STATO E TENDENZA DELL’AGRICOLTURA BIOLOGICA IN ITALIA
In Europa, l’Italia è seconda solo alla Spagna per superficie destinata all'agricoltura biologica. Si tratta di un settore che dal 1990 è cresciuto a un ritmo più sostenuto rispetto ad altri Paesi dell’UE, sia in termini di superfici sia per il numero di operatori. Dopo una lieve inversione di tendenza fra il 2002 e il 2004, con una riduzione di entrambi gli indicatori, dal 2005 il trend è tornato positivo, e la nuova ripresa del settore è dovuta all'approvazione dei Piani di sviluppo rurale, attraverso le misure e le azioni orientate, a cura di molte Regioni, verso l'agricoltura biologica. Le superfici investite e convertite ad agricoltura biologica sono pari a 1.167.362 ettari (dati 2012), con un incremento rispetto all'anno precedente di circa il 6,4%. L’agricoltura biologica interessa il 9,7% della SAU (Superficie agricola utilizzata) nazionale.
Dall'analisi dei dati, risulta che gli operatori del settore sono 49.709 (cfr.Tab.1), di cui circa l'81% produttori esclusivi, seguiti dai preparatori, che includono le aziende che effettuano attività di vendita al dettaglio (11,3%), dai preparatori misti, ossia produttori (7,4%) e importatori (0,6%). Gli operatori del settore, attualmente, si distribuiscono, prevalentemente nelle regioni del Sud Italia, al primo posto la Sicilia, seguita da Calabria e Puglia, mentre la leadership per numero di imprese di trasformazione spetta all'Emilia Romagna, seguita dal Veneto. È rilevante la crescita della produzione biologica in Puglia negli ultimi anni, sia per numero di aziende agricole sia per superficie coltivata, ed è stata favorita dall'apertura del bando per la presentazione delle domande di aiuto, ad aprile 2012, relativamente all'azione agricoltura biologica della misura agro ambientale del Psr.
Circa il 50% della superficie nazionale coltivata con metodo biologico riguarda il foraggio, i cereali e i pascoli, poi seguono le coltivazioni arboree, in particolare olivo, vite, agrumi e frutta (24%). Le produzioni zootecniche presentano, negli ultimi anni, un aumento importante per il numero dei capi allevati in regime di zootecnia biologica, fatta eccezione per i caprini che hanno registrato un lieve decremento.
Le aziende agro-zootecniche condotte in Italia secondo i metodi dell’agricoltura biologica sono 7.700 (dati 2012), circa il 12% in più rispetto degli anni precedenti. Rispetto al 2011 l’aumento del numero dei capi biologici è particolarmente marcato con riferimento all'allevamento suinicolo (+32,2%), mentre più contenuto risulta quello dei bovini (+5,2%) e degli ovi-caprini (+1,2%). Anche per quanto riguarda le superfici foraggere, di supporto all'allevamento dei capi bovini e ovi-caprini, risulta un incremento pari a circa 19.500 ettari (+3,7%) rispetto al 2011(cfr.Tab2).
Il quadro normativo per i prodotti dell’agricoltura biologica è definito a livello comunitario dai Regolamenti n. 834/2007 CE, n. 394/2007 CE e n. 870/2004, che contribuiscono alla promozione dell’utilizzo sostenibile del territorio, alla tutela dell’ambiente e alla salvaguardia del paesaggio. Tali obiettivi sono perseguiti attraverso norme che interessano i metodi di produzione, l’etichettatura dei prodotti, il sistema dei controlli, i provvedimenti finanziari di sostegno all'agricoltura biologica e integrata, le misure adottate per la tutela dell’ambiente agricolo e della sua biodiversità.
Per quanto riguarda l'agricoltura biologica, nel Regolamento sulla produzione ed etichettatura dei prodotti biologici (n. 834/2007/CEE) sono contenute diverse novità: l’uso del marchio biologico UE obbligatorio, anche accompagnato da altri marchi, nazionali o privati; indicazioni/informazioni precise sul luogo di provenienza dei prodotti; utilizzo del marchio biologico solo per i prodotti alimentari che contengono almeno il 95% di ingredienti biologici, mentre per quanto riguarda i prodotti non biologici potranno essere indicati, nella composizione, gli eventuali ingredienti biologici contenuti.
Il Regolamento, inoltre, ribadisce l’assoluto divieto di utilizzare OGM nella produzione biologica, precisando che il limite generale dello 0,9% per la presenza accidentale di OGM autorizzati si applica anche ai prodotti biologici. Il Regolamento è stato poi completato da un altro, il n.889/2008, che stabilisce norme più specifiche e dettagliate: in particolare precisa quali siano i requisiti di origine degli animali, le norme di allevamento, la profilassi e i trattamenti veterinari; definisce specifici indirizzi riguardo l’etichettature e delibera i requisiti minimi per il regime di controllo.
Tab 1-Ripartizione aziende biologiche per regioni
Regioni | Produttori esclusivi | Preparatori esclusivi | Importatori * | Produttori/ preparatori | Totale al 31/12/2012 |
Piemonte | 1.282 | 354 | 38 | 225 | 1.899 |
Valle d'Aosta | 74 | 7 | 0 | 9 | 90 |
Lombardia | 873 | 605 | 46 | 173 | 1.697 |
PP.AA.TN e BZ | 1.091 | 288 | 9 | 144 | 1.532 |
Veneto | 960 | 518 | 52 | 216 | 1.746 |
Friuli-Venezia Giulia | 269 | 100 | 4 | 43 | 416 |
Liguria | 219 | 94 | 9 | 57 | 379 |
Emilia-Romagna | 2.555 | 692 | 56 | 301 | 3.604 |
Toscana | 2.344 | 442 | 22 | 722 | 3.530 |
Umbria | 960 | 121 | 7 | 127 | 1.215 |
Marche | 1.668 | 192 | 6 | 141 | 2.007 |
Lazio | 2.764 | 327 | 6 | 205 | 3.302 |
Abruzzo | 1.246 | 191 | 4 | 110 | 1.551 |
Molise | 182 | 35 | 1 | 18 | 236 |
Campania | 1.454 | 303 | 5 | 134 | 1.896 |
Puglia | 5.377 | 462 | 10 | 262 | 6.111 |
Basilicata | 1.033 | 77 | 0 | 70 | 1.180 |