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Per i nuovi impianti e i reimpianti l’idoneità del sito deve essere verificata sulla base delle caratteristiche climatiche e pedologiche.

Terreno

Oltrepò Mantovano: si può far riferimento alle “Carte di vocazione delle terre alla coltura del pero” pubblicata dall’ERSAF. Altre zone lombarde: consultare la cartografia pedologica, se disponibile, ovvero si consigliano appositi rilievi pedologici. Si raccomanda di effettuare nuovi impianti e reimpianti in siti con le seguenti caratteristiche:

PARAMETRO VALORI DI RIFERIMENTO

Tessitura

Argilla > 40%

pH

5,6 – 7,4

Calcare attivo

Con portinnesto Cotogno < 5-8%

Scheletro

in relazione al clone < 70%

Profondità

> 75 cm

Dosaggio

buono

Clima

Non disponendo di cartografie agroclimatiche specifiche si deve adottare, quale criterio discriminante, la quota altimetrica. Su tale base si sconsigliano impianti al di sopra dei 600 m slm.

Sistemazioni superficiali

Si consiglia di porre attenzione alle seguenti considerazioni:

Aree pianeggianti (pendenza < 5%)

  • Obiettivi: prevenire il ristagno, consentire un’adeguata meccanizzazione.
  • Criteri di scelta: permeabilità del suolo, altezza della falda.
  • Tecnica da adottare: livellamento superficiale, realizzazione di un’adeguata affossatura e/o rete drenante.

Aree declivi (pendenza > 5%)

  • Obiettivi: proteggere il suolo dall’erosione, contrastare le situazioni di dissesto idrogeologico, consentire un’adeguata meccanizzazione.
  • Criteri di scelta: permeabilità del suolo, pendenza del versante, rischio di movimenti franosi.
  • Tecnica da adottare: pendenza < 10% sistemazioni in traverso; pendenza > 10 % sistemazioni a fosse livellari; pendenza > 30% siti non idonei.

Preparazione del terreno

  • Obiettivi: assicurare un’adeguata macroporosità al profilo di terreno che sarà colonizzato dagli apparati radicali; rimuovere eventuali orizzonti limitanti la crescita radicale e/o la percolazione dell’acqua; controllare nei primi anni dell’impianto la crescita delle infestanti; rimuovere eventuali residui colturali (reimpianti).
  • Criteri di scelta: conoscenza della stratigrafia degli orizzonti desunta dalla cartografia pedologica disponibile e/o da osservazioni (trivellate) puntuali.
  • Tecnica da adottare: ripuntatura profonda e aratura a non più di 50 cm di profondità.

Distanze d’impianto e forma di allevamento

Nella seguente tabella si riportano alcuni dati indicativi.

FORMA D’ALLEVAMENTO

DISTANZE (m)

N. PIANTE / ha
 

tra le file

sulla fila

 

Palmetta libera

3,5 - 4

1,5 - 2

1250 – 1905

Fusetto

3,5 - 4

 

0,8 - 1,3

1923 – 3571

Scelta del materiale

È obbligatorio il ricorso a materiale con certificazione sanitaria e varietale.

La scelta del portainnesto dipende non solo dalle caratteristiche del suolo e dall’affinità d’innesto, ma anche dal modello produttivo che si intende adottare. Due sono le scelte obbligate a cui non ci si può sottrarre:

  • affinità d’innesto con la varietà scelta
  • condizioni pedologiche (pH, calcare attivo, composizione fisica).

Sottovalutare queste componenti significa spesso realizzare impianti con vita breve, non in grado di consentire la redditività programmata.

Cotogni:

MC: selezionato presso la stazione sperimentale di East Malling (Inghilterra) come EMC. Apparato radicale superficiale, poco espanso e scarso ancoraggio all’albero, induce sulle piante vigoria ridotta, rapida entrata in produzione, elevata produttività ed efficienza produttiva; frutti con buone caratteristiche qualitative. Sensibile alla clorosi, al freddo e alla siccità, mentre è resistente al deperimento e ai nematodi. Consigliato per impianti a elevata o elevatissima densità, in terreni fertili, irrigui, con scarso contenuto di calcare attivo(4-5%).Sconsigliato in terreni argillosi ed asfittici L’affinità è ottima con Conference e Decana del Comizio, discreta con Abate Fétèl, ma migliorabile con un intermedio. Con Conference è indispensabile un adeguato diradamento per non compromettere la pezzatura finale dei frutti. Sconsigliato per William e Kaiser.

