Fragola Schede colturali >>

La coltivazione della fragola è in continua evoluzione sul territorio nazionale ed europeo. Gli elevati costi di raccolta e in particolare la difficoltà di reclutamento di manodopera specializzata in alcuni comprensori, non permettono sempre una programmazione delle superfici tale da soddisfare un mercato che sconta spesso delle cadute di prezzo per la notevole concentrazione di prodotto e un calo dei consumi. Negli ultimi anni la tecnica di coltivazione si è notevolmente migliorata.

 

Negli ambienti meridionali si è generalizzato l’utilizzo delle piante fresche a radice nuda e in qualche area di piante cime radicate in grado di consentire un buon anticipo di maturazione dei frutti.

 

 

Il calendario di raccolta si è notevolmente allungato passando dai 2-3 mesi che si registrava con le piante frigoconservate agli attuali 5-6 mesi delle piante fresche. I numerosi programmi di miglioramento genetico hanno costantemente realizzato nuove varietà con alto potenziale produttivo, frutti di grossa pezzatura, consistenti e di elevate caratteristiche qualitative intese come qualità gustativa, aroma, valore nutrizionale, serbevolezza e attraenza.

 

A causa del divieto dell’utilizzo del bromuro di metile nella fumigazione dei terreni, si è sempre più alla ricerca di varietà resistenti o tolleranti ai patogeni fungini dell’apparato radicale soprattutto nei terreni in cui la coltura viene ripetuta.

 

Le nuove azioni di miglioramento genetico condotte in Italia da organismi pubblici e privati, mettono a disposizione dei produttori diverse varietà specificatamente adatte alle zone di origine. Si avrà sempre più forte il legame della varietà col territorio, con vantaggi anche per il consumatore, se opportunamente informato.

Clima

 

La fragola presenta una notevole adattabilità a diversi ambienti pedoclimatici. Infatti, è coltivata a tutte le latitudini, a partire dal livello del mare fino ad altitudini superiori anche ai 1.000 m delle montagne alpine. Temperatura e luce sono i fattori climatici che maggiormente influenzano la coltura e determinano l’esaltazione delle diverse caratteristiche genetiche di ogni varietà (unifere o rifiorenti a giorno neutro) e dei diversi tipi di piante: frigoconservate, fresche a radice nuda e cime radicate.

 

 

I valori ritenuti critici nelle diverse fasi vegetative sono:

  • -12°C temperatura minima letale;
  • -2°C temperatura critica durante la fioritura;
  • 10-13°C la notte e 18-22°C il giorno temperatura ottimale per l’attività vegetativa;
  • 6°C temperatura critica per l’attività vegetativa
  • 25-30°C temperatura massima in coltura protetta durante la fioritura. In questa fase è di particolare interesse l’umidità relativa che non dovrebbe mai scendere al di sotto del 50% al fine di garantire una ottimale fertilità pollinica dei fiori.

Terreno

Più di ogni altra coltura la fragola esige terreni molto vocati, prediligendo quelli di medio impasto, ma che si adatta bene anche a quelli argillosi, purché dotati di un buon drenaggio, in grado di evitare dannosi ristagni idrici, principale causa di asfissia e di attacchi fungini all’apparato radicale. Sono da evitare terreni troppo argillosi, compatti, mal strutturati.

I parametri ottimali per la coltivazione sono:

  • franco di coltivazione superiore a 50 cm
  • pH 5,8-7
  • calcare attivo inferiore al 6%
  • salinità inferiore a 2 mS/cm.

La preparazione del terreno deve essere di buona norma effettuata almeno un mese prima del trapianto e deve assicurare un perfetto drenaggio delle acque al fine di evitare ristagni idrici. Le prode, ben baulate, devono essere alte almeno 25 cm per favorire alle radici di esplorare una maggiore quantità di terreno. Inoltre, la prode elevata consente una buona areazione delle piantine, molto importante durante la fioritura in quanto favorisce una corretta impollinazione dei fiori.

