Oidio o Mal bianco dell'orzo (Blumeria graminis f. sp. hordei) Avversità >>

Fonte: Malattie dei cereali a paglia - Regione Lombardia

Agente causale:

Blumeria graminis f. sp. hordei (sin. Erysiphe graminis D.C. f.sp. hordei Marchal).

Organi della pianta colpiti: 

Guaina, lamina fogliare e spiga.

Piante ospite: 

Orzo.

Sintomi: 

Inizialmente compaiono minuscole aree clorotiche che si trasformano, nel giro di uno-due giorni, in pustole rotondeggianti ricoperte da una lanuggine bianca (micelio fungino e rami conidiofori) sulla lamina superiore della foglia. In condizioni di temperature elevate e bassa umidità, al centro della pustola può comparire un punto nero ad indicare la presenza del cleistotecio (corpo fruttifero del fungo destinato alla sua conservazione).

Nella parte sottostante (lamina inferiore), in corrispondenza dell'infezione, il tessuto si presenta decolorato. Le pustole possono confluire sino a ricoprire la quasi totalità della lamina fogliare. Una volta dispersi i conidi, le pustole, non più caratterizzate dalla presenza della lanuggine, assumono una colorazione giallastra-marrone con successiva necrosi del tessuto fogliare nell'area colpita.

Diagnosi: 

La malattia è di facile identificazione ad infezione avvenuta per la comparsa della sintomatologia tipica.

Danni e importanza economica in Italia: 

La presenza del fungo induce nella pianta:

  • la riduzione dell'attività fotosintetica e dell'assimilazione dei nutrienti,
  • l'aumento della respirazione e della traspirazione. Tutto ciò, in funzione della fase fenologica in cui si manifesta la malattia, si traduce in riduzione della crescita, dell'accestimento, della fertilità della spiga e della dimensione del seme. La malattia, che predilige i climi temperati e umidi, è diffusa su tutto il territorio nazionale e si manifesta principalmente al Centro-Nord durante la fase dalla levata, per raggiungere la massima diffusione e intensità nel periodo della spigatura. Al Sud, invece, la comparsa dell'oidio è più sporadica e limitata alle zone interne appenniniche, dove si può manifestare già durante la fase dell'accestimento. Nelle condizioni italiane, tuttavia, la malattia solo raramente riesce ad incidere negativamente sulla produttività dell'orzo.

Ciclo vitale e modalità di diffusione: 

L'infezione è causata dalle ascospore e dai conidi che sono in grado di germinare sulla superficie fogliare in assenza di acqua, ma in presenza di un elevata umidità dell'aria (85-95%) e con temperature comprese tra 1 e 30°C. La temperatura ottimale per lo sviluppo della malattia è però di 15-22 °C, mentre temperature superiori ai 25°C ne limitano lo sviluppo. Le spore germinano sviluppando un appressorio e austorio, che penetrano il primo strato di cellule dell'epidermide, e un micelio bianco che cresce superficialmente sulla lamina fogliare. Il micelio bianco sulla superficie fogliare sviluppa ascospore e conidi che, trasportati dall'aria, diffondono la malattia. Il fungo sverna sotto forma di corpi fruttiferi (cleistoteci) nei climi più freddi e più comunemente come ascospore e micelio sui residui colturali.

Condizioni favorevoli allo sviluppo della malattia:

Suscettibilità varietale e colture con apparato vegetativo rigoglioso, con limitata circolazione dell'aria in conseguenza di elevate densità di semina e di eccessi di apporti azotati. Nei climi freschi e umidi il non interramento dei residui colturali e rotazioni troppo strette possono favorire lo sviluppo dei primi focolai d'infezione.