 

BA29: selezione clonale di cotogno di Provenza proveniente dalla stazione sperimentale dell’INRA di Angers (FRANCIA). Apparato radicale fine e ramificato, meno sensibile di altri cotogni al calcare attivo(max 6-7%), buon ancoraggio, idoneo anche in terreni siccitosi anche se predilige quelli profondi e freschi. Le piante ottenute da questo portainnesto sono omogenee, con frutti di calibro importante e di buona qualità. Può avere difficoltà di ripresa post impianto in condizioni pedoclimatiche sfavorevoli(terreno grossolano o mal lavorato, siccità, ecc..). Insufficiente affinità e condizioni pedologiche sfavorevoli possono dare impianti disformi con arrossamenti fisiologici di fine estate. L’affinità con Abate Fétèl è discreta, buona con Conference e Decana del Comizio, necessitano l’uso di intermedio Kaiser e William.

 

SYDO®: selezione clonale di cotogno d’Angers ottenuta dalla stazione sperimentale dell’INRA di Angers (FRANCIA). Apparato radicale medio e fascicolato, sensibile alla siccità e al calcare attivo(4-5%) con buona resistenza alle virosi. Le piante che si ottengono sono omogenee, induce una vigoria intermedia tra MC e BA29 con precoce entrata in produzione e buona efficienza produttiva, i frutti ottenuti sono di buona pezzatura con buone caratteristiche organolettiche. Buona affinità con Abate, Conference e Decana del Comizio mentre con Kaiser e William è necessario l'intermedio.

 

 

ADAMS: selezione clonale olandese di cotogno d’Angers simile a MC; ha apparato radicale medio e fascicolato; induce vigoria medioscarsa, precoce messa a frutto, elevata produttività ed efficienza produttiva. Buona la pezzatura dei frutti; esige terreni fertili, freschi e irrigui, ha scarsa resistenza al calcare attivo.

 

EMH* (QR 193-16): È l’ultima selezione ottenuta dall’Horticoltural Research International di East Malling (Inghilterra). Presenta una vigoria intermedia tra MC e MA, non presenta attività pollonifera, la messa a frutto è paragonabile a Sydo. La bibliografia riporta compatibilità con Conference e Decana del Comizio, le esperienze di campo recenti hanno messo in evidenza un’ottima affinità anche con Abate Fétèl. I frutti che si ottengono sono di buona qualità e ottimo calibro.

 

MA: selezione clonale di cotogno d’Angers effettuata a East Malling, caratterizzata da una buona attitudine rizogena, resistenza ai nematodi, all’afide lanigero e al “deperimento”. Adatto per terreni pesanti, necessita di irrigazione; poco resistente al calcare(massimo 5%), sensibile al freddo. Induce vigoria media o medioscarsa, elevata produttività ed efficienza produttiva, con buona qualità dei frutti e rapida entrata in produzione. Disaffine con William e Kaiser, necessita di intermedio.

 

CTS 212: selezione clonale di semenzali ottenuti da incroci di cotogno MA x cotogni da frutto dall’Università di Pisa. Induce vigoria medio – scarsa, buona produttività, rapida entrata in produzione con buona pezzatura dei frutti. Buona resistenza al calcare attivo (fino all’8%). L’affinità d’innesto non è del tutto soddisfacente con Abate Fétèl e Kaiser, si adatta bene a vari tipi di terreno purchè non siccitosi, quindi necessita di irrigazione; è poco tollerante ai reimpianti.

 

 

Franchi:

FRANCO COMUNE: in genere ottenuto da semi provenienti da cultivar destinate alle sidrerie o anche da semi di William utilizzata dalla industria di trasformazione. Apparato radicale fittonante, profondo e ben sviluppato ma con accrescimento in vivaio eterogeneo. Si adatta a quasi tutti i tipi di terreno, buona resistenza al calcare attivo, resistente alla siccità, ma sensibile all’asfissia. L’affinità è buona con tutte le cultivar, ma induce elevata vigoria e ritardo di entrata in produzione; la pezzatura dei frutti, in generale, è inferiore rispetto a quella ottenuta su cotogno. Lo si consiglia per Kaiser e William in alternativa al cotogno con innesto intermedio.

 

SELEZIONI DI FRANCO DELLA SERIE FAROLD®: selezioni clonali ottenute da semenzali dell’incrocio Old Home x Farmingdale. Inizialmente commercializzati con la sigla OH x F, nei primi anni ’90 è stata introdotta la serie Farold®. Di questa serie, quelli ritenuti più interessanti sono il Farold®40 e il Farold®69.

 

Farold®40 Daygon: tollerante al “pear decline” ed indicato per terreni non pesanti nè asfittici, con apporto irriguo, buona la resistenza al calcare attivo. L’entrata in produzione è intermedia tra il franco comune e il cotogno. Vigoria inferiore al franco comune e buona affinità con William e Abate; i frutti ottenuti sono di discreta qualità.

 

Farold®69 Daymir: caratteristiche simili al Farold®40, ma una vigoria leggermente inferiore, buona l’affinità con Abate e William. Entrambi sono adatti per impianti a media densità (palmetta e sue varianti), necessitano di potature lunghe che permettano di ottenere fruttificazioni abbondanti in grado di contrastarne la vigoria. Tutti i Farold® sono resistenti ad Erwinia amylovora.

