Questi modelli hanno come principale obiettivo la previsione del rischio di comparsa o di sviluppo epidemico di una determinata malattia infettiva, per potere così adattare la strategia di intervento e razionalizzare la difesa di alcune colture.
Tutti i modelli previsionali messi a punto fino ad oggi fanno uso di informazioni di tipo climatico, biologico, agronomico e in funzione del tipo di costruzione e funzionamento essi si possono suddividere, secondo il tipo di approccio, in modelli globali e modelli analitici.
I modelli di tipo analitico scompongono il sistema in un insieme di singoli elementi che dovranno essere studiati separatamente (ad esempio le diverse fasi del ciclo infettivo di un patogeno fungino: infezione, incubazione, evasione, ecc.) e successivamente concatenati.
Esempi di questo genere possono essere i modelli utilizzati per la ticchiolatura del melo (A-SCAB), la cercospora della bietola (CERCOPRI - CERCODEP), ruggine (RUSTPRI - RUSTDEP) e oidio (POWPRI - POWDEP) del frumento, la peronospora della cipolla (ONIMIL).
I modelli di tipo globale al contrario considerano il sistema come un'unica entità, esaminando più da vicino il problema da risolvere nella sua globalità e ricercando una relazione diretta di causa ed effetto.
Il modello IPI utilizzato per la previsione della peronospora di patata e pomodoro è di questo tipo.
In generale i modelli previsionali possono simulare un determinato evento epidemico, ma contengono comunque alcuni limiti intrinseci dovuti al fatto che vi sono fattori altrettanto importanti che agiscono sull'incidenza ed evoluzione delle malattie (varietà, stadio di sviluppo, caratteristiche del terreno, ecc.) che i modelli non considerano.
Un altro limite è rappresentato dalla difficoltà di applicare i modelli previsionali in ambienti diversi da quelli nei quali sono stati messi a punto.
Ciò ha portato quindi a sfruttare i modelli previsionali sviluppati in Emilia-Romagna all'interno di Servizi di avvertimento su scala zonale nei quali i modelli non hanno lo scopo di individuare il momento esatto della comparsa delle malattie in campo, ma di definire un rischio globale, una tendenza regionale o locale.
Per arrivare a fornire agli agricoltori un consiglio preciso sulla necessità o meno di effettuare interventi contro determinate malattie, i modelli vengono integrati da altre informazioni ottenute tramite rilievi periodici dello stato fitosanitario della coltura su campi spia non trattati, che quindi possano manifestare con anticipo gli eventuali sintomi della malattia, oppure quantificando la presenza di spore fungine di alcuni funghi patogeni presenti nell'ambiente.
Si può citare la possibilità di utilizzare i dati a livello aziendale in caso di presenza di stazioni meteo aziendali. In questo caso i servizi potrebbero essere garantiti da strutture private.
CERCOPRI (CERCOspora PRimary Infection)
CERCODEP (CERCOspora Development of EPidemics)
Malattia: Cercosporiosi della barbabietola
Patogeno: Cercospora beticola Sacc.
DATI METEOROLOGICI UTILIZZATI
temperatura oraria (°C) pioggia (mm) umidità relativa (%)
INPUT
Ambientale:
T = temperatura oraria o media giornaliera dell’aria
RH = umidità relativa oraria o media giornaliera
R = precipitazioni orarie o giornaliere
Colturale:
Indice di resistenza varietale alla malattia (in classi da suscettibile a resistente) Data di comparsa dei primi sintomi della malattia
OUTPUT
Il modello previsionale utilizzato per razionalizzare i trattamenti anticercosporici è fondamentalmente composto di due parti. La prima, denominata CERCOPRI (CERCOspora PRimary Infection), è in grado di prevedere la comparsa dei primi sintomi in campo, la seconda, CERCODEP (CERCOspora Development of
EPidemics), permette di simulare lo sviluppo attuale delle epidemie e di prevederne l’andamento futuro, in modo da posizionare razionalmente il primo trattamento fungicida anticercosporico.
Come funziona CERCOPRI
Ad ogni stazione meteorologica vengono associati un certo numero di campi, in funzione della distanza da questa e dell’omogeneità delle condizioni epidemiologiche.
Usando i dati meteorologici, il modello calcola, giorno per giorno, la percentuale di campi di bietola infetti sul totale di quelli presenti nella zona: se alla stazione meteorologica sono associati 10 campi, un indice di valore 30 indica che la malattia è probabilmente già presente in 3 dei 10 campi (ossia il 30%).
Soglia di comparsa primi sintomi
Dal punto di vista applicativo, si considera che la malattia sia sicuramente presente in una zona facente riferimento ad una stazione meteorologica quando il modello segnala una frequenza di campi infetti uguale o superiore al 30%. È un modello che calcola, giornalmente a partire dal primo giorno dell’infezione, la percentuale di area fogliare ammalata sulle foglie di barbabietola da zucchero, ossia lo sviluppo nel tempo delle epidemie. Usando i dati meteorologici viene calcolato un tasso giornaliero che rappresenta il tasso di crescita della gravità di malattia, espresso come infezioni sia visibili (area necrotica) che latenti (il micelio si sviluppa nel tessuto fogliare senza che il tessuto stesso manifesti ancora sintomi di malattia).
Il modello simula l’andamento della malattia dal giorno di comparsa dei primi sintomi fino al giorno attuale (ultimo giorno per il quale sono disponibili i dati meteorologici); quindi, prevede l’andamento futuro, per un periodo di giorni pari alla durata del periodo di incubazione della malattia (circa 10 giorni).
A partire dal giorno di comparsa (rilevato in campo o calcolato con il modello CERCOPRI) il modello genera una curva di sviluppo della malattia per le cultivar di bietola Sensibili, Medio Sensibili, Medio Resistenti e Resistenti. Il modello é in grado di fornire una previsione dello sviluppo futuro della malattia per un numero di giorni pari all’ultimo periodo di incubazione.