 

L’impianto tradizionale della fragola è effettuato su prode ricoperte (pacciamate) con film di polietilene nero da 0,05-0,07 mm di spessore con fori di 8/10 cm di diametro allo scopo di contenere lo sviluppo di erbe infestanti, la pulizia dei frutti da residui terrosi e di ridurre gli attacchi di marciumi.

 

L’impianto è in genere a file binate con una densità media di piantagione di 50.000 piante/ha fino a 75.000 piante/ha in funzione della vigoria della varietà, del tipo di pianta e di coltura. La fila singola con distanze sulla fila da 18 a 25 cm e una densità media di 40.000- 50.000 piante/ha è meno diffusa. In alcune aree del sud Italia e della Spagna sono diffusi anche fragoleti con 3-4 file per prode che permettono di superare le 100.000 piante/ha.

Scelta del tipo di pianta

Per la buona riuscita dell’impianto è indispensabile porre a dimora piante sane, esenti da virus, con radici ben sviluppate e con un buon stato nutrizionale nei tessuti di riserva (colletto e radici). La scelta del tipo di pianta è in funzione della varietà, del tipo di coltura e dell’ ambiente dove viene costituito il fragoleto.

Sono disponibili:

 

PIANTE FRIGOCONSERVATE

 

  • tipo “A”: prodotte in vivai situati su terreni sabbiosi ed estirpate meccanicamente in inverno, nella fase di pieno riposo vegetativo. Le piante vengono selezionate in base al diametro del colletto che deve essere compreso, per questa categoria, fra 8-12 mm. Poi vengono confezionate in casse contenenti in genere 700 piante all’interno di sacchi di plastica chiusi e rapidamente poste in celle frigorifere per il congelamento, ad una temperatura che varia da –1,5 a –2 C,° in grado di bloccare l'attività vegetativa senza danneggiare i tessuti. Le piante che presentano un diametro al colletto di 6-8 mm, sono considerate di seconda scelta (A -) e vengono confezionate in casse di 900 - 1.000 piante;

 

  • A+: piante con un diametro al colletto superiore ai 12 mm (confezioni da 300 – 500 piante); In genere, si fa ricorso a questo tipo di pianta per avere un primo flusso di produzione dopo la piantagione, sfruttando le gemme a fiore differenziate in precedenza nel vivaio. Un secondo flusso di produzione si ha nella primavera successiva, quasi contemporaneamente ai fragoleti tradizionali.

 

 

Le piante A+ sono quindi ricercate per le colture autunnali del veronese e del meridione, ambienti in cui si ha la prima produzione in un periodo di mercato molto favorevole iniziando la produzione in settembre-ottobre per poi proseguire al sud fino a Natale. Grande interesse per questo tipo di piante è dato anche dalle colture programmate di montagna, in suolo e fuori suolo, per produzioni di fragole nei mesi estivi (fuori stagione).

 

  • Waiting bed (WB): piante che hanno subito una fase di ingrossamento in letto d’attesa, e che presentano 2 o più germogli (confezioni da 150 – 200 piante per cassa). L’utilizzo di queste piante è finalizzato principalmente alle colture programmate. Devono garantire in brevi periodi, produzioni elevate e frutti di qualità e pezzatura uniforme.

 

  • Tray e minitray (TP): piante anch’esse ingrossate non nei vivai, ma su un substrato di torba, in contenitori alveolati di plastica da 8-9 fori di 7-8 cm di diametro e da 16-19 fori di 5-6 cm di diametro (minitray). Sono originate da piante fresche cime radicate, ottenute da cime di stoloni prelevate durante l’estate, e poste a radicare in ambienti muniti di sistema di irrigazione tipo mist e allevate con opportune fertirrigazioni. In pieno riposo vegetativo, le piante vengono frigoconservate con il proprio pane di terra e con le foglie più giovani, fino al momento della piantagione che avviene generalmente nel periodo primaverile. In Francia, per alcune produzioni di alta gamma, la piantagione avviene verso la metà di dicembre in serre riscaldate, con produzioni già nei mesi da febbraio ad aprile. Per questa tecnica le piante a fine novembre vengono poste in cella frigorifera ad una temperatura di 3-4 C°, per un periodo di tre settimane e di seguito messe a dimora in fuori suolo. Questi tipi di pianta, dato anche l’elevato costo, vengono utilizzate esclusivamente per produzioni programmate fuori suolo e in suolo, dove sono in grado di fornire produzioni simili a quelle delle piante WB, ma con frutti di miglior qualità.