 

SELEZIONI DI FRANCO DELLA SERIE FOX: ottenute dalla vecchia cultivar di pero Volpina, selezionati presso il Dipartimento di Colture Arboree dell’Università di Bologna.

 

FOX 9: Origine: DCA Bologna. Editori: Università di Milano, di Bologna e Azienda Regionale Veneto. Determina sulle piante un vigore intermedio, di poco superiore a quello indotto da BA29; l’apparato radicale è espanso e conferisce un buon ancoraggio alle piante. La chioma risulta equilibrata con una precocità di messa a frutto paragonabile a quella di BA29. Non pollonifero, presenta rusticità elevata, adattandosi ai terreni argillosi ed alle condizioni di terreno sub-alcalino e calcareo. Ottime le performance produttive ottenute con le varietà Abate Fétèl, William e Conference. Efficienza produttiva e qualità dei frutti molto simili a quelle registrate su piante innestate su BA29. La propagazione di FOX 9 avviene nel Centro di Moltiplicazione dei Vivai Fratelli Zanzi, che detengono l’esclusiva mondiale per la commercializzazione di questo portainnesto.

ABATE FÉTÈL

Origine: Francia, da genealogia non nota. Diffusa nel 1876.
Albero: vigoria media e mediocre affinità col cotogno; produttività elevata e costante se potata in maniera opportuna.
Frutto: pezzatura grossa, calebassiforme; buccia sottile di colore verde giallastro con zone rugginose; polpa bianca, succosa, fondente, zuccherina, di buon sapore.
Giudizio complessivo: è la cultivar più diffusa in Italia apprezzata sui mercati di esportazione per pezzatura, qualità organolettiche e conservabilità.

 

CARMEN*

Origine: Lorenzo Rivalta, Istituto Sperimentale per la Frutticoltura, Sezione di Forlì.
Incrocio Dr Guyot x Bella di Giugno. Diffusa nel 1999.
Editore: CRA-FRF, Forlì, Italia
Albero: vigoria elevata e buona affinità con il cotogno; produttività elevata.
Frutto: pezzatura grossa, calebassiforme; buccia liscia, di colore giallo verde con sovra colore rosso al 20-30%; polpa bianca, di tessitura medio fine, succosa aromatica.
Giudizio complessivo: interessante per la precoce messa a frutto e l’elevata produttività. I frutti sono molto attraenti, di ottima qualità, resistenti all’ammezzimento.

 

CONFERENCE

Origine: Inghilterra. Libera impollinazione di Léon Leclerc de Laval. Diffusa nel 1885.
Albero: vigoria medio-scarsa con discreta affinità col cotogno; precoce messa a frutto e produttività elevata e costante nel tempo grazie anche alla partenocarpia.
Frutto: pezzatura media, piriforme; buccia di colore verde giallastro, rugginosa; polpa bianco – giallastra, succosa, fondente, dolce e aromatica, di ottimo sapore.
Giudizio complessivo: interessante per le sue ottime qualità organolettiche e per l’elevata conservabilità(180-210 giorni in A.C). Nel frutto troppo maturo la polpa tende a collassare facilmente.

 

 

COSCIA

Origine: Italia centrale, da genealogia non nota. Diffusa nel 1800.
Albero: vigoria elevata e buona affinità con il cotogno; suscettibilità a ticchiolatura,di media precocità nella messa a frutto ma con produttività elevata e costante.
Frutto: pezzatura media, piriforme allungata; buccia con colore di fondo giallo intenso e lievemente arrossata al sole, rugginosità assente;polpa bianca fine, succosa,di ottimo sapore.
Giudizio complessivo: interessante per produttività , caratteristiche organolettiche ed eccellente serbevolezza, adatta per gli ambienti di coltivazione meridionali. Sinonimi: Coscia di Firenze, S. Cristoforo, Ercolini.

 

DECANA DEL COMIZIO

Origine: Francia, da genealogia non nota. Diffusa nel 1849.
Albero: vigoria molto elevata e buona affinità col cotogno; produttività media e alternante. Si consigliano combinazioni di innesto con cotogni deboli (MC).
Frutto: pezzatura grossa, turbinata o doliforme; buccia sottile di colore verde giallastro leggermente arrossata per insolazione; polpa di media consistenza e di ottimo sapore ma molto sensibile alle manipolazioni e alle ammaccature; va raccolta e manipolata con delicatezza.
Giudizio complessivo: valida in tutti gli ambienti italiani, interessante per pezzatura e qualità organolettiche, di lunga conservabilità. Sinonimi: Comice, Fondante du Comice, Beurré Robert.

