LA STRUTTURA
Per struttura di un suolo si intende il modo in cui le sue particelle primarie si dispongono nello spazio a formare aggregati, mantenuti insieme da sostanze, dette cementi, e separati fra loro da superfici di rottura. La forma e la dimensione degli elementi strutturali identificano il tipo di struttura:
- A granuli singoli
- Massiva
- Glomerulare
- Poliedrica angolare
- Prismatica
- Colonnare
- Lamellare
Le dimensioni degli aggregati determinano la classe della struttura:
- molto fine (< 1 mm)
- fine (1-2 mm)
- media (2 – 5 mm)
- grossolana (5 – 10 mm)
- molto grossolana (> 10 mm)
Il grado di distinguibilità degli aggregati determina il grado della struttura:
- assente: aggregati non riconoscibili
- poco sviluppata: aggregati riconoscibili solo dall’osservazione dell’orizzonte scalzato
- mediamente sviluppata: aggregati ben riconoscibili già dall’osservazione dell’orizzonte
- molto sviluppata: aggregati ben riconoscibili dalla semplice osservazione dell’orizzonte.
Nella dinamica di formazione e distruzione della struttura sono coinvolte vicende biotiche, climatiche, pedogenetiche (nei suoli indisturbati), colturali e antropiche (nei suoli coltivati). Esempi di questi fattori sono:
- la tessitura
- il contenuto e la natura dei minerali argillosi
- il tipo e la concentrazione di cationi di scambio
- il contenuto di ossidi di ferro e di alluminio
- il contenuto di carbonati di calcio
- il contenuto ed il tipo di sostanza organica
- lavorazioni frequenti e profonde
- l’azione battente della pioggia
- i processi di inumidimento (rigonfiamento) ed essiccazione (contrazione)
- la composizione e l’attività delle comunità biotiche
La struttura influenza importanti parametri per la crescita delle piante:
- l'areazione
- la permeabilità
- la ritenzione idrica totale
- la crescita delle radici
- l’attività biologica
- la resistenza dei suoli all’erosione
POROSITA’
La porosità esprime il volume degli spazi vuoti del suolo (ripieni di aria e acqua) come rapporto percentuale sul volume totale. Si misura indirettamente a partire dalla densità assoluta e dalla densità apparente:
- Densità assoluta (o reale): è definita come la massa di un volume unitario di suolo (spazi vuoti esclusi). Si può misurare con un picnometro e si esprime in kg/dm3. Generalmente varia da 1 a 3 kg/dm3, a seconda della tessitura, della mineralogia delle particelle solide e del contenuto in sostanza organica.
- Densità apparente: è definita come la massa di un volume di suolo indisturbato (spazi vuoti compresi) prelevato con un cilindro ed essiccato a 105°C; si esprime in kg/dm3. La densità apparente varia da 0,8 a 2,0 kg/dm3, a seconda della tessitura e della struttura del suolo.
In funzione della porosità, i suoli possono essere così classificati:
- molto compatto: < 5%
- compatto: 5 - 10%
- moderatamente poroso: 10 - 25%
- poroso: 25 - 40%
- altamente poroso: > 40%
La porosità del suolo dipende dagli stessi fattori che controllano la struttura:
- tessitura,
- contenuto e natura dei cementi organici,
- profondità del profilo,
- cationi di scambio,
- calcare,
- ossidi di Ferro e Alluminio,
- forme di gestione,
- umidità del suolo,
- componente biotica.
La porosità ha effetti sui seguenti aspetti:
- il ricambio e la composizione dell'aria tellurica
- i movimenti dell'acqua e la capacità di ritenzione idrica
- la suscettibilità al ristagno o all'erosione
- la lavorabilità
- la crescita degli apparati radicali
- la mobilità degli elementi nutritivi e degli xenobiotici
- gli spostamenti della pedofauna e lo spazio biologico dell'edaphon
- i processi microbici (mineralizzazione della sostanza organica, nitrificazione, eccetera)
PERMEABILITA’
La permeabilità di un suolo indica il volume d’acqua che defluisce nell’unità di tempo da un volume noto di terreno. Essa dipende da: tessitura, struttura e porosità.
La conoscenza del valore di permeabilità risulta molto utile allo scopo di orientare le pratiche di irrigazione.
Ad esempio, se la permeabilità di un terreno è troppo alta, l’acqua non viene trattenuta e, quindi, le piante non riescono a soddisfare il loro fabbisogno idrico; inoltre, un’elevata permeabilità può favorire il dilavamento dei nutrienti solubili nell’acqua, determinando così un impoverimento del terreno.
pH
Per pH si intende una misura della concentrazione di idrogenioni (ioni H+) nella soluzione acquosa contenuta nel suolo.
In base al suo pH, il suolo può essere definito:
- Fortemente acido: 3 - 4,5
- Acido: 4,6 - 5,5
- Subacido: 5,6 - 6,5
- Neutro: 6,6 - 7,5
- Subalcalino: 7,6 - 8,5
- Alcalino: 8,6 - 9,5
- Fortemente alcalino: 9,6 - 10,5
Il suo valore generalmente è stabile, e varia da un minimo di 5,5 ad un massimo di 8,5. Variazioni del pH sono rare e possibili solo a seguito di forti e prolungati impatti ambientali, come ad esempio in seguito a precipitazioni atmosferiche acide.
Il pH influisce:
- sull’attività microbiologica: ad es. i batteri azotofissatori e nitrificanti prediligono pH subacidi-subalcalini, mentre gli attinomiceti prediligono pH neutri-subalcalini;
- sulla disponibilità di elementi minerali, in quanto ne condiziona la solubilità e quindi l’accumulo o la lisciviazione;
- sulla vitalità delle piante: in base ai valori di pH del suolo prediletti, le specie agrarie possono essere classificate come acidofile (prediligono suoli acidi), alcalofile (prediligono suoli alcalini) o neutrofile (prediligono suoli neutri).