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Strumenti e tecniche innovative per la gestione razionale delle risorse idriche

Fonte: Rivista "Uva da tavola"
articolo a cura di Vito Pollicoro - Netafim Italia

 

Nei vigneti ad uva da tavola, gli impianti di irrigazione tradizionali sono costituiti da un'ala disperdente posta sull'interfila, sulla quale sono posizionati gocciolatori ad alta portata da 4, 8 e 16 litri, disposti generalmente due per pianta. Con sesti d'impianto tradizionali 2,50 x 2,50 metri , il metodo più diffuso di irrigazione prevede l'utilizzo di gocciolatori da 8 o 16 litri posti tra loro ad una distanza di 1,25 metri (figu­ra 1). L'utilizzo di tale tecnica era legato in passato alla necessità di sviluppare l'apparato radicale su tutta la superficie di terreno al fine di sopperire a turnazioni irrigue molto prolungate ed allo stesso tempo allontanare l'ap­parato radicale dalla piante, in modo da rendere più resistente e più duratura la coltura stessa. Tutto questo chiaramente aveva ed ha ancora oggi delle controindicazioni in quanto, indipendentemente dalla tipologia di suolo, fornire elevate quantità di acqua in maniera concentrata, soprattutto in terreni particolarmente drenanti, ricchi di scheletro oppure sabbiosi e sciolti, comporta un eccessivo percolamento dell'acqua a fronte di elevati volu­mi irrigui utilizzati.

 

In tal caso appare evidente come sia chiaramente impossibile gestire correttamente anche la fertirrigazione.


Una ulteriore controindicazione di un impianto tradizionale è legata all'elevato utilizzo di energia da parte della pianta per lo sviluppo dell'appa­rato radicale che, pur essendo fondamentale per la crescita e lo sviluppo vegetativo, non rappresenta la componente di interesse produttivo. Ra­gion per cui, riuscire a contenere l'apparato radicale migliora la gestione e di conseguenza l'equilibrio vegeto produttivo della coltura.

Inoltre, l'apparato radicale col sistema tradizionale risulta molto più sviluppato nella parte centrale dell'interfila, dove è posizionato generalmente l'impianto di irrigazione. Ciò comporta, in caso di copertura con film plastici e al verificarsi di precipitazioni abbondanti che ricadono dallo sgrondo del telo esattamente dove è posto l'impianto di irrigazione, un eccessivo volume di acqua che crea ulteriori squilibri.


L'ala disperdente sulla fila

Nella figura 2 è presente un vigneto ad uva da tavola con ala disperdente posta sulla fila sotto il colmo del telo. Sull'ala disperdente sono disposti 3 gocciolatori di più bassa portata, al fine di creare una sorta di striscia continua di irrigazione, limitando i volumi idrici ed un eccessivo percolamento e compattamento del suolo.

Si tratta anche in questo caso di un tipo di irrigazione tradizionale, in quanto non impedisce lavorazioni incrociate del suolo, ma allo stesso tempo rispecchia il concetto delle moderne tecniche di irrigazione che portano la distribuzione dell'acqua nella fila, con l'obiettivo di sviluppare l'apparato radicale nei pressi della pianta.


Grandi volumi di acqua, uniti al passaggio di mezzi pesanti (trattori, atomizzatori, ecc.), portano ad un compattamento dei suoli, soprattutto se argillosi e con una buona componente colloidale. Quindi, per chi ancora utilizza tali tecniche di irrigazione, diventa fondamentale lavorare ed arieggiare il terreno per evitare condizioni che impediscano alla pianta di vegetare, accrescersi ed essere produttiva.