 

PIANTE FRESCHE

 

  • Radice nuda: ottenute prevalentemente in vivai situati in altura, costituiti principalmente in Spagna e in Polonia in zone caratterizzate da freddi autunnali molto precoci, determinanti per le piante prima del loro trapianto in campo (ottobre). Le piante vengono selezionate in due sole categorie in base al calibro del colletto, e si presentano con una o due foglie per pianta, in modo da favorire l’attecchimento e una rapida ripresa in campo dopo la piantagione. Confezionate in casse di legno, vengono quindi immediatamente spedite per essere poste a dimora nelle aree meridionali di tutto il bacino del mediterraneo. I vantaggi della pianta fresca rispetto a quella frigoconservata, sono da attribuire ad una maggior precocità di maturazione e qualità dei frutti, ritardo nella piantagione con maggior razionalizzazione nell’utilizzo dell’acqua d’irrigazione.

 

 

  • Cime radicate: sono ottenute prelevando da vivai opportunamente predisposti, le cime di stoloni non radicati, ma provvisti di abbozzi radicali, poi posti a radicare in contenitori alveolati con fori del diametro di 3–4 cm in ambienti con sistemi di irrigazione tipo mist. Nell’arco di 25- 30 giorni, le piante ben radicate sono pronte per essere messe a dimora nei fragoleti. Questo tipo di pianta ha in parte sostituito la pianta fresca a radice nuda, mantenendo i caratteri positivi di queste ultime (precocità di maturazione, scalarità di fruttificazione, buona qualità dei frutti), presentano il vantaggio di avere meno problemi di fallanze dopo il trapianto consentendo, quindi, una maggior omogeneità dell’impianto. Nelle aree settentrionali la pianta cima radicata può permettere piantagioni più tardive, senza perdere in produttività e presenta minor dispendio di acqua per l’irrigazione. Nelle aree meridionali, in genere, questa pianta viene messa a dimora prima di quella a radice nuda per avere una maggior precocità di maturazione dei frutti. L'utilizzo di questo tipo di pianta è diffuso in tutte le aree di coltivazione italiane e in particolare del Nord Europa.

 

Al momento del trapianto il terreno deve essere umido e privo di erbe infestanti e le piantine devono essere collocate alla giusta profondità con il germoglio fuori terra e le radici ben sviluppate e a contatto con il terreno.

 

In questa fase, il fabbisogno principale delle piante è quello idrico, infatti si consiglia di fare seguire dopo il trapianto numerose irrigazioni per aspersione. Per il buon attecchimento delle piantine è molto importante che il terreno sia sempre in buone condizioni di umidità sia in superficie che in profondità in modo da avere il minor numero di mortalità delle giovani piantine (fallanze). Pertanto è consigliabile irrigare poco e spesso, anche più volte al giorno. Le necessità idriche della fragola sono da 3.000 m³ a 5.000 m³/ha anno in relazione al tipo di struttura del terreno. L’impianto irriguo adottato in genere nelle coltivazioni di fragola prevede un sistema di microirrigazione localizzata sotto il film di pacciamatura con funzione anche di fertirrigazione e un impianto ad aspersione per gli interventi soprachioma. La fragola è una coltura molto sensibile alla salinità pertanto è sempre buona norma analizzare un campione dell’acqua che si utilizza.

 

 

È importante conoscere il contenuto salino (cloro, sodio, nitrati, ecc..) e la conducibilità elettrica al fine di creare un ambiente ideale per la crescita delle piante. I valori di riferimento per l’acqua di irrigazione da impiegare nei fragoleti sono: EC: 0,7 mS/cm. Con valori superiori a 2,5 mS/cm (raggiungibili con l’apporto di concimi fertilizzanti) si possono avere danni alle piante quali una crescita stentata e una minor resa produttiva. Sodio: 20-40 % sali totali Sali Totali: 175-525 ppm.