La previsione é spiegata nell’esempio rappresentato in figura. La malattia compare il giorno 1° luglio ed i dati meteo sono disponibili fino all’11 luglio: la linea blu rappresenta l’andamento dell’infezione fino all’11 luglio, sia come area
fogliare ammalata visibile (indicata con 1) che come quantità di malattia latente all’interno del tessuto fogliare (indicata con 2). Il modello calcola la durata del periodo di incubazione (in questo caso di 8 giorni) e genera una previsione dell’aumento dell’area fogliare ammalata in base all’espressione sulla foglia dell’area fogliare latente che diventa man mano visibile (indicata con 1+2) (Fig. 1 e Tab. 1).
Tab. 1. Esempio di calcolo simulato dal modello previsionale con la previsione del giorno in cui le infezioni latenti compariranno in campo
Data | Area fogliare ammalata | Area fogliare latente | Incubazione | Giorno in cui l'area fogliare latente sarà visibile |
01-luglio | 0,2 | 0,1 | 8 | 09-luglio |
02-luglio | 0,25 | 0,3 | 8 | 10-luglio |
03-luglio | 0,3 | 0,2 | 10 | 13-luglio |
04-luglio | 0,32 | 0,3 | 8 | 12-luglio |
05-luglio | 0,34 | 0,4 | 8 | 13-luglio |
06-luglio | 0,5 | 0,5 | 8 | 14-luglio |
07-luglio | 0,58 | 0,4 | 8 | 15-luglio |
08-luglio | 0,64 | 0,7 | 7 | 15-luglio |
09-luglio | 0,68 | 0,3 | 8 | 17-luglio |
10-luglio | 0,75 | 0,5 | 8 | 18-luglio |
11-luglio | 0,84 | 0,4 | 8 | 19-luglio |
Giorni di previsione (pari all'ultimo periodo d'incubazione) | Area fogliare ammalata prevista | Aree fogliari latenti da sommare |
12-luglio | 0,84 | 0,3 |
13-luglio | 1,14 | 0,2 |
14-luglio | 1,74 | 0,5 |
15-luglio | 2,24 | 0,4 |
16-luglio | 3,34 | - |
17-luglio | 3,34 | 0,3 |
18-luglio | 3,64 | 0,5 |
19-luglio | 4,14 | 0,4 |
Soglie di intervento adottate
Per l’uso del modello CERCODEP sono previste due soglie per l’inizio dei trattamenti:
Δ2: il trattamento viene consigliato quando l’incremento settimanale di area fogliare ammalata é compreso nell’intervallo 1.8 – 2.2 %. ( Tab. 2).
Questa soglia tiene conto del fatto che le epidemie si evolvono assai lentamente fino al momento in cui non si raggiunge tale soglia.
Tab. 2. Soglia di intervento pari al 2% di incremento settimanale di area fogliare ammalata simulato dal momento della prima comparsa
Data | AFA(1) | Data - 7 | AFA(2) | AFA(1)-AFA(2) |
17-luglio | 0,64 | 10-luglio | 0,2 | 0,44 |
18-luglio | 0,68 | 11-luglio | 0,25 | 0,43 |
19-luglio | 0,75 | 12-luglio | 0,3 | 0,45 |
20-luglio | 0,84 | 13-luglio | 0,32 | 0,52 |
21-luglio | 1,14 | 14-luglio | 0,34 | 0,8 |
22-luglio | 1,74 | 15-luglio | 0,5 | 1,24 |
23-luglio | 2,24 | 16-luglio | 0,58 | 1,66 |
24-luglio | 3,34 | 17-luglio | 0,64 | 2,7 |
25-luglio | 3,34 | 18-luglio | 0,68 | 2,66 |
26-luglio | 3,64 | 19-luglio | 0,75 | 2,89 |
In questo caso la soglia 1.8 – 2.2 % é oltrepassata tra il 23 ed il 24 luglio.
AFA (Area Fogliare Ammalata): il primo trattamento viene suggerito quando il valore di area fogliare ammalata è tra il 3.5 ed il 4.5%.
Questa ultima soglia si basa sul seguente criterio della soglia economica di danno. Tale soglia è pari al 10% dell’area fogliare ammalata, dato che al di sotto di tale valore i trattamenti con fungicidi non consentono incrementi produttivi.
Dato che è indispensabile effettuare il trattamento prima che la soglia economica di danno sia raggiunta, si ritiene opportuno intervenire quando la gravità totale della malattia (visibile più latente) è pari al 10%; ciò corrisponde ad un valore di area ammalata visibile pari a circa il 4%.
In altri termini, si tratta della percentuale di area fogliare ammalata visibile oggi che, sommate tutte le aree fogliari latenti dei giorni successivi fino al termine del periodo d’incubazione, darà un valore di area fogliare visibile pari al 10% (Fig. 3).
Utilizzando il modello ed effettuando un numero statisticamente sufficiente di simulazioni, si é verificato che un’area fogliare ammalata visibile pari al 4 % oggi si tradurrà, alla fine di un periodo d’incubazione medio pari a 11 giorni, in un’area fogliare ammalata pari al 10%, corrispondente ad un potenziale danno economico per la produzione. Cautelativamente il valore pari al 4% é stato trasformato in una forbice tra il 3.5 ed il 4.5 %, che di fatto costituisce il valore soglia adottato.
Purtroppo negli ultimi anni il valore aggiunto derivante dall'applicazione dei due modelli è stato penalizzato dal progressivo panorama delle caratteristiche delle varietà messa a disposizione dal mercato che è stato orientato verso una minore attenzione alla resistenza alla cercospora a favore di varietà più produttive e resistenti ai nematodi e alla rizoctonia.
IL MODELLO ONIMIL
Malattia: Peronospora della cipolla
Patogeno: Peronospora destructor
DATI METEOROLOGICI UTILIZZATI
Temperatura oraria (°C) Pioggia (mm) Umidità relativa (%)
INPUT
Ambientale:
T= temperatura oraria
RH= umidità relativa oraria
R= precipitazioni orarie o giornaliere
Colturale:
Data di emergenza della coltura
Eventuale presenza di inoculo primario come infezioni sporulanti o sporangi aerodiffusi
OUTPUT
- periodo nel quale la coltura diventa suscettibile
- giorno nel quale si verificano le infezioni
- livello di rischio per le infezioni
- periodo di comparsa dei sintomi
COME FUNZIONA
Il modello ONIMIL è stato messo a punto nel 1996 dall'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, nell'ambito del progetto "modelli previsionali" finanziato dal CRPV . E' stato validato sperimentalmente nelle diverse aree di produzione di cipolla della Regione Emilia-Romagna ed è utilizzato dal Servizio Fitosanitario per dare avvertimenti riguardo al rischio peronosporico (Battilani et al., 1996, 1998).