 

FORELLE

Origine: varietà tedesca della fine del 1600.
Albero: vigoria elevata e costantemente produttivo; fruttifica prevalentemente su lamburde e brindilli.
Frutto: pezzatura media (145 g), ovoidale; buccia liscia, giallastra, cosparsa di numerose lenticelle areolate e con chiazze di sovracolore rosso, lucente all’ insolazione; polpa bianca, fine, compatta, zuccherina, acidula, profumata, di gradevole sapore.
Giudizio complessivo: interessante per le qualità organolettiche complessive. In attesa di valutazioni più accurate della conservabilità.

 

KAISER (BOSCH)

Origine: Francia, da genealogia non nota. Diffusa nel 1830.
Albero: vigoria elevata e scarsa affinità su cotogno; produttività elevata; fruttifica prevalentemente sulle lamburde.
Frutto: pezzatura grossa, calebassiforme o piriforme; buccia di colore bronzeo, rugginosa, su fondo giallastro; polpa di media consistenza e ottimo sapore, zuccherina e aromatica.
Giudizio complessivo: interessante per la qualità, aspetto e conservabilità dei frutti. Diffusa al Nord Italia. Sinonimi: Imperatore Alessandro, Kaiser Alessandro, Beurré Bosc.

 

 

MAX RED BARTLETT

Origine: USA. Mutazione gemmaria di William (Bartlett). Diffusa nel 1945.
Albero: vigoria medio-scarsa e scarsa affinità col cotogno; produttività medio - elevata, portamento assurgente e frequentemente soggetto a regressione del colore dei frutti.
Frutto: pezzatura medio-grossa, cidoniforme; buccia di colore giallo con sovracolore rosso mattone per il 50-60% della superficie; polpa bianca, fine, succosa, di ottima qualità gustativa.
Giudizio complessivo: di buona qualità ma meno conservabile della William, è particolarmente gradita per il consumo fresco. Sinonimi: Wiliam Rossa, Red Bartlett.

 

PASSACRASSANA

Origine: Francia, da genealogia non nota. Diffusa nel 1885.
Albero: vigoria medio elevata e ottima affinità col cotogno; produttività molto elevata e costante; necessita di potature molto energiche.
Frutto: pezzatura molto grossa, maliforme o doliforme; buccia spessa, di colore verde – giallognolo; polpa di consistenza elevata a tessitura granulosa, dolce, aromatica, conservabile in frigo non oltre febbraio.
Giudizio complessivo:ancora interessante per produttività, pezzatura e qualità gustative, adatta alla trasformazione industriale, coltivata al Nord Italia. Molto sensibile al colpo di fuoco batterico. Sinonimi: Edel Crassane, Passe Crassane Boisbunel.

 

SANTA MARIA

Origine: Alessandro Morettini, Università di Firenze Incrocio William x Coscia. Diffusa nel 1951.
Albero: vigoria elevata e ottima affinità con il cotogno; produttività molto elevata. Parzialmente autocompatibile, fruttifica anche per partenocarpia
Frutto: pezzatura medio-grossa, piriforme o piriforme troncata; buccia di colore giallo chiaro leggermente arrossata per insolazione; polpa bianca, fondente, di elevata consistenza e resistenza all’ammezzimento, di sapore discreto.
Giudizio complessivo: diffusa in Emilia Romagna e valida anche per il Sud, per la buona produttività, grossa pezzatura dei frutti e di bell’aspetto. Sinonimi: Santa Maria Morettini.

 

TURANDOT*

Origine: Lorenzo Rivalta, Istituto Sperimentale per la Frutticoltura, Sezione di Forlì. Incrocio Dr Guyot x Bella di Giugno. Diffusa nel 2000
Editore: CRA-FRF, Forlì, Italia
Albero: vigoria intermedia e buona affinità con il cotogno; produttività elevata e costante.
Frutto: pezzatura media, piriforme allungata; buccia con colore di fondo giallo - verde, sovra colore rosso brillante sul 10% della superficie; polpa medio fine, succosa e leggermente aromatica.
Giudizio complessivo: interessante per epoca di maturazione e produttività; resistente alle manipolazioni e di buona conservabilità. Buona adattabilità anche al Nord.

 

WILLIAM

Origine: Inghilterra da genealogia non nota. Diffusa nel 1765.
Albero: vigoria media e scarsa affinità col cotogno; produttività elevata, fruttifica prevalentemente su brindilli.
Frutto: pezzatura medio-grossa, cidoniforme o piriforme; buccia di colore giallo, talvolta arrossata al sole; polpa bianca, fine, molto succosa, aromatica e fondente, di ottimo sapore; elevata consistenza e resistenza all’ammezzimento.
Giudizio complessivo: di ottima qualità e buona conservabilità, adatta anche alla trasformazione industriale per la preparazione di sciroppi e succhi. Sinonimi: Bartlett, Beurré William, Bon-Chrétien, Davis William’s, Doyènne Clément.