Cure colturali

Le piante frigoconservate circa 10 giorni dopo la piantagione emettono una o più infiorescenze che, per gli impianti finalizzati alla sola produzione primaverile, vanno immediatamente asportate per favorire una buona radicazione e quindi un buon sviluppo. Dopo 30/40 giorni dalla piantagione, le piante frigoconservate emettono degli stoloni che occorre asportare con 2-3 interventi in quanto tendono a ridurre l’entità della produzione primaverile. Alla ripresa vegetativa, dopo l’inverno, in ogni tipo di fragoleto occorre asportare tutto il fogliame vecchio, lasciando solo quello verde in formazione. Tutti i residui vanno allontanati dal campo allo scopo di ridurre focolai di infezioni fungine e forme svernanti di insetti.

Coltura protetta

Attualmente si assiste ad un progressivo aumento della superficie coltivata a fragola sotto tunnel ed una parallela diminuzione di quella a pieno campo. La protezione avviene anche quando non è richiesta una produzione anticipata, ma si vuole evitare il rischio di danni dovuto ad anomali andamenti climatici (pioggia, grandine, brinate) . La protezione dei fragoleti viene effettuata su strutture ad archi coperti con film plastici termici di PVC ed EVA al alta trasparenza, dello spessore di 0,15-0,20 mm; la copertura crea un microclima che agisce sul ciclo di sviluppo delle piante anticipando la raccolta di diverse settimane se posta precocemente (dicembre al Sud, gennaio-febbraio al Nord); prolunga e protegge la raccolta nelle colture autunnali se posta all’inizio della fioritura; riduce il rischio di marciume dei frutti e permette la raccolta anche nelle giornate di pioggia. All’interno della struttura è importante evitare sbalzi termici ed arieggiare molto le piante soprattutto in fioritura; meglio qualche giorno di ritardo nella raccolta piuttosto che produrre frutti deformati o affetti da marciumi. La temperatura all’interno del tunnel non deve superare di giorno i 28-30°C, né si debbono formare fenomeni di condensa di umidità in quanto possono causare scottature fogliari e marciumi di fiori o frutti. È quindi importante l’apertura e la chiusura dei tunnel (singoli o multipli).

Fragole rifiorenti (Neutrodiurne)

 

AROMAS*

Origine: Università di California, USA 
Editore: Eurosemillas, Spagna
Pianta: vigorosa (più di Selva), a portamento espanso; inizia a produrre qualche giorno dopo Selva.
Frutto: di grossa pezzatura, a forma conica piuttosto regolare; elevata la consistenza della polpa, buono il sapore e la tenuta dei frutti nel post raccolta. Molto interessante per la produzione elevata e costante, l’aspetto attraente e la qualità dei frutti.

 

SELVA

Pianta: indicata per gli ambienti settentrionali di pianura e di montagna; non molto vigorosa, ma di produzione elevata e costante.
Frutto: grosso, di pezzatura costante durante il lungo arco di raccolta, presenta un bel colore rosso intenso, brillante; la polpa è soda, di buona tenuta in pianta e di elevate caratteristiche organolettiche (molto dolce). 

 

Fragole per ambienti meridionali (Unifere / Brevidiurne)

 

CAMAROSA*

Origine: Università di California, USA
Editore: Eurosemillas, Spagna
Pianta: di vigoria elevata, produzione elevata e costante. Si adatta bene all’utilizzo di piante fresche.
Frutto: di grossa pezzatura ed ottima tenuta nel post raccolta, di forma conico-appiattita, di colore rosso intenso; il sapore è buono; la polpa è rosso intensa, consistente, mediamente aromatica. Varietà consigliata per gli ambienti meridionali, produce costantemente frutti con caratteristiche idonee alle attuali richieste del mercato.

