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Fonte: periodico "Vite & vino"
Articolo a cura di Riccardo Castaldi, Cesari Intrieri 

 

 
La defogliazione può essere attuata in varie fasi fenologiche, a seconda dell'obiettivo da raggiungere, ad esempio se effettuata all'inizio della fioritura si ottengono grappoli più spargoli, in post-allegagione si favorisce il mantenimento di condizioni sanitarie del grappolo ottimali, oppure a inizio invaiatura per ritardare la maturazione.

 

In un recente passato la defogliazione della vite veniva eseguita manualmente, per lo più al fine di scoprire i grappoli nell'ultima fase del processo di maturazione, e pertanto era riservata esclusivamente ai vigneti in grado di produrre vini di pregio, riconosciuti come tali dal mercato.

 

Negli ultimi anni, peraltro, questa tecnica ha iniziato a prendere piede su scala più ampia proprio per la progressiva diffusione delle defogliatrici meccaniche, che l'hanno resa possibile a costi significativamente più contenuti.

 

Oggi sono infatti disponibili molti modelli di macchine, sia di tipo interfilare sia scavallatrici bilaterali, il cui impiego è soprattutto utile nelle aziende di dimensioni medio-grandi, dove per motivi economici non sarebbe possibile la defogliazione manuale.


Grazie alle ricerche sulla fisiologia della vite portate avanti da alcune università italiane e straniere, la defogliazione ha inoltre assunto un'importanza crescente in quanto è divenuta l'operazione di potatura verde in assoluto più articolata e versatile, ovvero un valido strumento a disposizione dei viticoltori che può essere utilizzato per perseguire scopi estremamente diversificati. Variando infatti l'epoca di intervento e la fascia di foglie verso cui viene rivolta, la defogliazione può modificare il microclima interno della chioma, interferire sulla morfologia del grappolo, condizionare il processo di maturazione e migliorare l'efficienza della vendemmia.

 

L'interesse nei confronti di questa operazione è testimoniato anche dallo sforzo compiuto dalle ditte costruttrici, che hanno portato alla creazione di un'ampia gamma di defoglitrici basate su soluzioni tecniche differenti (aspirazione diretta, tamburi aspiranti rotativi, aria compressa). Di seguito verranno presi in considerazione gli aspetti principali per l'esecuzione dei vari tipi di defogliazione e saranno sintetizzati i risultati conseguibili con i diversi interventi.



DEFOGLIAZIONE IN FIORITURA

Va eseguita all'inizio della fioritura (defogliazione «precoce»), quando la pianta presenta indicativamente un numero ancora molto limitato di fiori aperti (possibilmente non più del 10%), e l'intervento deve essere in grado di eliminare in tutto o in parte le foglie presenti sui primi 6-7 nodi basali dei germogli uviferi, cioè le foglie che in questa fase fenologica portano nutrimento ai bottoni fiorai delle infiorescenze.

 

Lo scopo di questo intervento è quello di determinare una diminuzione della fotosintesi e un conseguente stress nutrizionale che si ripercuote negativamente sul processo di allegagione, con una maggiore incidenza di aborti fiorali e cascola, che portano all'ottenimento di grappoli più spargoli rispetto alla media del vitigno, e quindi meno sensibili agli attacchi di botrite.

 

La defogliazione a inizio fioritura può essere vantaggiosamente utilizzata soprattutto sulle varietà dotate di grappoli compatti, che sono particolarmente predisposti allo sviluppo del fungo.

 

Si deve infatti considerare che nella fase fenologica in cui la defogliazione deve essere applicata le infiorescenze sono molto sensibili alle malattie, e l'eliminazione delle foglie basali contribuisce a creare in prossimità dei grappoli condizioni microclimatiche che contrastano lo sviluppo delle crittogame e favoriscono un'ottimale irrorazione dei grappoli stessi da parte dei prodotti fitoiatrici distribuiti.


Nello stesso tempo la minore allegagione comporta un abbassamento produttivo, che nelle varietà molto fertili può essere del 20-30% e può sostituire il costoso diradamento manuale dei grappoli, migliorando la qualità dell'uva (più zuccheri, meno acidità, maggiore contenuto di antociani e polifenoli).

È interessante notare che i grappoli presenti sui germogli defogliati risultano anche più resistenti alle scottature rispetto a quelli ombreggiati dalle foglie, a seguito di un processo di adattamento degli acinelli, i cui tessuti epidermici sono esposti direttamente alla luce solare fin dalle prime fasi di crescita. Inoltre, la defogliazione precoce stimola lo sviluppo delle femminelle, che in tempi relativamente brevi ricostituiscono nelle zone basali dei germogli una superficie fogliare attiva, la quale nel periodo estivo aiuta i grappoli a proteggersi dagli eccessi termici.