La sempre maggiore richiesta di standard qualitativi elevati ha fatto si che, pur mantenendo il concetto di parete continua, si ritorni a sistemi di allevamento che permettano di ottenere frutti di elevata qualità, sia come calibro che come caratteristiche organolettiche, entrambi realizzabili unendo l’esperienza del passato con le più moderne conoscenze di fisiologia degli alberi da frutto.


PALMETTA LIBERA

Indicata per impianti mediamente intensivi e per aziende piccole. La parete continua alta e stretta con branche disposte più o meno regolarmente si ottiene, come noto, partendo da buoni astoni con rami anticipati lasciati crescere a tutta cima, oppure con taglio dell’astone se questo non è ben lignificato e sprovvisto di rami anticipati.

 

FUSETTO

Forma di allevamento che meglio risponde alla forma naturale e alle esigenze fisiologiche del pero. Esistono numerose varianti realizzate da vari tecnici; è indicato per impianti mediamente intensivi. Perché le piante siano ben equilibrate occorrono astoni ben formati e rivestiti con rami anticipati da lasciare interi; se si è costretti a ricorrere al taglio del astone si dovranno poi affrontare costose operazioni di piegatura e curvatura di rami comunque sempre troppo vigorosi, con diamentro simile all’asse centrale, che tarderanno a differenziare gemme a fiore e saranno sempre di difficile gestione e poco produttivi. Se ben eseguito, il fusetto permette di ottenere una parete produttiva continua, con altezza ridotta rispetto alla palmetta, una più facile gestione da terra dell’impianto con riduzione dei costi, più rapida entrata in produzione, maggiore produttività e più alta qualità dei frutti dovuta alla migliore esposizione alla luce.

 

Y LONGITUDINALE

Sistema che prevede di ottenere una forma in parete partendo da astoni preformati in vivaio oppure da astoni di buon calibro privi di rami anticipati ribattuti a 60 cm da cui si alleveranno due germogli di uguale vigoria che diventeranno la struttura permanente della pianta. La possibilità di ripartire il vigore su due assi presenta alcuni innegabili vantaggi, come un migliore controllo della vegetazione con conseguente riduzione dei tempi di potatura.

 

CORDONE VERTICALE

Si tratta di un’applicazione dei principi di potatura usati nel melo con la forma di allevamento denominata “Superspindle”; in pratica si ha un asse centrale sul quale sono inserite numerose branchette poco vigorose e rinnovabili. L’impianto si ottiene con astoni, provvisti di rami anticipati non troppo sviluppati, che si piantano senza spuntarli a distanza ravvicinata; fondamentale, durante le operazioni di potatura invernale, eliminare tutti i germogli vigorosi che superano il 50% del diametro del fusto. La rapidissima entrata in produzione e la competizione radicale supportata, in caso di necessità, da pratiche agronomiche (potatura delle radici e incisione anulare del fusto) favoriscono il contenimento dello sviluppo della parete produttiva continua.

La potatura è un male necessario, nel senso che con “il minor danno possibile” si cerca di raggiungere alcuni importanti vantaggi. Questa era una delle prime definizioni usate per citare questa importante operazione colturale. L’obiettivo della potatura è quello di mantenere, nelle piante in produzione, un equilibrio vegeto-produttivo tale da:

  1. mantenere la forma di allevamento,
  2. rendere costante la produzione negli anni,
  3. mantenere calibri sostenuti dei frutti.

Quando si parla di potatura di produzione bisogna distinguere due tipi di interventi:

  • INTERVENTI DI MANTENIMENTO (potatura di produzione)
  • INTERVENTI CORRETTIVI (potatura straordinaria)

 

INTERVENTI DI MANTENIMENTO Sono interventi di importanza fondamentale per l’ottenimento di una produzione di elevata qualità nel corso degli anni, ossia evitare il fenomeno dell’ alternanza.

Si dividono in:

  1. tagli di diradamento
  2. tagli di raccorciamento
  3. tagli di ritorno

Tagli di diradamento: mirano ad eliminare rami misti o brindilli troppo vigorosi e in sovranumero evitando di creare una chioma troppo densa di ostacolo alla penetrazione della luce all’interno. Eliminazione di brachette fruttifere esaurite e diradamento di “zampe di gallo” sono di fondamentale importanza per alcune varietà sulle quali la produzione risulta essere più scarsa e di peggiore qualità( vedi Abate Fétèl, Passacrassana, Decana del Comizio).

Tagli di raccorciamento: interessano i rami misti e le branchette di 2 anni ed hanno importanza fondamentale ai fini dell’allegagione, soprattutto per alcune varietà (Abate Fétèl, Decana del Comizio) nonché per l’ottenimento di frutti di elevata pezzatura. Anche nelle “zampe di gallo” si dovrà operare lasciando una sola gemma a fiore. 