 

 

FESTIVAL*

Origine: Università di Florida, USA
Editore: EMCO CAL Epoca di raccolta: molto precoce (-10 gg Camarosa).
Pianta: di medio vigore e buon accestimento; portamento espanso, produttività elevata e costante. La fioritura è elevata, i fiori hanno un’elevata fertilità del polline.
Frutto: di grossa pezzatura, di forma piuttosto conica molto bella. Il colore è rosso brillante, uniforme; la polpa è rossa, di buona consistenza ed elevate caratteristiche organolettiche.
La varietà ha un basso fabbisogno in freddo invernale, è consigliata per la coltivazione in zone che esaltano la precocità, portando a maturazione frutti superiori per qualità agli standard conosciuti per il periodo precoce. Interessante la presenza di lunghe infiorescenze, che favoriscono le operazioni di raccolta dei frutti.

 

FLORIDA FORTUNA*

Epoca di raccolta: precocissima
Origine: Università di Florida, USA
Editore: EMCO CAL
Pianta: di medio vigore, necessita di terreni vergini ben fumigati.
Produttività elevata, pari a quella di Camarosa; fiori ricchi di polline, assenza di frutti deformati.
Frutto: di calibro grosso, superiore a Camarosa durante tutto il periodo di raccolta, resistente alle manipolazioni e ai trasporti. Elevata brillantezza e luminosità del colore; sapore eccellente, pari a Candonga®Sabrosa per grado zuccherino (7,8-8 gradi Brix) e per aroma.

 

Fragole per ambienti settentrionali

 

ONDA*

Epoca di raccolta: medio-tardiva (18- 22 maggio in Emilia- Romagna).
Origine: CRA-FRF Forlì, Italia
Editore: CRPV Italia
Pianta: di medio vigore e accestimento; portamento intermedio, produttività elevata e costante.
La fioritura è tardiva e di elevata intensità.
Frutto: di grossa pezzatura, presenta forma conico-arrotondata, irregolare nei primari; il colore è rosso brillante uniforme, costante anche in caso di innalzamenti termici; la polpa è rossa, di buona consistenza e medio-buone caratteristiche organolettiche.
La varietà è adatta alla coltura di pieno campo negli ambienti settentrionali; produce costantemente un elevato numero di frutti, molto grossi soprattutto nei primi stacchi; si consiglia di sostenere la pianta con le fertirrigazioni anche durante il periodo della raccolta.

 

 

EVA*

Epoca di raccolta: medio-precoce.
Origine: CRA-FR Forlì - ISF Verona - APO Scaligera, Italia
Editore: CRPV Italia
Pianta: vigorosa, di medio accestimento, a portamento piuttosto rado; la produttività è medio-elevata sia nel periodo autunnale, sia in primavera; la fioritura è intermedia, di intensità elevata.
Frutto: di grossa pezzatura, soprattutto in coltura fuori suolo, di forma conico-allungata, di superficie molto resistente, di colore rosso-aranciato anche in autunno, uniforme, molto brillante e attraente anche durante i periodi più caldi in primavera; polpa di colore rosso chiaro, consistente, aromatica, l’equilibrato rapporto zuccheri/acidi conferisce ai frutti buone caratteristiche gustative; Il distacco dei frutti alla raccolta è mediamente agevole, ma l’habitus vegetativo della pianta piuttosto rado, consente ugualmente una elevata resa di raccolta. In campo è risultata tollerante ad antracnosi e mediamente suscettibile a oidio, vaiolatura fogliare, batteriosi (Xanthomonas fragariae) e ai patogeni dell’apparato radicale.

Dai saggi effettuati in laboratorio con inoculazioni artificiali è risultata tollerante a Colletotricum acutatum e suscettibile ad Alternaria alternata. Varietà adatta alle colture protette degli areali veronese e cesenate. Interessanti i risultati nella coltura autunnale veronese, in suolo e in coltura fuori suolo, dove ha evidenziato un buon comportamento produttivo. Si è decisamente distinta dalle altre cultivar di pari epoca di maturazione per alcune caratteristiche qualitative del frutto, la notevole consistenza della polpa unita a una forma conica-allungata, buona pezzatura, sufficiente dolcezza ed aroma, colorazione non troppo intensa.

