Concimazione, nuovi approcci per interventi più efficienti
Fonte: periodico "Terra e Vita"
articolo a cura di: Carlo Grignani
Dipartimento Scienze Agrarie Forestali e Alimentari - Università di Torino
Le diverse strategie si integrano e si migliorano, ma restano tra loro interdipendenti. Una modulazione ragionata adatta alla variabilità ambientale.
La concimazione è una scelta tecnica necessaria a ogni sistema colturale moderno, sia esso convenzionale o biologico, intensivo o estensivo. Ogni agricoltore dovrebbe elaborare e aggiornare almeno annualmente e per ogni unità colturale uno proprio specifico piano di concimazione. Questo è il progetto che indica le quantità di elementi nutritivi da apportare, i tipi di fertilizzanti, il frazionamento delle dosi, le epoche e le modalità di distribuzione dei fertilizzanti.
Il ragionamento che porta a tale progetto spesso non è esplicito, ma nascosto sotto vincoli avvertiti come più importanti quali quelli di meccanizzazione, di contingente costo dei fertilizzanti e la difficoltà di accedere ad informazioni agronomiche strutturate. Ne consegue che i criteri che portano a definire il piano di concimazione sono molto diversi a seconda degli obiettivi produttivi, dei vincoli organizzativi dell'azienda agraria e del rapporto tra agricoltore e mondo dell'informazione e assistenza tecnica.
Con il fine di chiarire meglio che caratteristiche dovrebbe avere il piano di concimazione, questo articolo riassume le diverse strategie che con crescente grado di complessità, guidano la fertilizzazione, le pone a confronto e ne evidenzia l'integrazione (figura 1).
Approccio empirico
L'approccio empirico si basa sul fatto che l'agricoltore tenta direttamente di leggere sulla coltura l'effetto del piano di concimazione adottato, ovvero l'effetto delle scelte praticate in quella annata agraria e nello specifico appezzamento. Qualora l'effetto non sia evidente, risulta di conforto il fatto che l'azienda vicina abbia fatto la stessa scelta tecnica o che il suggerimento commerciale sia stato convincente.
Purtroppo molte ricerche agronomiche dimostrano quanto siano variabili nel tempo e nello spazio le risposte alla concimazione delle colture e quanto effetti anche importanti in termini di resa o di qualità possano essere desunti solo come dato medio di molti anni di sperimentazioni (figura 2).
Il successo nell'adottare un nuovo piano di concimazione che preveda di aumentare o ridurre le dosi, suddividerle in modo diverso o impiegare un innovativo tipo di fertilizzante è spesso incerto.
Quasi sempre la fertilizzazione è di più difficile valutazione in campo rispetto ad altri aspetti di agrotecnica, quali ad esempio quelli legati alla difesa delle colture. Inoltre se il problema dell'incertezza sussiste per l'azoto, è ancora più accentuato per altri elementi minerali, fra i quali ad esempio, il potassio, il magnesio o lo zolfo. Detto questo resta dietro che l'ultima valutazione sulla fertilizzazione non può che essere dell'imprenditore e non esistono tecnologie capaci di predeterminare completamente tutte le scelte legate all'adozione del piano di concimazione.
Ciò significa che un certo livello di empirismo resta necessario e che parte delle soluzioni tecniche proposte anche con tecnologie elaborate devono poi essere calibrate localmente anche in modo empirico.
Bilancio semplificato apporti-asporti
Un primo passo per cercare di rendere più oggettivi i criteri di adozione del piano di concimazione è il bilancio di massa, approccio semplificato che calcola le necessità di apporto di elementi nutritivi sulla base degli asporti delle colture. Si è iniziato a ragionare in questi termini già a fine 1800, in Gran Bretagna come evidenziato dalle prime pubblicazioni a commento delle prove di lungo periodo a Rothamsted.
Oggi, più di un secolo dopo, resta ancora il punto di inizio di ogni ragionamento volto alla costruzione del piano di concimazione. Il vantaggio del bilancio semplificato apporti-asporti sta proprio nella semplicità del metodo, e per questue spesso adottato dal decisore pubblico per promuovere l'adozione di buone pratiche di fertilizzazione. Il bilancio semplificato è più interessante per gli elementi nutritivi poco mobili e di più lenta dinamica nel suolo, quindi per il fosforo o il potassio piuttosto che per l'azoto. Non include mai stime di perdite, soprattutto quelle di gas ad effetto serra, quali il protossido di azoto che pesa poco quantitativamente, pur essendo circa 300 volte più impattante della CO2.
Sul piano tecnico-scientifico si impiega oggi per studi a grande scala, quando si vogliono confrontare tra di loro intere regioni, o ampi gruppi di aziende di diversa tipologia, confrontando per esempio l'effetto legato all'adozione o meno di specifiche politiche agro-ambientali quali ad esempio PSR o Direttiva Nitrati.
Il bilancio agronomico dettagliato
Per arrivare a un piano di concimazione che interessi effettivamente l'imprenditore agricolo e per considerare anche l'azoto, che è l'elemento nutritivo più soggetto a veloci dinamiche nel suolo, il bilancio deve essere più articolato e dettagliato.
