Carbone volante dell'orzo (Ustilago nuda) Avversità >>

Fonte: Malattie dei cereali a paglia - Regione Lombardia

Agente causale:

Ustilago nuda (Jens.) Rostr. (syn Ustilago tritici).

Organi della pianta colpiti: 

Spiga ed embrioni.

Piante ospiti: 

Orzo, frumento tenero e duro.

Sintomi: 

Le piante infette tendono a svettare rispetto alle sane e generalmente spigano con un anticipo di uno, due giorni. La spiga colpita presenta le spighette trasformate in un ammasso di spore di colore bruno-marrone, avvolte da una sottile membrana trasparente di colore argenteo, le ariste sono deformate e spesso completamente assenti.

Dopo la dispersione delle spore il rachide della spiga, che svetta sul piano della coltura, rimane completamente nudo e a volte sono visibili ancora tracce nerastre dovute a residui di spore.

Diagnosi: 

La malattia è di facile identificazione alla spigatura per la comparsa della sintomatologia tipica. La presenza sul seme è evidenziabile, invece, mediante embrio-test, con cui è possibile poi osservare al microscopio ottico il micelio insediato sull'embrione dei semi infetti.

Danni e importanza economica in Italia: 

La malattia, endemica su tutto il territorio nazionale, ha assunto solo raramente rilevanza epidemica. I danni che induce sono imputabili alla completa perdita della spiga, con conseguente riduzione del numero di spighe che concorrono alla resa finale. In prove sperimentali i danni produttivi stimati sono stati dell'ordine del 3-­10%. Danni economici più rilevanti sono attribuibili alla malattia nell'attività sementiera. In questo caso, infatti, la presenza della malattia nei campi di riproduzione della semente comporta la mancata ammissione alla certificazione.

Ciclo vitale e modalità di diffusione: 

Dalle spighe infette si liberano le spore (teliospore) che, trasportate dall'aria, arrivano sulle spighe sane e durante l'apertura dei fiori penetrano all'interno degli stessi. L'infezione avviene dopo che l'ovario è stato fecondato. Le spore, una volta entrate all'interno del fiore, germinano sviluppando una lunga e sottile ifa che entra nel giovane ovario e colonizza i tessuti interni dell'embrione senza determinarne la morte.

Il proces­so infetti­vo è favo­rito da cielo co­perto, tempera­ture miti (15-22°C) e fre­quenti piogge.

Il fungo entra in quiescenza quando il seme raggiunge la maturazione, e tale rimane sino a quando non è posto a germinare. Durante la germinazione, il fungo riprende la crescita in modo sistematico all'interno della pianta e, quando si approssima la spigatura, il micelio colonizza la spiga e la converte in una massa di teliospore. Le piante infettate sono maggiormente sensibili al freddo invernale.

Condizioni favorevoli allo sviluppo della malattia: 

Il fungo sopravvive da una stagione all'altra esclusivamente come micelio dormiente all'interno dell'embrione dei semi infetti. La percentuale di infezione presente in una coltura di orzo dipende dal numero di semi infetti che, a loro volta, dipendono dalla percentuale d'infezione presente nella coltura che ha originato il seme (per il carbone volante si considera un rapporto di trasmissione seme infetto-pianta infetta pari a 1). Sono considerate condizioni favorevoli alla diffusione della malattia le semine in terreni caldi, che favoriscono una rapida emergenza delle piante, temperature miti e un'elevata umidità dell'aria e presenza di brezza all'antesi. Il periodo critico per l'infezione del nuovo seme va da 1 a 4 giorni dopo la fecondazione e l'apertura delle glumelle che, nell'orzo, è regolata da un fattore genetico semplice e rappresenta la condizione fondamentale per il successo della nuova infezione.