Il modello ONIMIL, con una cadenza di 12 ore (8.00 - 20.00: giorno; 20.00 - 8.00: notte), è in grado di verificare la possibilità che si realizzino infezioni e di indicare il periodo di probabile comparsa dei sintomi di malattia, in funzione delle condizioni meteorologiche.
Il modello elabora il tasso di produzione delle spore a partire dal micelio svernante considerato sempre presente nell'ambiente in funzione di quattro fattori: fotoperiodo, temperatura, umidità relativa e pioggia. Nel caso in cui non sussistano condizioni favorevoli, il valore di PSP viene posto pari a 0; viceversa il valore PSP viene calcolato in funzione della temperatura massima e minima, quando si verificano le ulteriori seguenti condizioni:
- temperatura media del giorno precedente: <= 24 °C oppure >27 °C, >28 °C, >29 °C rispettivamente per meno di 8, 4 o 2 ore
- temperatura media dalle ore 20.00 alle ore 08.00 compresa tra 4 °C e 24 °C
- nessun evento piovoso dopo le ore 01.00
- l'umidità relativa >=90% senza interruzione dalle ore 02.00 alle 06.00
Il tasso di dispersione (DIS) delle spore primarie (PRISPO) viene posto uguale a 1 in quanto si assume che durante la primavera e l'estate le condizioni climatiche della pianura padana siano caratterizzate da ampie escursioni di umidità che permettono ampiamente il rilascio degli sporangi e il loro deposito sulla vegetazione suscettibile.
Quando sussistono le condizioni notturne per la sporulazione, il modello verifica la situazione intercorrente tra le 08.00 e 20.00 per misurare il tasso di sopravvivenza (SUR) degli sporangi. Questo viene calcolato in funzione della temperatura e dell'umidità relativa solo in condizione di bassa radiazione solare, mentre nelle giornate soleggiate si applica un coefficiente di variazione. Se non si ha un periodo di bagnatura perdurante fino alle ore 09.00 con temperatura da 6 °C a 22 °C, o fino alle 10.00 con temperatura da 23 °C a 26 °C, si ritiene che non avvenga l'infezione (Fig. 4).
L'infezione viene considerata possibile quando la bagnatura fogliare è maggiore della bagnatura calcolata da un'apposita equazione.Il corrispondente valore di infezione (INF), rappresentato in rapporto al valore ottimale, viene calcolato sulla base della percentuale di sporangi in grado di germinare alle diverse condizioni di temperatura e bagnatura.
Una volta considerata avvenuta l'infezione, viene valutato l'accrescimento del micelio nei tessuti fogliari (INVMYV), il tasso di invasione (INV) e il grado di sporulazione (INFMYC). Il valore di INV dipende dal periodo di latenza (LP) che varia da 7 a 14 giorni.
I valori di sporulazione (PSP), sopravvivenza (SUR) e infezione (INF) consentono al modello di determinare il livello di infettività giornaliera di P. destructor.
La simulazione del modello risulta maggiormente precisa se a questa si abbinano le informazioni sia sulla presenza dell'inoculo primario, sia sullo stadio di crescita della coltura. In particolare quest'ultima informazione viene determinata elaborando a partire dalla data di emergenza della coltura le sommatorie termiche necessarie alla coltura per arrivare allo stadio fenologico di "5-6 foglie vere", periodo a partire dal quale questa risulta maggiormente sensibile alle infezioni peronosporiche.
Come si utilizza
A partire dalla data di emergenza della coltura, il modello elabora i dati di temperatura per arrivare a determinare il periodo in cui la coltura si approssima alla fase suscettibile di "5-6 foglie vere" in modo tale da allertare circa il pericolo di eventuali infezioni e dare avvio ad eventuali trattamenti di tipo preventivo.
A partire da tale momento il modello elabora i dati climatici e fornisce informazioni circa i momenti infettivi, la loro gravità e il periodo approssimativo di comparsa dei sintomi in campo. Queste informazioni potrebbero essere utilizzate da tecnici ed agricoltori per posizionare con maggiore efficacia i trattamenti antiperonosporici sia sistemici che di copertura prima della comparsa degli eventuali sintomi.
Il modello ONIMIL rappresenta pertanto un utile strumento per il controllo delle infezioni primarie di peronospora su cipolla primaverile. Il sistema di avvertimento in uso in Emilia-Romagna è fondato su tre parametri:
- monitoraggio dell'ospite: attraverso rilievi di campo o l'utilizzo di modelli di crescita
- inoculo primario: presenza accertata di cipolla a semina autunnale o da seme ovvero monitoraggio di sporangi di P. destructor mediante captaspore
- uso del modello ONIMIL per individuare le condizioni climatiche favorevoli per l'instaurarsi dell'infezione
IL MODELLO A-SCAB
Malattia: Ticchiolatura del melo
Patogeno: Venturia inaequalis (Cooke) Winter
INPUT
- temperatura oraria e giornaliera media (T°)
- bagnatura (h)
- pioggia (mm)
OUTPUT
- data di inizio rischio emissione ascospore
- percentuale di spore emesse ad ogni evento piovoso (D = differenza fra il valore di PAT (dose potenziale ascosporica) odierno e quello di PAT relativo all'emissione precedente)
- rischio di infezioni primarie
- durata incubazione della malattia
- data comparsa dei sintomi
Come funziona A-SCAB
Il modello stima il livello di rischio di infezione primaria calcolando lo sviluppo pseudoteci (Fig. 5)e l'emissione delle ascospore (Fig. 6).