 

Nuove varietà italiane di fragola in corso di sperimentazione

 

Su Licenza del Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura - Unità di Ricerca per la Frutticoltura di Forlì (CRA-FRF)

 

GARDA*

Ottenuta nell’ambito del Progetto di breeding cofinanziato da Provincia e Associazioni di produttori di Verona e condotto da un gruppo di lavoro costituito da due Istituzioni scientifiche (CRA-FRF e Istituto Sperimentale di Frutticoltura-Provincia di Verona) e da due Organizzazioni di produttori veronesi (Aposcaligera e COZ). La pianta è adatta agli ambienti colturali settentrionali, presenta un’epoca di maturazione precoce (leggermente più tardiva di Alba e con maggiore scalarità di raccolta). Il miglior comportamento si ha nei terreni fertili e fumigati. La pianta è di medio vigore e di portamento piuttosto espanso; è suscettibile all’antracnosi e all’oidio. Il frutto è di bell’aspetto, forma conica, sempre regolare, colore rosso brillante, talvolta intenso nei periodi più caldi; la polpa è consistente e la superficie è molto resistente alle manipolazioni, di buona qualità gustativa grazie all’elevata dolcezza ed equilibrata acidità. Va sottolineata la notevole facilità di raccolta e la possibilità di allungare il periodo fra uno stacco e l‘altro. La diminuzione della pezzatura nella seconda parte della raccolta, soprattutto in concomitanza di innalzamenti termici e carichi produttivi molto elevati, può rappresentare un limite di questa varietà.

La pianta di fragola ha una particolare esigenza nutrizionale nei periodi di differenziazione a fiore delle gemme, fioritura e maturazione dei frutti.

 

La notevole eterogeneità degli ambienti di coltivazione italiani, le diverse modalità di coltivazione e l'ampio panorama varietale hanno portato un vasto bagaglio di informazioni, indispensabile a formulare corretti piani di fertilizzazione. Per una produzione di 10 t ad ettaro, il fragoleto necessita di: 35 kg di azoto, 25 di fosforo e 65 di potassio. Questi valori sono solo di riferimento in quanto bisogna tener conto di fattori come la composizione del terreno, la sua fertilità e gli eventuali apporti alle precedenti colture (rotazioni/ sovesci).

 

 

Di fondamentale importanza è l’apporto di sostanza organica sottoforma di letame o concimi organici pellettati; le funzioni più importanti svolte dalla sostanza organica sono a livello sia nutrizionale, in quanto mette a disposizione della pianta nutrienti in forma mobile, sia strutturale perché migliora la struttura e la fertilità del terreno. Per tale motivo è buona norma, prima della lavorazione del terreno, eseguire una buona letamazione o apportare prodotti ammendanti di elevata qualità con un rapporto C/N superiore a 15.

 

  • L'azoto (N) è l'elemento che influisce maggiormente sull'attività vegetativa e produttiva delle piante. Buone produzioni, sia quantitative che qualitative, sono infatti ottenute da piante che per tutto il ciclo colturale dispongono di adeguate quantità di questo elemento. Un'elevata disponibilità d'azoto è richiesta nel periodo successivo alla piantagione, fase nella quale lo sviluppo vegetativo delle piante è intenso e necessario per raggiungere un buon accestimento, presupposto basilare per avere un elevato numero di gemme a fiore e quindi di produzione. Alla ripresa vegetativa primaverile è necessario intervenire con apporti azotati equilibrati e più limitati, rispetto all’autunno poiché un’eccessiva disponibilità può influire negativamente sulle caratteristiche dei frutti (sapore, consistenza, grado zuccherino, acidità, maggiore suscettibilità ai marciumi).

 

  • Il fosforo (P) è un elemento che favorisce la produttività ed una maggiore resistenza agli stress termici delle piante, in particolar modo alle basse temperature. Solitamente la dotazione di fosforo in molti terreni soddisfa le esigenze nutrizionali della fragola, anche se in alcuni casi (elevata presenza di calcare attivo) si può verificare una sua immobilizzazione che può rendere difficoltoso l'assorbimento. La presenza di micorrize nell'apparato radicale della fragola agevola l'assorbimento di questo elemento.