Tagli di ritorno: di fondamentale importanza non solo per il contenimento in altezza e in spessore delle piante, ma anche ai fini di un costante rinnovo vegetativo per l’ottenimento di frutti di elevata qualità.

 

Fruttificazione e potatura delle principali varietà di pero

CULTIVAR RAMI FRUTTIFERI PREVALENTI TIPO DI POTATURA RICHIESTA
Abate Fétèl Lamburde Energica e corta
Carmen Lamburde e brindilli Energica con diradamento dei rami fruttiferi
Conference Lamburde Energica e corta
Decana del Comizio Lamburde Molto leggera nei primi anni, poi sfoltimento del 40% delle branchette fruttifere
Kaiser Lamburde e rami misti  Lunga e diradamento delle branchette
William Max Red Bartlett Brindilli, rami misti e lamburde Lunga e diradamento energico dei rami fruttiferi
Passacrassana Lamburde Molto corta con accorciamento delle formazioni fruttifere

 

INTERVENTI CORRETTIVI Sono interventi atti a correggere o ridimensionare la forma della pianta; l’operazione ha due scopi fondamentali:

  1. impedire l’insorgere di condizioni di ombreggiamento,
  2. rinvigorire le branche, soprattutto nelle porzioni mediana e basale impedendone la precoce senescenza, favorendo l’emissione di nuovi rami che diverranno poi formazioni fruttifere.

 

L’obiettivo da perseguire con questi interventi correttivi è sempre quello di favorire la massima intercettazione della luce da parte delle foglie e dei frutti, nonché di stimolare la pianta a “rivestirsi” nella parte bassa emettendo rami che in futuro siano in grado di fruttificare. Il ringiovanimento vegetativo della pianta porta indubbi miglioramenti del calibro dei frutti. Il più delle volte il problema si riscontra in forme di allevamento in parete dove nel corso degli anni precedenti non si è operato correttamente; l’operazione più frequente è il “taglio di ritorno” sulla “freccia” e sulle branche primarie con notevole ridimensionamento di tutta la chioma.

 

ABATE FÉTÈL Necessita di una potatura energica con raccorciamento delle giovani branchette molto ricche di lamburde; generalmente richiede un ringiovanimento della chioma fruttificante del 40-50% asportando parte delle lamburde e delle “zampe di gallo”. Momento ideale di potatura: inizio ripresa vegetativa; l’effetto positivo sembra dovuto ad un moderato arresto vegetativo che rimanda la competitività dei nuovi germogli sui fiori fecondati dopo la fioritura. Negli ultimi anni si sta affermando una potatura che prevede l’eliminazione quasi totale dei rami dell’anno, a parte quelli che presentano gemme apicali a fiore, e un rinnovo vegetativo superiore al 60-65%. Gli impianti su cotogno MC devono essere potati in maniera ancor più energica degli altri portainnesti, lasciando un numero di gemme inferiore, vista l’affidabilità produttiva che presenta tale portainnesto.

 

CARMEN La precoce messa a frutto è un segnale che la varietà necessita fin da subito di un rinnovo del 35-40% delle lamburde e predilige il mantenimento di rami di buon calibro per ottenere nel tempo frutti di pezzatura sostenuta. Il portamento naturale della pianta a candelabro necessita di una potatura energica di media lunghezza; non necessita in maniera accentuata di tagli di ritorno. Applicare una potatura “pulita” della chioma della pianta per permettere di esporre il più possibile i frutti alla luce per ottenere frutti con la sfaccettatura rossa, caratteristica che valorizza commercialmente la varietà.

 

CONFERENCE Necessita del mantenimento sulla pianta di una buona presenza del legno di 2 anni, ricco di lamburde, che garantisce una migliore qualità produttiva. Generalmente richiede un rinnovo delle lamburde del 35% mediante l’asportazione di legno di 3-4 anni. La lamburde su branchette di 2 anni producono frutti di calibro elevato e di forma regolare e uniforme maturazione, mentre quelle su branchette vecchie danno pezzatura inferiore, di forma irregolare e maturazione disforme. Mantenendo le dovute proporzioni tra legno vecchio e giovane, il diradamento manuale dei frutti si riduce a poche ore/ettaro.

 

DECANA DEL COMIZIO Si basa sostanzialmente sul raccorciamento delle branchette ben dotate di gemme a fiore. Richiede un rinnovamento del 40% della parte fruttificante. Può produrre anche su rami di 1 anno, ma i frutti non sono mai di calibro elevato. Nelle operazioni delle branchette fruttifere è consigliabile lasciare non più di 8/10 lamburde.