Successivamente, ad ogni rilascio ascosporico, viene calcolato un indice di rischio infettivo, e il necessario periodo di incubazione che deve intercorrere prima della comparsa dei sintomi.
FASE 1 : RISCHIO ASCOSPORICO
I livelli di rischio di emissione di ascospore stimati sono 3:
- rischio assente - le ascospore non sono ancora mature
- rischio reale - le ascospore possono essere rilasciate ogni qualvolta si verificano eventi piovosi
- rischio esaurito - le ascospore sono state tutte rilasciate
Ciascun livello di rischio viene calcolato mediante due modelli matematici basati su parametri meteorologici.
Un primo modello, elaborato da James e Sutton nel 1982 e successivamente modificato da Mancini nel 1984 per adattarlo alle condizioni climatiche del Nord-Italia, stima lo sviluppo degli pseudoteci svernanti e la maturazione delle ascospore. Lo sviluppo degli pseudoteci (ST) viene calcolato in funzione della temperatura media dell'aria, e dal deficit di pressione idrico (calcolato indirettamente in base a umidità relativa e temperatura). In pratica il modello descrive, a partire dal 1° febbraio, l'influenza della temperatura sullo sviluppo degli pseudoteci quando l'umidità della lettiera di foglie infette cadute a terra non limita lo sviluppo fungino e, allo stesso tempo, tiene conto dell'effetto limitante della siccità sullo sviluppo degli pseudoteci.
Il secondo modello stima la proporzione di ascospore mature e pronte per essere rilasciate ad ogni evento piovoso. In tale modello una curva matematica logistica descrive la relazione che esiste tra la percentuale di ascospore emesse e i GradiGiorno accumulati. Anche in questo caso le variabili climatiche sono rappresentate dalla temperatura e dalla bagnatura: le unità termiche vengono accumulate solo quando la temperatura è superiore a 0° e le foglie risultano bagnate.
Rischio Assente
Il rischio di emissione ascosporica è assente quando PAT < 0,016.
Rischio Reale e Presente
Il rischio diventa presente quando il valore di PAT>= 0.016; le ascospore quindi sono mature e pronte per essere rilasciate. Il rischio da presente diventa reale quando le ascospore sono liberate dagli pseudoteci, quando cioè si verifica un evento piovoso anche se di pochi mm. La percentuale di ascospore rilasciate ad ogni evento viene calcolato usando il valore di PAT stimato dal modello in corrispondenza dell'evento piovoso, sottraendo la percentuale del PAT accumulata al rilascio precedente.
Rischio Esaurito
Si entra in questa fase quando il valore di PAT>=0.99; In pratica tutto il potenziale di inoculo del patogeno è stato rilasciato nel frutteto e non vi sono più ascospore mature in grado di dare origine ad infezioni primarie. In questo caso, se non vi sono infezioni di ticchiolatura in atto nel frutteto.
FASE 2: RISCHIO DI INFEZIONE PRIMARIA
Il modello previsionale A-SCAB calcola ad ogni rilascio ascosporico la probabilità di infezione tenendo conto della quantità di ascospore rilasciate, dalla infettività (cioè dalla capacità di queste di germinare e causare infezione) e dalla quantità di tessuto vegetale suscettibile disponibile (calcolato in base ad un sotto modello di accrescimento fogliare) (Fig. 7), e infine dalla temperatura e dalla durata del periodo di bagnatura (Fig. 8).
Come si utilizza A-SCAB
Il modello è in grado di determinare il PAT (Dose Potenziale Ascosporica) giornaliero e i vari livelli di rischio di rilascio ascosporico.
Modelli POWPRI
Malattia: oidio del frumento
Patogeno: Erysiphe graminis f. sp. tritici
INPUT
- temperatura oraria (°C)
- umidità relativa oraria (%)
- precipitazione oraria (mm)
- bagnatura fogliare oraria (min)
OUTPUT
Determina la pressione infettiva del patogeno nel corso dell’annata.
COME FUNZIONA
È composto da sottomodelli che simulano le diverse fasi del ciclo biologico di Erysiphe graminis f.sp. tritici i cui elementi considerati nell’insieme arrivano a simulare la pressione infettiva del patogeno e il suo rischio infettivo (Fig. 9):
- sporulazione
- infezione
- tasso di crescita delle pustole
- incubazione e latenza
- infettività
IL MODELLO RUSTPRI
Malattia: ruggine bruna del frumento
Patogeno: Puccinia recondita f. sp. tritici
INPUT
- temperatura oraria (°C)
- umidità relativa oraria (%)
- precipitazione oraria (mm)
- bagnatura fogliare oraria (h)
OUTPUT
Pressione infettiva del patogeno
COME FUNZIONA
Il modello simula in modo soddisfacente il verificarsi delle infezioni primarie di ruggine.
Consente di determinare la pressione infettiva in funzione della percentuale di uredospore che può infettare le foglie (Fig. 10)
IL MODELLO YELDEP
Malattia: ruggine gialla del frumento
Patogeno: Puccinia striiformis f. sp. tritici
INPUT
- temperatura oraria (°C)
- umidità relativa oraria (%)
- precipitazione oraria (mm)
- bagnatura fogliare oraria (h)
OUTPUT
Pressione infettiva del patogeno
COME FUNZIONA
Il modello simula in modo soddisfacente il verificarsi delle infezioni primarie di ruggine gialla.
Consente di determinare la pressione infettiva (Fig. 11) in funzione della percentuale di uredospore che può infettare le foglie.
IL MODELLO FHB-WHEAT
Malattia: fusariosi della spiga
Patogeno: Fusarium spp.
INPUT
- temperatura oraria (°C)
- umidità relativa oraria (%)
- precipitazione oraria (mm)
- bagnatura fogliare oraria (h)
OUTPUT
Rischio infettivo a 7 giorni
COME FUNZIONA
Il modello simula in modo soddisfacente il verificarsi delle infezioni di fusariosi della spiga a 7 giorni dalla sua comparsa in campo (Fig. 12),in funzione dei parametri meteorologici che simulano ogni evento del ciclo biologico del patogeno e del periodo di incubazione che impiega ogni evento infettivo.
