso.
Diversamente da altri micronutrienti, i sintomi da carenza di Molibdeno non sono confinati principalmente alle foglie più giovani, a causa della sua buona mobilità nella pianta.
I sintomi principali su alcune colture consistono nella formazione di lamine fogliari irregolari, ma sono state osservate anche chiazze internervali e Clorosi dei margini su vecchie foglie.
Le carenze di Molibdeno sono più frequenti in suoli acidi, sabbiosi, in zone ad elevata umidità.
Al contrario degli altri microelementi l'assorbimento di Molibdeno aumenta con l'innalzamento del pH.
Nei legumi, in caso di carenze, si può ricorrere alla calcinazione dei terreni acidi, piuttosto che alla somministrazione di Molibdeno, mentre un trattamento dei semi con prodotti a base del microelemento può risolvere il problema in maniera più economica.
ZINCO
Il metodo di dosaggio dello Zinco nel suolo è analogo a quello descritto per il Boro.
VALORE (Zn ppm) | GIUDIZIO |
0 - 1 | Scarso |
1 - 2 | Sufficiente |
> 2 | Buono |
Lo Zinco è un componente essenziale di vari sistemi enzimatici legati alla produzione di energia, alla sintesi delle proteine ed alla regolazione della crescita.
Una carenza di Zinco porta spesso alla ritardata maturità della pianta.
Non essendo molto mobile all'interno della pianta, i sintomi da carenza si manifestano generalmente nelle parti giovani. Ciò suggerisce l’importanza di un apporto costante di tale microelemento in forma assimilabile per un regolare accrescimento.
I sintomi più visibili di carenza di Zinco sono un raccorciamento degli internodi e la comparsa di foglie di dimensioni ridotte.
Caratteristiche della carenza di Zinco sono strisce clorotiche lungo la nervatura centrale delle foglie di mais, foglie macchiate nel fagiolo e clorosi delle piante di riso. Anche l'ingiallimento delle foglie sui nuovi germogli negli agrumi sarebbe ascrivibile alla carenza di Zinco.
Situazioni di carenza di questo microelemento si riscontrano più facilmente in terreni sabbiosi poveri in sostanza organica o nei terreni organici.
Le carenze di Zinco si verificano più spesso durante primavere fredde ed umide, in quanto riducono la crescita e l'attività radicale nonché l'attività microbiologica, causa di una riduzione del rilascio di Zinco dalla sostanza organica.
Anche l'assorbimento dello Zinco diminuisce con l'aumento del pH, ed è affetto da elevati livelli di Fosforo e Ferro assimilabili.