 

KAISER (BOSCH) Necessita di una potatura lunga e un diradamento dei rami in sovrannumero asportando legno più vecchio. Il 70% della fruttificazione avviene su lamburde su legno vecchio. Le gemme miste hanno un forte potere di”sink” nei confronti dei germogli, cioè non temono la competizione, le gemme miste in genere sono grosse e resistono meglio che in altre varietà ai freddi invernali. Anche se la bibliografia prevede di poter avere più del 50% di legno produttivo di più di 3 anni, vista la scarsa affinità di innesto coi cotogni (pur con intermedio), si consiglia di operare tagli su legno dell’anno per stimolare al massimo la vegetazione con benefici sulla qualità e calibro dei frutti.

 

WILLIAM E MAX RED BARTLETT Potatura lunga con severo diradamento dei rami a frutto; generalmente richiede un accurato rinnovo delle branchette per il 35-40%. Producendo su diverse tipologie di ramo, è forse la varietà più facile da potare e con la maggior elasticità di intervento in termini di tempo. Negli impianti vecchi si giova di tagli di ritorno per stimolare la formazione di rami nuovi e non incorrere in uno scadimento qualitativo in termini di calibro del frutto.

 

PASSACRASSANA La potatura deve essere energica e corta su tutte le branchette, asportando la parte apicale in modo da impedire che una o più gemme a legno formino un nuovo germoglio molto competitivo nei confronti dei sottostanti rami a frutto. Necessita di un rinnovamento del 30-35% della parte fruttificante, evitando, così, l’invecchiamento dell’albero.

Gestione del suolo

È obbligatorio l'inerbimento invernale dell’interfila, ad eccezione dei primi quattro anni nel caso di nuovi impianti.

Il diserbo chimico è ammesso solo lungo la fila con i prodotti indicati nelle Norme Tecniche di difesa delle colture e controllo delle infestanti.

Regolarizzazione del carico produttivo e della qualità della produzione

Nel corso della fioritura è consigliato sfalciare il prato per evitare la competizione con gli impollinatori. È inoltre raccomandata l’introduzione di 3-4 arnie / ha. Si consiglia il ricorso al diradamento manuale dei frutticini, da effettuarsi entro il mese di maggio, qualora il carico produttivo risultasse eccessivo per il raggiungimento di una adeguata pezzatura.

IRRIGAZIONE

Per ciascun appezzamento irriguo si consiglia di effettuare il bilancio idrico tenendo conto dell’evapotraspirazione potenziale (ETP) corretta dai coefficienti colturali (Kc) riportati in tabella, e dalla piovosità del luogo.

MESE

APRILE

MAGGIO

GIUGNO

LUGLIO

AGOSTO

SETTEMBRE

Kc

0.93

1.0

1.09

1.11

1.11

1.05

Con gli impianti per aspersione il momento irriguo non dovrebbe essere precedente al raggiungimento del 30% della riserva utilizzabile (RU) e il volume irriguo non dovrebbe superare il raggiungimento della capacità di campo. Con gli impianti a spruzzo il momento dell’irrigazione può coincidere con il raggiungimento del 50% della RU. In questo caso la definizione dei turni e dei volumi irrigui deve tenere in considerazione il volume di suolo effettivamente reidratato con l’irrigazione, ciò fa sì che turni e volumi sono di circa la metà rispetto all’irrigazione per aspersione nelle medesime condizioni. Negli impianti a goccia l’irrigazione non deve essere iniziato prima che la RU non scenda sotto l’80%; il turno da seguire è di 1-2 giorni somministrando l’acqua evapotraspirata nel periodo corrispondente.

 

RACCOLTA

Per individuare il momento ottimale di raccolta, l’agricoltore si deve avvalere di indici oggettivi, quali la durezza della polpa(kg/cm²), il contenuto di zuccheri totali(RSR residuo secco rifrattometrico), contenuto di amido e acidità totale. Recentemente sono stati introdotti sistemi di misurazione non distruttivi del frutto, utilizzando il cosidetto sistema NIR, ovvero la determinazione del grado di maturazione fatta sfruttando radiazioni di lunghezza d’onda nel vicino infrarosso.

 

Azoto

Nel caso non venga applicata la tecnica del bilancio, di seguito sono indicati i parametri standard per la concimazione

concimazione azoto

Note decrementi

Quantitativo di AZOTO da sottrarre (-) alla dose standard in funzione delle diverse condizioni:

Apporto di AZOTO standard in situazione normale per una produzione di: 24-36 t/ha:

DOSE STANDARD:

90 kg/ha di N

Note incrementi

Quantitativo di AZOTO che potrà essere aggiunto (+) alla dose standard in funzione delle diverse condizioni. Il quantitativo massimo che l’agricoltore potrà aggiungere alla dose standard anche al verificarsi di tutte le situazioni è di: 50 kg/ha:

  • 25 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 24 t/ha;
  • 20 kg: in caso di elevata dotazione di sostanza organica (linee guida fertilizzazione);
  • 20 kg: nel caso di apporto di ammendanti nell’anno precedente;
  • 20 kg: in caso di eccessiva attività vegetativa.