IL MODELLO SEPTORIA
Malattia: Septoriosi
Patogeno: Stagonosporum nodorum (SN) & Septoria tritici (ST)
INPUT
- temperatura oraria (°C)
- umidità relativa oraria (%)
- precipitazione oraria (mm)
- bagnatura fogliare oraria (h)
OUTPUT
Pressione infettiva (Fig. 13)
COME FUNZIONA
Il modello, ancora in fase di validazione, simula il ciclo biologico dei due patogeni:
- la pressione infettiva invernale dei due patogeni (SN & ST) in funzione dei parametri meteorologici
- la dispersione (la percentuale di conidi ad ogni evento piovoso)
- l’infezione (SN & ST)
Il risultato finale è la determinazione della pressione infettiva nel corso dell’annata.
MODELLO COUGARBLIGHT
Malattia: Colpo di fuoco batterico Patogeno:
Patogeno: Erwinia amylovora (Burrill) Winslow et al.
DATI METEOROLOGICI UTILIZZATI
- Temperatura oraria (°C)
- Pioggia (mm)
INPUT
Ambientale:
T = temperatura oraria dell''aria
R = precipitazioni orarie o giornaliere
Colturale:
Data della presenza dei primi fiori aperti nel frutteto o nell'area
OUTPUT
Indice di Rischio Infettivo
Il modello fornisce indicazioni sul rischio di infezione fiorale di colpo di fuoco e pertanto va applicato a partire dalla presenza dei primi fiori aperti nel frutteto.
Il pericolo di colpo di fuoco varia da frutteto a frutteto e, nel tempo anche all'interno di ogni singolo impianto.
Per stimare il rischio di infezione fiorale durante tutto il periodo primaverile ed estivo, il modello COUGARBLIGHT considera i seguenti fattori:
- fioritura: Il numero potenziale di infezioni è fortemente influenzato dal numero di fiori presenti nel frutteto e dalle fioriture secondarie che si producono successivamente nel corso della stagione sulle varietà suscettibili. Le piante più giovani, quelle a maggiore vigoria e le varietà suscettibili sono ad alto rischio, dato che le infezioni possono causare danni estesi e strutturali alla pianta fino a portarla alla morte.
- storia recente del Colpo di Fuoco: Le contaminazioni batteriche dei fiori avvengono molto più rapidamente se vi sono cancri attivi nelle vicinanze. L'esperienza dimostra che il rischio di infezione aumenta se la malattia è comparsa recentemente nell'area, anche se il cancro è stato (apparentemente) rimosso. Si deve quindi tenere ben presente la storia recente della malattia nell'area attorno al proprio frutteto e utilizzare la soglia di rischio più appropriata.
- condizioni predisponenti il processo infettivo: Il batterio può vivere solo pochi giorni (3-5) sui fiori. Perché avvenga l'infezione è necessario che si verifichino condizioni di temperatura favorevoli alla moltiplicazione dei batteri sugli stigmi dei fiori di pero e melo. Questa crescita è dipendente dalla temperatura. Il modello stima il tasso di crescita delle colonie batteriche in base ai gradi-ora (G. O.) accumulati nelle giornate con temperature superiori ai 15.5°C (Tab. 7). La crescita stimata fa riferimento ad una specifica curva di crescita ottenuta in laboratorio. Temperature più elevate permettono al batterio di svilupparsi più rapidamente.
- La bagnatura dei fiori da sola non è in grado di provocare l'infezione, ma se le recenti temperature sono state in grado di favorire una rapida moltiplicazione batterica, la bagnatura diventa l'evento scatenante l'infezione fiorale. L'infezione è rara quando i G. O. totalizzati raggiungono una soglia "bassa" o "marginale", diventa invece probabile quando viene raggiunta o superata la soglia di "alto rischio". Gravi infezioni possono avvenire anche senza un apparente periodo predisponente se l'indice di rischio è vicino o supera la soglia di "rischio elevato".
VALUTAZIONE DEL RISCHIO
Il calcolo dei G. O. risulta più accurato se si prendono in considerazione le temperature orarie per le 96 ore precedenti alle 3 ore di bagnatura minima fiorale. Se non si dispone del dato termico rilevato da stazioni meteorologiche automatiche, si può calcolare il rischio di infezione fiorale impiegando i valori di temperatura massima e minima (i G. O. stimati con questo criterio possono variare approssimativamente del 10%) Tavola per la stima dei Gradi-ora giornalieri (Tab. 3).
Tab. 3 Esempio di simulazione di una infezione di colpo di fuoco
T. max. | T. min. | G.O. giornalieri | |
3 giorni prima | 21 | 9 | 28 |
2 giorni prima | 28 | 11 | 150 |
ieri | 28 | 8 | 129 |
Previsione Odierna | 25 | 10 | 94 |
Valore cumulato di 4 giorni: 401 - Fiori bagnati?
Il tecnico o l'agricoltore, a seconda della storia epidemiologica del frutteto o dell'area di coltivazione di sua conoscenza è in grado di valutare il grado di rischio infettivo a cui potrebbero essere esposte le piante e intensificare o meno i controlli per eliminare opportunamente gli organi infetti o i fiori secondari.
Se le previsioni sono accurate, è possibile determinare se i G. O. cumulati nei 4 giorni siano da considerarsi pericolosi (tab. 4).
Tabella 4. Colpo di fuoco batterico - Soglie di rischio relative ai G. O. cumulati di 4 giorni
SOGLIE DI RISCHIO RELATIVE AI G. O. CUMULATI DI 4 GIORNI
Livello di rischio | ||||
Presenza potenziale del patogeno | basso | medio | alto | estremo |
Nessun focolaio nell'area l'anno passato | 0 - 200 | 200 - 270 | 270 - 430 | > 430 |
Presenza di focolai nel frutteto o in quelli vicini l'anno passato | 0 - 110 | 110 - 200 | 200 - 270 | > 270 |
Cancri al momento attivi nel frutteto o in quelli vicini | 0 - 30 | 30 - 110 | 110 - 200 | > 200 |
Le esperienze condotte in questi ultimi anni in Emilia-Romagna hanno evidenziato che nei nostri comprensori le condizioni climatiche spesso non sono favorevoli all'infezione nel periodo della fioritura primaria di pero, mentre lo possono essere in concomitanza di fioriture secondarie.