È importante ricordare che questo tipo di defogliazione deve essere fatto all'apertura dei primi fiori, poiché intervenendo in stadi di fioritura più avanzati l'effetto dell'eliminazione delle foglie basali sull'allegagio­ne risulta essere via via più blando, fino ad annullarsi completamente.


DEFOGLIAZIONE POST-ALLEGAGIONE

La si esegue a partire dalla fine dell'allegagione a carico delle foglie basali del germoglio e persegue lo scopo di migliorare l'esposizione dei grappoli ad aria e luce, in modo da favorire il mantenimento di condizioni sanitarie ottimali. Se eseguita immediatamente dopo l'allegagione, gli acini sono ancora in sviluppo e la defogliazione può ancora determinare una loro maggiore resistenza alle scottature, come avviene nel caso della defogliazione a inizio fioritura.

 

La precocità dell'intervento consente inoltre alla pianta, in modo simile a quanto avviene per la defogliazione in fioritura, di ricostituire progressivamente la chioma a protezione dei grappoli nei mesi più caldi dell'estate.

 

La possibilità che si verifichino delle ustioni tende comunque ad aumentare rapidamente quanto più l'operazione viene procra­stinata, dal momento che espone, in maniera repentina, acini sviluppatisi in condizioni di ombra all'azione diretta dei raggi solari. In definitiva la defogliazione eseguita nella fase fenologica della post-allegagione si ritiene correttamente modulata quando rende visibile circa il 50% della superficie dei grappoli presenti e non quando li scopre completamente.

 

Nel caso specifico del Sauvignon, una maggiore esposizione dei grappoli alla luce persegue anche lo scopo di ridurre la componente aromatica metossipirazinica e permette di ottenere vini con sentore di peperone verde meno marcato e un profilo aromatico nel complesso più equilibrato.


Considerando i cambiamenti climatici verificatisi negli ultimi 20 anni, che hanno portato a un incremento delle temperature massime e delle intensità luminose, è opportuno considerare che la defogliazione a fine allegagione deve essere oggi molto più calibrata rispetto al passato, in modo da evitare scottature e comunque condizioni di luce troppo diretta che potrebbero interferire negativamente con il processo di maturazione. Negli ambienti più caldi, e per i vitigni ritenuti più sensibili, può quindi essere opportuno ridurne l'intensità o riservare l'intervento solo al lato del filare esposto a Nord, nel caso di impianti con filari aventi orientamento Est-Ovest, o al lato del filare esposto «a mattina», cioè a Est, nel caso di filari con orientamento Nord-Sud.

La defogliazione nella vite, a seconda del momento in cui viene eseguita  e della fascia di foglie interessate dall'operazione, può migliorare la qualità
e la sanità dei grappoli (se realizzata a inizio fioritura) oppure permette di limitare gli effetti del cambiamento climatico (se effettuata in post-invaiatura)


DEFOGLIAZIONE A INIZIO INVAIATURA

È stata messa a punto di recente, al fine di contrastare gli effetti indesiderati che gli aumenti termici stagionali dovuti al cambiamento climatico hanno determinato sul processo di maturazione, che risulta accelerato e porta ad accumuli zuccherini troppo repentini, con uno sfasamento eccessivo rispetto alla maturazione delle componenti fenoliche e aromatiche. In questa fase fenologica la defogliazione deve essere eseguita nella parte medio-alta dei germogli, e interessare indicativamente la zona di 30-40 cm al di sopra della fascia produttiva, dove sono presenti foglie ancora attive sotto il profilo fotosintetico. Un corretto intervento dovrebbe eliminare circa il 50% delle foglie della zona trattata, ma lasciare integre le foglie basali ombreggianti i grappoli e quelle più giovani della parte terminale dei germogli.


In pratica, la defogliazione a inizio invaiatura dovrebbe quindi determinare l'apertura di una «finestra» nella parete vegetativa, eliminando solo una parte della superficie fogliare assimilante. Ciò che ne consegue è una riduzione della sintesi totale degli zuccheri con un rallentamento del loro trasferimento all'interno degli acini. Il ritardo della maturazione tecnologica ottenuto con questa tecnica consente di posticipare la vendemmia e di ridurre lo sfasamento con la maturazione fenolica.

 

Per ottenere tale risultato si deve però intervenire tempestivamente, quando la gradazione zuccherina delle bacche è ancora non superiore ai 12­-15° Brix, poiché è stato dimostrato che intervenendo successivamente l'efficacia della defogliazione risulta fortemente ridotta.

 

Operando al momento giusto si ottiene un ritardo nell'accumulo di zuccheri, che può arrivare fino a 1 mese prima di raggiungere la stessa concentrazione zuccherina che si registra nelle piante non defogliate.

 

Il ritardo nell'accumulo di zucchero non è accompagnato da variazioni significative di pH e acidità totale rispetto alla maturazione più accelerata delle piante non defogliate.

 

Questo posticipo si riflette quindi positivamente sull'evoluzione fenolica e aromatica dell'uva e, di conseguenza, sulle caratteristiche organolettiche del vino.