 

Nei terreni sciolti questo fenomeno è sicuramente meno accentuato e, col passaggio di mezzi agricoli subito dopo l'irrigazione, questi non si compattano. In questa tipologia di terreno però le tecniche di irrigazione tradizionali sono assolutamente deleterie, poiché la risorsa idrica tende a percolare in profondità riducendo la percentuale di acqua utile per la pianta anche a fronte di turnazioni irrigue elevate, in quanto si verifica un veloce passaggio da una situazione di saturazione ad una di deficit idrico in tempi molto brevi. La quota di acqua disponibile per la pianta è, quindi, sempre molto bassa.

Ala gocciolante autocompensante

Nella figura 4 si vede un impianto di uva da tavola irrigato con un'ala gocciolante autocompensante poggiata su suolo. Questa tecnica di irrigazione si basa sull'utilizzo di erogatori a bassa portata (da 1 a 3 l/h) che permettono di avere una striscia bagnata senza solu­zione di continuità, limitando compat­tamento e, soprattutto, percolamento e perdite di acqua. Con tale tecnica si soddisfano a pieno le esigenze idriche che per la vite ad uva da tavola posso­no raggiungere anche i 60 metri cubi giornalieri. 



L'obiettivo è quindi quello di creare una striscia bagnata di terreno attraversata da un apparato radicale, definito rizoplano, con grande capacità di assorbimento e sviluppato nei pressi della pianta stessa. Questa tecnica di irrigazione, oltre chiaramente a ridurre notevolmente le perdite per percolamento e per evaporazione (limitando la concentrazione di sali nella soluzione circolante) offre l'opportunità di non la­vorare il terreno in maniera incrociata, evitando quindi il compattamento della superficie dove più si sviluppa l'appa­rato radicale, che si presenta vitale ed estremamente efficiente in termini di assorbimento di acqua e, soprattutto, di adsorbimento di elementi nutritivi. In se­guito alla realizzazione di uno scavo, si evidenzia un apparato radicale molto attivo nella fascia superficiale del ter­reno, caratteristica che dovrebbe rappresentare la normalità di tutti vigneti, sia in presenza di suoli pesanti e argil­losi che tendono a compattarsi, sia in terreni sciolti dove le eccessive perdite per percolamento portano l'apparato radicale a svilupparsi in maniera molto contenuta e localizzata solo dove è pre­sente acqua.

 

Ulteriore vantaggio di tale impianto di irrigazione è legato all'uso efficiente della risorsa idrica. Utilizzare un'ala autocompensante funzionale come quella Netafim, consente di avere una distribuzione uniforme dell'acqua su tutta la superficie del terreno ed una gestione ottimale delle tecniche di fertirrigazione, permettendo uno sviluppo sempre controllato della pianta senza squilibri vegeto-produttivi.



Sub-irrigazione

Infine, un ulteriore tecnica di irrigazione che si sta dif­fondendo già da diversi anni su diverse colture è la su­birrigazione, che consiste nel porre un ala autocompen­sante con caratteristiche tecniche specifiche per questo tipo di applicazione.

Per tale tecnica è fondamentale avvalersi di un prodotto con sistema anti-sifone ed an­ti-intrusione radicale e, soprattutto, di tecnici ed installatori competenti in questa tipologia di impianto.
Si tratta di un sistema che permette di limitare ulteriormente l'evaporazione e di utilizzare la soluzione circolante tal quale, ottimizzando ulteriormente costi e benefici.

Conclusioni

Le tecnologia utilizzabili oggi sull'ir­rigazione sono notevoli, pertanto è indispensabile poterle utilizzare per essere più competitivi in termini di gestione dei costi e soprattutto della produttività. È importante avvalersi anche di tecniche e prodotti che per­mettono di determinare l'umidità del terreno e di stazioni meteorologiche in grado di valutare una serie di pa­rametri che consentono di compren­dere i volumi corretti da apportare al suolo. Fermo restando che questo tipo di tecnologie può essere utile solo quando l'impianto di ir­rigazione è realizzato con criteri di efficienza e di uniformità ed è in grado di garantire una gestione ottimale della distribuzione idrica e dei nutrienti.

Gestione razionale delle risorse idriche

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