Nelle nostre condizioni climatiche la comparsa dei sintomi avviene circa 1-2 settimane dopo l’avvenuta infezione, mentre il periodo di incubazione per infezioni determinate da grandinate può arrivare ad essere di pochi giorni.
Condizioni predisponenti il processo infettivo: curva di crescita
Tab. 5. Modello Cougarblight- Tavola per la stima dei gradi-ora giornalieri
T. max giornaliera | Se la T. min. è <=9.40 | Se la T. min. è >=9.41 |
15.6 | 0 | 0 |
17 | 2 | 6 |
18 | 7 | 14 |
18.5 | 9 | 17 |
19 | 12 | 20 |
19.5 | 15 | 24 |
20 | 18 | 28 |
20.5 | 23 | 32 |
21 | 28 | 37 |
21.5 | 32 | 42 |
22 | 39 | 48 |
22.5 | 44 | 54 |
23 | 51 | 61 |
23.5 | 58 | 70 |
24 | 66 | 76 |
24.5 | 73 | 84 |
25 | 81 | 94 |
25.5 | 90 | 105 |
26 | 97 | 114 |
26.5 | 106 | 124 |
27 | 114 | 134 |
27.5 | 122 | 142 |
28 | 129 | 150 |
28.5 | 137 | 158 |
29 | 144 | 163 |
29.5 | 148 | 168 |
30 | 152 | 172 |
30.5 | 155 | 175 |
31 | 158 | 177 |
32.5 | 161 | 182 |
33 | 160 | 181 |
33.5 | 159 | 179 |
34 | 157 | 177 |
34.5 | 155 | 175 |
35 | 152 | 172 |
35.5 | 149 | 169 |
36 | 145 | 163 |
36.5 | 142 | 161 |
37 | 138 | 158 |
37.5 | 134 | 155 |
38 | 130 | 151 |
38.5 | 126 | 147 |
39 | 122 | 143 |
39.5 | 118 | 139 |
40 | 115 | 135 |
40.5 | - | 130 |
41 | - | 125 |
41.5 | - | 120 |
42 | - | 115 |
42.5 | - | 110 |
43 | - | 104 |
43.5 | - | 98 |
44 | - | 92 |
44.5 | - | 86 |
45 | - | 78 |
45.5 | - | 70 |
BSP-CAST (BROWN SPOT PEAR CAST)
Malattia: maculatura bruna del pero
Patogeno: Stemphylium vesicarium
DATI METEOROLOGICI UTILIZZATI
- Periodo di bagnatura (h)
- Temperatura oraria (°C)
INPUT
Ambientale:
T = Temperatura media del periodo di bagnatura
W = N° di ore di bagnatura giornaliera
Calcolato:
S = Indice di gravità della malattia giornaliero
R = Indice di rischio infettivo giornaliero
OUTPUT
CR = Indice di rischio infettivo cumulato
DESCRIZIONE
Premessa - Gli studi epidemiologici sulla maculatura bruna del pero cominciarono alla fine degli anni '80, sia in Spagna presso l''Università di Girona, sia in Italia, in particolare presso L'università di Bologna e il Servizio Fitosanitario della Regione Emilia-Romagna. In particolare i primi tentativi di modellizzare lo sviluppo del patogeno e di prevedere i periodi di rischio infettivo, sono stati compiuti adattando il modello denominato FAST. Tale modello previsionale fu messo a punto negli Stati Uniti e dedicato alla previsione del rischio di comparsa dell'Alternariosi del pomodoro causata da Alternaria solani. Sfortunatamente il tentativo sebbene permise di comprendere i fattori che influenzano maggiormente l'evento infettivo di S. vesicarium, non furono altrettanto validi nel prevedere con sufficiente accuratezza i momenti di rischio infettivo durante la stagione vegetativa. Sempre nei primi anni '90 negli Stati Uniti, si pervenne alla definizione dei parametri climatici di bagnatura fogliare e temperatura che erano alla base delle infezioni di Alternaria mali su melo. Fu anche sulla base di questi risultati che in Spagna, sono quindi stati determinati i periodi ininterrotti di bagnatura fogliare e i valori di temperatura durante tale periodo, che erano in grado di dare avvio al processo infettivo.
Attraverso sia prove di laboratorio che di campo, nelle quali tali parametri climatici venivano correlati al grado di gravità della malattia, si è arrivati alla determinazione dei valori ottimali per l'infezione di foglie e frutti di pero suscettibili (Fig. 13) e successivamente a definire le classi di gravità potenziale di malattia stimata in funzione dei parametri climatici (Fig. 14).
BSP-Cast è un modello di tipo empirico in grado di determinare quando le condizioni ambientali risultano favorevoli per le infezioni di pero da parte di S.vesicarium e per lo sviluppo della malattia.
Il modello elabora i dati di input di durata di bagnatura fogliare (W) e di temperatura media durante tale periodo (T) a partire dalle ore 08.00 fino alle ore 08.00 del giorno successivo, e restituisce un valore di gravità della malattia secondo l'equazione
log10(S)=f(T,W)
Tale valore viene diviso per il valore di gravità massimo ottenibile ai valori ottimali di bagnatura e temperatura (pari a 3.7942), restituendo quindi un indice di rischio (R) che varia da 0 a 1.
Indice di rischio (R) = S/3.7942
Il CR, ovvero l'indice di rischio cumulato, viene calcolato totalizzando i valori R degli ultimi 3 giorni. Tale indice così ottenuto, viene di fatto utilizzato come soglia di intervento per i trattamenti fungicidi consigliati. I parametri R e CR vengono calcolati giornalmente (Fig. 15).Il momento più opportuno per iniziare la consultazione ricade ovviamente nel periodo di aprile - maggio in cui le piante cominciano ad essere maggiormente suscettibili alla malattia.