Recentemente è stato dimostrato che anche la tecnica della doppia potatura può determinare, accanto a una riduzione produttiva, un certo ritardo nell'accumulo degli zuccheri.

 

Rispetto alla doppia potatura, che per ritardare la maturazione deve essere applicata all'inizio della stagione vegetativa, la defogliazione in invaiatura ha il vantaggio di essere eseguita a stagione inoltrata, in un periodo in cui è possibile valutare l'effettivo decorso del processo di maturazione e stimare con precisione eventuali anticipi rispetto alla media delle annate, intervenendo solo se effettivamente necessario.


DEFOGLIAZIONE IN POST-INVAIATURA

L'intervento di defogliazione viene in questo caso effettuato dopo il completamento del processo di invaiatura, quando le bucce hanno acquisito la colorazione tipica del vitigno e risultano minori i rischi di scottature.

 

La defogliazione deve interessare le foglie basali del germoglio, che in questa fase sono responsabili di un apporto fotosintetico trascurabile, ma con la loro presenza creano ombreggiamento e peggiorano la situazione microclimatica dei grappoli, favorendo lo sviluppo della botrite.

 

Defogliando la zona basale dei germogli è più facile mantenere sulla pianta i grappoli in condizioni di sanità fino al raggiungimento dei parametri di maturazione desiderati, sia tecnologici sia fenolici. Anche in questo caso l'intervento deve essere calibrato come intensità e può essere limitato solo al lato del filare meno esposto ai raggi diretti del sole, al fine di scongiurare il raggiungimento di temperature molto elevate e conseguenti scottature. Anche se in post-invaiatura gli acini sono già ammorbiditi, si è notato come la maggior parte delle macchine disponibili sul mercato non provochino danni significativi in termini di rotture di acini e conseguente fuoriuscita di mosto.

 

In particolare, alcune defogliatrici sono anche assistite da moderne applicazioni sensoristiche, che consentono un accostamento automatico degli organi di lavoro ai filari e facilitano il lavoro degli operatori, evitando in modo totale il contatto e il danneggiamento dei grappoli.


LA DOPPIA POTATURA

Per ridurre l'allegagione e limitare la produzione nelle varietà troppo fertili è stata recentemente sperimentata una tecnica alternativa alla defogliazione meccanica precoce e al diradamento manuale dei grappoli.

 

Questa tecnica conosciuta come «doppia potatura» è utilizzabile soprattutto nelle viti a cordone speronato e consiste nell'effettuare, in periodo di riposo, una prima potatura a 8-10 gemme dei tralci. Questa pre-potatura è facilmente meccanizzabile con apparati di taglio a dischi sovrapposti. La speronatura definitiva manuale viene poi rimandata fino al momento in cui le 2-3 gemme apicali dei tralci stessi siano già schiuse e presentino un germoglio con 1-2 foglioline distese.

 

La competizione nutrizionale dei germogli apicali sulle gemme basali, già entrate in attività meristematica ma ancora apparentemente ferme o in stadio di «fiocco di cotone», determina in queste ultime un effetto «regressivo» a carico dei grappolini in via di sviluppo, riducendone il numero e le dimensioni.

 

L'in­tervento finale di taglio deve quindi essere molto rapido e tempestivo, poiché se viene effettuato in ritardo, quando cioè i germogli apicali hanno già 3-4 foglie distese, le gemme basali possono già aver perduto una consistente parte della loro fertilità e la riduzione produttiva che ne consegue può essere troppo drastica.


DEFOGLIAZIONE IN PRE-VENDEMMIA

Anche questa defogliazione si esegue a carico delle foglie che circondano il grappolo, ma viene effettuata subito prima della raccolta per migliorare l'esecuzione di questa operazione, sia essa manuale o meccanica. Nel caso di vendemmia manuale l'intervento consente di individuare con maggiore rapidità i grappoli ed eseguire più velocemente il loro distacco, con risparmi significativi di manodopera, come dimostrato da prove eseguite. La defogliazione in pre-vendemmia risulta particolarmente utile nei vitigni a bacca bianca  caratterizzati da grappoli piccoli, che si possono nascondere con facilità dietro le foglie, e in presenza di peduncolo corto, dato che permette all'operatore di  distinguere più velocemente il punto in cui tagliare; tra questi vitigni rientrano ad esempio il Sauvignon e il Grechetto gentile.

 

Nel caso della raccolta meccanica, specialmente se i vigneti sono caratterizzati da una fogliosità elevata, il ricorso alla defogliazione della fascia produttiva si ripercuote positivamente sull'efficienza di raccolta, dal momento che risulta più efficace l'azione dei battitori  e minori saranno le perdite occulte, in quanto risulta inferiore la quota di mosto che imbratta le foglie e viene perso.

La defogliazione della vite, come e quando intervenire

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