Marciume invernale (Typhula incarnata | Monographella nivalis) Avversità >>

Fonte: Malattie dei cereali a paglia - Regione Lombardia

Agente causale:

Typhula incarnata Lash ex Fries.

Organi della pianta colpiti: 

Radici, colletto e foglie basali.

Piante ospiti: 

Orzo e numerose graminacee foraggere.

Sintomi:

Si manifesta in campo a chiazze, ove sono evidenti forti ingiallimenti simili a quelli indotti dal virus del nanismo giallo. Da quest'ultimo si differenzia per l'epoca di comparsa (in genere a fine inverno-inizio primavera), e per la sintomatologia presente sulle piante colpite da Typhula incarnata che mostrano, sul colletto e sulle foglie basali in decomposizione, delle formazioni (sclerozi) molto simili al seme del trifoglio, di forma più o meno rotondeggiante, di colore prima chiaro poi rossiccio scuro e visibili ad occhio nudo.

Diagnosi: 

La malattia è di facile identificazione dopo l'infezione, per la comparsa della sintomatologia tipica e per la presenza sui tessuti in decomposizione dei caratteristici corpi fruttiferi, sclerozi.

Danni e importanza economica in Italia: 

La malattia endemica nelle aree settentrionali ha assunto rilevanza epidemica solo raramente. I danni che può causare sono equivalenti a quelli indotti dal mal del piede con mortalità invernale delle piante.

Ciclo vitale e modalità di diffusione: 

Il fungo vive nel terreno, dove sopravvive, durante i mesi estivi, sotto forma di sclerozi. Questi durante l'inverno, con scarsa luminosità, copertura nevosa e terreno non gelato, sono in grado di germinare e produrre un micelio. Il micelio può vivere come saprofita facoltativo e con condizioni favorevoli (temperature di 0-10°C ed elevata umidità del terreno) infettare le colture d'orzo. Il fungo può coesistere sullo stesso ospite con le fusariosi. La malattia è inibita dall'aumento della temperatura e della luminosità e dall'abbassamento dell'umidità del terreno.

Condizioni favorevoli allo sviluppo della malattia: 

La malattia è favorita dalla presenza di focolai d'infezione nel terreno, da prolungate coperture nevose, dall'azione del freddo, dall'elevata umidità del terreno e da elevati apporti azotati in autunno.