 

  • 25 kg: se si prevedono produzioni superiori a 36 t/ha;
  • 20 kg: in caso di scarsa dotazione di sostanza organica (linee guida fertilizzazione);
  • 20 kg: in caso di scarsa attività vegetativa;
  • 20 kg: in caso di forte lisciviazione dovuta a surplus pluviometrico in specifici periodi dell’anno (es. pioggia superiore a 300 mm nel periodo ottobre-febbraio).
  • 30 kg: in caso di impianti a densità >3000 piante/ha.

Concimazione Azoto in allevamento:

1° anno: 40 kg/ha; 2° anno: 60 kg/ha.

L’azoto dovrà essere somministrato esclusivamente in primavera, nel periodo che va dal germogliamento all’allegagione. Se la dose supera i 60 kg/ha è necessario frazionarla.

Concimazione di produzione

La definizione del piano di concimazione deve tener conto dei seguenti paramentri:

  • diagnosi dello stato nutrizionale dell’impianto;
  • stima delle esigenze nutrizionali.

A sua volta la stima dello stato nutrizionale deve basarsi su:

  • analisi del terreno;
  • analisi fogliare (consigliata);
  • analisi visiva dello stato vegeto-produttivo;
  • analisi della qualità dei frutti.

Dopo l’impianto l’analisi del terreno deve essere ripetuta ogni 5 anni relativamente ai livelli di sostanza organica, P ass., K sc. e Mg sc.

L’analisi fogliare andrebbe ripetuta ogni 2 anni.

L’analisi dello stato vegeto-produttivo andrebbe eseguita annualmente e comprende:

  • una valutazione di eventuali sintomatologie riferibili a carenze/eccessi nutrizionali;
  • un giudizio sullo sviluppo vegetativo;
  • un giudizio sul carico produttivo;
  • un giudizio sull’epoca della caduta autunnale delle foglie - un giudizio sulla qualità dei frutti (nel caso specifico epoca di maturazione – viraggio del colore di fondo – pezzatura).

La concimazione fogliare è ammessa per prevenire carenze nutritive diagnosticate o probabili.

Concimazione preimpianto

Organica: è raccomandata la concimazione organica preimpianto con letami e compost maturi, soprattutto se il livello di sostanza organica è giudicato basso.

Minerale: da effettuarsi in base all’analisi del terreno; in ogni caso non deve mai essere somministrato azoto minerale; l’eventuale concimazione di arricchimento non deve esser tale da far superare nei primi 50 cm di suolo le seguenti soglie: K sc. > 3% CSC, Mg sc. > 6% CSC, P2O5 ass. (Olsen) 30 ppm.

Fosforo e potassio

Nel caso non venga applicata la tecnica del bilancio, di seguito sono indicati i parametri standard per la concimazione fosfatica e potassica

concimazione fosforo

Quantitativo di P2Oda sottrarre (-) alla dose standard:

Apporto di P2Ostandard in situazione normale per una produzione di: 24-36 t/ha:

DOSE STANDARD

Quantitativo di P2Oche potrà essere aggiunto (+) alla dose standard:

  • 10 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 24 t/ha.

30 kg/ha: in caso di terreni con dotazione normale;

60 kg/ha: in caso di terreni con dotazione scarsa;

10 kg/ha: in situazione di elevata dotazione del terreno.

  • 10 kg: se si prevedono produzioni superiori a 36 t/ha;

 

  • 10 kg: in caso di scarsa dotazione di sostanza organica (linee guida fertilizzazione);
  • 20 kg: in caso di terreni ad elevato tenore di calcare attivo.

Concimazione fosforo in allevamento:

1° anno: 15 kg/ha; 2° anno: 25 kg/ha.

 

concimazione potassio

Note decrementi

Quantitativo di K2O da sottrarre (-) alla dose standard:

Apporto di K2O standard in situazione normale per una produzione di: 7-11 t/ha:

DOSE STANDARD

Note incrementi

Quantitativo di K2O che potrà essere aggiunto (+) alla dose standard:

  • 25 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 24 t/ha;
  • 30 kg: con apporto di ammendanti nell’anno precedente.

100 kg/ha: in caso di terreni con dotazione normale;

150 kg/ha: in caso di terreni con dotazione scarsa;

50 kg/ha: in situazione di elevata dotazione del terreno.

  • 25 kg: se si prevedono produzioni superiori a 36 t/ha.

Concimazione potassio in allevamento:

1° anno: 20 kg/ha; 2° anno: 40 kg/ha.

Concimazione di allevamento

La somministrazione di concimi minerali azotati (100-150 g di N/pianta) deve essere frazionata e localizzata. La concimazione fosfatica è da attuarsi solo se non effettuata in preimpianto. In questo caso anch’essa va localizzata. La somministrazione non localizzata di concimi minerali azotati è ammessa esclusivamente per l’impianto dell’inerbimento artificiale.