Il modello BSPCast può risultare utile non tanto per determinare il momento più opportuno di effettuare un eventuale trattamento, bensì per evidenziare i periodi a basso rischio e quindi aumentare l'intervallo tra un trattamento e il successivo.
Soglia di intervento
Le soglie di intervento migliori, in grado quindi di ridurre il numero di trattamenti mantenendo al contempo inalterata la resa produttiva, oscillano tra il valore 0.4 e 0.5 sia quando sono state applicate in prove parcellari che a livello aziendale. La soglia pari a 0.6 risulta dare buoni risultati in presenza di bassa pressione della malattia. Il Servizio di Avvertimento della Regione Emilia-Romagna, a seguito delle sperimentazioni effettuate nel territorio regionale, utilizza la soglia 0.5.
VALIDAZIONE
Il modello previsionale elaborato sulla base di questi parametri è stato validato sia in Italia che in Spagna nel biennio 1993-1994 (Montesinos et al, 1995). Ulteriori validazioni sono state effettuate in Italia e in Spagna in complessive 11 sperimentazioni dal 1995 al 1997 (Llorente et al, 2000).
LIMITI
Il maggiore limite del modello è rappresentato dalla mancanza di efficaci p.a. curativi contro la maculatura bruna. Ciò nostante le prove sperimentali hanno dimostrato l'efficacia dell'utilizzo del modello previsionale con le s.a. oggi disponibili.
I MODELLI IPI E MISP
Malattia: peronospora della patata e del pomodoro
Patogeno: Phytophthora infestans
INPUT
- temperatura oraria (°C)
- umidità relativa oraria (%)
- precipitazione oraria (mm)
OUTPUT
Periodi cruciali per lo sviluppo epidemico: esecuzione dei trattamenti successivi al primo su patata.
Per prevedere la comparsa e l'evoluzione di infezioni di peronospora su patata e pomodoro, in Emilia-Romagna vengono impiegati questi due modelli a base climatica.
Il modello IPI stabilisce se e quando dare inizio ai trattamenti antiperonosporici, sulla base di paramentri climatici. E' stato messo a punto nel 1990 per l'Emilia-Romagna dal Servizio fitosanitario regionale e viene integrato dal Modello MISP (Main Infection and Sporulation Period) elaborato in Svizzera, che fornisce indicazioni sui successivi momenti infettivi.
MODELLO IPI
Il modello IPI (Indice Potenziale Infettivo) valuta la probabile evoluzione nel tempo del potenziale infettivo di Phytophthora infestans nell'ambiente.
È un modello "a prognosi negativa", in quanto non indica con precisione la data di comparsa della malattia, ma individua un periodo di tempo in cui è improbabile la manifestazione della malattia in campo e di conseguenza inutili eventuali trattamenti.
INPUT
- data di emergenza o trapianto della coltura
- temperatura minima, media e massima giornaliera (°C)
- umidità relativa media giornaliera (%)
- precipitazione totale giornaliera (mm)
OUTPUT
- indice di rischio potenziale giornaliero cumulato
- data di superamento della soglia di alto rischio: esecuzione del primo trattamento su patata e pomodoro
COME FUNZIONA IPI
Si è cercato di tradurre le conoscenze sulla biologia del fungo in relazioni matematiche nelle quali i valori di temperatura, umidità relativa e pioggia sono stati trasformati in valori numerici che aumentano via via che il parametro considerato si avvicina ai valori ottimali per la crescita e la moltiplicazione del patogeno.
I valori minimi presi in considerazione dal modello sono:
- temperatura minima giornaliera > 7°C
- pioggia totale giornaliera 0.2 mm oppure U. R. media giornaliera 79%
Il modello è costituito da 3 diverse funzioni per i tre parametri climatici considerati. Ciascuna di queste dà un indice numerico che può variare da 0 ad 1 (T e U. R.) oppure da 0 a 3 (pioggia). Questi 3 indici vengono poi correlati tra loro per la determinazione di un indice giornaliero che misura l'incremento probabile della carica d'inoculo nell'ambiente per effetto dei fattori climatici utilizzati, secondo questa formula:
I.P.I.g = IT x IPg o IUR
Quando sia IPg sia IUR sono > 0, il modello tiene conto dell'indice di valore più elevato.
L'indice di rischio giornaliero viene progressivamente cumulato a partire dalla data di piena emergenza o di trapianto della coltura, fino ad arrivare ad una determinata soglia di rischio, corrispondente al valore IPI cumulato = 15 per il pomodoro e 10 per la patata. Il modello distingue due fasi: la prima a basso rischio epidemico comprende l'arco di tempo nel quale l'indice si mantiene al di sotto del valore soglia; la seconda ad alto rischio a seguito del superamento della soglia stessa (Fig. 16).
IL MODELLO PREVISIONALE MISP
Il modello MISP è stato messo a punto dalla Stazione di ricerca per l'Agroecologia e l'Agricoltura di Zurigo. Scopo del modello è individuare i momenti di sviluppo delle epidemie di peronospora della patata.
Il modello individua come giorno favorevole per il realizzarsi di un'infezione di peronospora un periodo di 24 ore con almeno 6 ore di pioggia, 6 ore consecutive con umidità relativa >90% e temperatura media >10°C. Successivamente viene calcolato il periodo di incubazione, secondo il metodo Schrödter & Ullrich del 1967, al termine del quale è atteso il manifestarsi dei sintomi di peronospora (Fig. 17 e Tab. 6).
INPUT
- temperatura oraria (°C)
- umidità relativa oraria (%)
- precipitazione oraria (mm)
OUTPUT
Periodi cruciali per lo sviluppo epidemico: esecuzione dei trattamenti successivi al primo su patata.