 

  • Il potassio (K) è l'elemento più asportato dalla fragola ed esplica un’azione positiva non solo sull'entità della produzione, ma anche sulle caratteristiche qualitative dei frutti. Un’adeguata disponibilità di K oltre che indurre un anticipo di maturazione, aumenta il contenuto in zuccheri solubili, acidità totale e sostanza secca del frutto. L’assorbimento del potassio avviene principalmente dopo la ripresa vegetativa primaverile, la fioritura e l’inizio maturazione dei frutti dove vi è una sua elevata traslocazione dalle foglie ai frutti. Il calcio (CA) è un mesoelemento importante per la fragola per lo sviluppo delle radici ed è un costituente essenziale delle membrane cellulari. Il calcio attiva molti sistemi enzimatici e regola l’assorbimento dei nutrienti, viene asportato costantemente dalla pianta e localizzato soprattutto nelle radici e nelle foglie. Il periodo più importante per eventuali apporti va dalla ripresa vegetativa alla fioritura. Anche gli asporti di tutti i microelementi (Ferro, Manganese, Boro, Rame, Zinco) sono concentrati dalla ripresa vegetativa fino alla fioritura; l’elemento più asportato è il ferro, soprattutto nelle prime fasi del risveglio, per cui si rendono necessari appositi apporti attraverso interventi di fertirrigazione.

 

LINEE GUIDA NAZIONALI DI PRODUZIONE INTEGRATA/2017/sezione tecniche agronomiche

Fragola – Concimazione Azoto
Quantitativo di AZOTO da sottrarre (-) alla dose standard in funzione delle diverse condizioni:

Apporto di AZOTO standard in situazione normale per una produzione di: 24-36 t/ha:

 

DOSE STANDARD: 120 kg/ha di N;

Quantitativo di AZOTO che potrà essere aggiunto (+) alla dose standard in funzione delle diverse condizioni. Il quantitativo massimo che l’agricoltore potrà aggiungere alla dose standard anche al verificarsi di tutte le situazioni è di: 40 kg/ha:

  • 20 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 24 t/ha;
  • 20 kg: in caso di elevata dotazione di sostanza organica (linee guida fertilizzazione);
  • 20 kg: negli altri casi di prati a leguminose o misti
 
  • 20 kg: se si prevedono produzioni superiori a 36 t/ha;
  • 20 kg: in caso di scarsa dotazione di sostanza organica (linee guida fertilizzazione);
  • 15 kg: in caso di forte lisciviazione dovuta a surplus pluviometrico in specifici periodi dell’anno (es. pioggia superiore a 300 mm nel periodo ottobre- febbraio);
  • 50 kg: in caso di produzione sia autunnale che primaverile (indipendentemente dal vincolo max di 40 kg/ha).

 

Fragola - Concimazione Fosforo
Quantitativo di P2O5 da sottrarre (-) alla dose standard:

Apporto di P2O5 standard in situazione normale per una produzione di: 24-36 t/ha:

DOSE STANDARD

Quantitativo di P2O5 che potrà essere aggiunto (+) alla dose standard:

  • 20 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 24 t/ha.
  • 80 kg/ha: in caso di terreni con dotazione normale;
  • 100 kg/ha: in caso di terreni con dotazione scarsa;
  • 0 kg/ha: in caso di terreni con dotazione elevata.
  • 20 kg: se si prevedono produzioni superiori a 36 t/ha;
  • 10 kg: in caso di scarsa dotazione di sostanza organica (linee guida fertilizzazione);
  • 40 kg: in caso di produzione sia autunnale che primaverile.

 

Fragola - Concimazione Potassio
Quantitativo di K2O da sottrarre (-) alla dose standard:

Apporto di K2O standard in situazione normale per una produzione di: 24-36 t/ha:

DOSE STANDARD

Quantitativo di K2O che potrà essere aggiunto (+) alla dose standard:

  • 30 kg: se si prevedono produzioni inferiori a 24 t/ha;
  • 130 kg/ha: in caso di terreni con dotazione normale;
  • 200 kg/ha: in caso di terreni con dotazione scarsa;
  • 0 kg/ha: in caso di terreni con dotazione elevata.
  • 30 kg: se si prevedono produzioni superiori a 36 t/ha;
  • 80 kg: in caso di produzione sia autunnale che primaverile.