Deve cioè rendere espliciti i flussi che derivano dal destino dei residui colturali, dalla presenza di prati nella rotazione, dall'azoto-fissazione delle leguminose,dalle deposizioni atmosferiche e dalla mineralizzazione della sostanza organica (figura 3).
È poi importante il fatto che per la redazione del piano di concimazione dettagliato devono essere resi espliciti i coefficienti di efficienza sia degli apporti con concimi minerali e fertilizzanti commerciali, sia degli effluenti zootecnici.
Una volta definite le efficienze di impiego di tutti i fertilizzanti il piano di concimazione quantifica anche i valori complementari all'efficienza, ovvero la voce delle perdite che si ritengono inevitabili.
Il bilancio agronomico dettagliato dovrebbe essere oggi lo standard sul quale poggia la fertilizzazione in tutte le aziende di medie grandi dimensioni in Italia e sarebbe auspicabile potere osservare una maggiore diffusione degli strumenti informatici per la sua gestione.
Tab. 1 - Bilancio agronomico dettagliato
Esempio delle voci che devono essere considerate (secondo la descrizione riportata nel libro Fertilizzazione sostenibile, edito nel 2016 da Edagricole)
Y * b = Bfx + (Da + Mf ± Mc ± S) * Kt + (Fc * Kc + Fo * Ko)
Termine | Descrizione | |
Y | Produzione della coltura | s.s |
b | Contenuto in elementi nutritivi | NPK |
Bfx | Azotofissazione (per le leguminose) | N |
Da | Deposizioni atmosferiche, secche e umide | N |
Mf | Effetto residuo effluenti, compost o ammendanti | N |
± Mc | Mineralizzazione/Organicazione da paglie o residui | N |
± S | Rilascio / immobilizzazione nel suolo | NPK |
Kt | Stagionalità crescita coltura | % |
Fc | Concimi minerali, organo-minerali o organici | NPK |
Fo | Effluenti zootecnici, compost o altri ammendanti | NPK |
Kc e Ko | Coefficienti di efficienza della fertilizzazione | % |
Strategie biostimolanti
Se l'azienda impiega biostimolanti il pieno di concimazione si arricchisce di un'ulteriore valenza. l biostimolanti sono diversi dai classici fertilizzanti perché svolgano complesse funzioni, non tutte ancora chiarite, quali quelle volte a migliorare l'efficienza d'assorbimento dei nutrienti e la tolleranza della pianta e stress abiotici.
Anche quando efficace, l'adozione di strategie di impiego di biostimolanti non elimina la necessità di progettare un piano di concimazione, ma aumenta il valore agronomico del sistema colturale nel suo complesso, consente di raggiungere produzioni e qualità superiori, impiegando al meglio le risorse naturali del suolo. In pratica un piano di concimazione che includa anche l'impiego di biostimolanti deve prevedere asporti stabilmente superiori e più elevati coefficienti di efficienza dei concimi impiegati con riferimento a tutti gli elementi nutritivi.
Fondamentale il supporto digitale
Sebbene la maggior parte delle aziende dovrebbe adottare almeno un piano di concimazione basato sul bilancio agronomico ragionato, i vari tipi di approccio alla concimazione non sono tra loro disgiunti perché non individuano linee di azione totalmente separate.
Ciascuno completa l'altro perché a seconda della soluzione tecnica da adottare può essere più rilevante adottarne uno piuttosto che l'altro.
Sicuramente un sistema agricolo ben gestito deve indirizzarsi ad approcci al piano di concimazione capaci di progressivo adattamento e di rendere evidenti le strategie adottate. È questo il campo di metodi anche complessi, ma basati su efficienti supporti informatici. Anche la concimazione si avvantaggerà della diffusione dell'agricoltura digitale.
Strategie dinamiche di precisione
La fertilizzazione di precisione è uno dei campi di maggiore successo nell'applicazione all'agricoltura delle tecnologie sito-specifiche. Il vantaggio consiste nel modulare nel tempo e nello spazio la concimazione,soprattutto (ma non solo) quella azotata, e rendere cosi il piano di concimazione dinamico.
Senza l'impiego degli indicatori spettrali sfruttati dalle fertilizzazione di precisione l'occhio dell'agricoltore può adattare solo empiricamente la concimazione. La strategia dinamica di precisione completa e migliore il piano di concimazione, ma anch'essa non sostituisce gli approcci precedenti. È applicabile per modulare meglio la distribuzione nello spazio delle concimazioni di fondo fosfo-potassiche o ottimizzare il "dove e il quando" della frazione di azoto dato in copertura, me sempre partendo a un piano di concimazione redatto al meglio dei criteri già visti, che è poi completato sperimentalmente da opportune curve di tarature e dall'impiego di spandiconcimi a rateo variabile.
Il piano di concimazione arricchito dell'approccio dinamico renderà possibile migliorare il coefficiente di efficienza della distribuzione degli elementi nutritivi perché si limitano le perdite, e può aumentare gli asporti e la qualità delle produzioni perché ogni porzione di appezzamento riceve una dose ottimizzata. Tutte le componenti del progetto del piano di concimazione restano ugualmente importanti.