Tab. 6. Peronospora della patata e del pomodoro - Output tabellare del modello MISP
Data | MIPS | Ora Infezione | Termine incubazione |
18/05/2001 | 18/05/2001 | 20 | 25/05/2001 |
21/05/2001 | 21/05/2001 | 22 | 27/05/2001 |
24/05/2001 | 24/05/2001 | 10 | 28/05/2001 |
03/06/2001 | 03/06/2001 | 10 | 09/06/2001 |
18/06/2001 | 18/06/2001 | 24 | 23/06/2001 |
28/06/2001 | 28/06/2001 | 8 | 02/07/2001 |
20/07/2001 | 20/07/2001 | 12 | 24/07/2001 |
24/07/2001 | 24/07/2001 | 20 | 28/07/2001 |
29/07/2001 | 29/07/2001 | 4 | 01/08/2001 |
11/08/2001 | 11/08/2001 | 6 | 15/08/2001 |
31/08/2001 | 31/08/2001 | 20 | 98.12% |
04/09/2001 | 04/09/2001 | 23 | 32.25% |
05/09/2001 | 05/09/2001 | 4 | 29.25% |
Legenda: MISP: giorno teorico d'infezione
Termine Incubazione: fine del periodo di incubazione relativo a MISP
Quando i dati meteo non sono sufficienti a calcolare la fine del periodo d'incubazione, questo viene espresso in percentuale riferita all'ultima data disponibile.
Come si utilizzano i due modelli
A partire dalla data scelta come indicativa della fase di emergenza o trapianto della coltura, il modello IPI fornisce giornalmente un indice potenziale infettivo cumulato. Quando questo valore raggiunge la soglia di alto rischio viene data l'indicazione di eseguire il primo trattamento antiperonosporico.
Dal superamento della soglia IPI, si passa all'elaborazione dei dati meteorologici secondo il criterio MISP. Ogni volta che tale criterio segnala un giorno cruciale per lo sviluppo epidemico della malattia, questo viene considerato giorno teorico d'infezione. Cautelativamente vengono segnalati anche i periodi favorevoli con almeno 5 ore di pioggia, oltre a quelli con 6 ore come indicato dal criterio previsionale.
Come output del modello viene indicata anche la fine del periodo d'incubazione relativo ad ogni giorno teorico d'infezione. In base a queste informazioni, i tecnici possono valutare la scelta del fungicida più adatto per l'esecuzione del trattamento antiperonosporico.
MODELLO DOWGRAPRI
Malattia: peronospora della vite
Patogeno: Plasmopara viticola DESCRIZIONE
Modello di simulazione delle infezioni primarie di peronospora della vite
Il modello nasce dalla collaborazione fra i Servizi Fitosanitari di Emilia-Romagna e Piemonte, e le Università di Piacenza e Bologna. Il modello, utilizza dati orari di temperatura dell’aria, umidità relativa, pioggia e bagnatura fogliare per simulare il processi infettivi, dalla germinazione delle oospore, alla comparsa dei sintomi di peronospora, incluso l’intero processo germinativo, la sopravvivenza degli sporangi, il rilascio e la sopravvivenza delle zoospore, la loro dispersione e, infine l’infezione e l’incubazione.
Il modello si basa sul concetto fondamentale che la popolazione di P. viticola in un vigneto è composta da diverse famiglie di oospore che sono in fase di quiescenza. Queste, prima di germinare, devono superare un determinato e graduale periodo di latenza dopo il quale cominciano a germinare seguendo una distribuzione normale. Il processo di simulazione della germinazione prende avvio ad ogni evento piovoso in grado di bagnare la lettiera di foglie presente nel terreno del vigneto. La simulazione può essere interrotta in ogni fase del processo infettivo se le condizioni climatiche non sono favorevoli al fungo, come può completarsi sino alla comparsa dei sintomi sulla vegetazione.
In pratica il processo infettivo viene scomposto nelle seguenti fasi:
Superamento della latenza
fornisce una stima del momento in cui le prime famiglie di oospore raggiungono la maturazione fisiologica, superando il periodo di latenza, e sono quindi pronte a germinare. Il processo di germinazione dipende in questa fase dalla temperatura e dalla bagnatura della lettiera. L’indice che si produce viene accumulato fino al superamento di una determinata soglia, al di sopra della quale si considera conclusa la fase di latenza. Al momento, non risulta possibile quantificare con precisione l’abbondanza dell’inoculo iniziale e, quindi, la gravità relativa delle differenti infezioni primarie.
Germinazione delle oospore
Dopo il superamento della latenza, il modello considera che ogni evento piovoso capace di umettare la lettiera è in grado di innescare la germinazione di una famiglia di oospore. Ogni pioggia in questo periodo fa iniziare il processo di germinazione di ogni singola famiglia di oospore e la produzione del macrozoosporangio (Fig. 18 e 19).
Sopravvivenza dei macrozoosporangi
Il modello fornisce una stima della sopravvivenza dei macrozoosporangi in assenza di acqua, in rapporto alle condizioni di temperatura e umidità. Senza le condizioni climatiche idonee (temperatura ed umidità relativa elevata e la presenza di un velo d’acqua) i macrozoosporangi possono sopravvivere solo per un paio di giorni, poi muoiono.
Questa è un’indicazione di fondamentale importanza per individuare l’avvio di eventuali infezioni anche alcuni giorni dopo l’avvenuta germinazione delle oospore.
Rilascio e dispersione delle zoospore
Il modello simula il rilascio delle zoospore qualora il macrozoosporangio sia in presenza di una sufficiente bagnatura della lettiera di foglie. In questa fase le zoospore, molto delicate, nuotano nel film liquido e, qualora esposte a condizioni climatiche sfavorevoli (assenza di bagnatura), si devitalizzano. Tuttavia, se in questo periodo cade una pioggia si considera che questa sia in grado di veicolare con gli schizzi d’acqua le zoospore sulla vegetazione suscettibile.
Infezione e incubazione
Il modello simula il momento dell’infezione da parte delle zoospore, in funzione della combinazione di temperatura e durata della bagnatura fogliare. Durante questo periodo le zoospore nuotano verso le aperture stomatiche, si incistano e producono un tubetto germinativo in grado di penetrare attraverso gli stomi. Se la superficie fogliare si asciuga prima della penetrazione, le zoospore si devitalizzano (Fig. 20).
Alla fine del processo di incubazione, che varia nel tempo in funzione della temperatura e dell’umidità dell’aria, il modello segnala il probabile momento di inizio della comparsa dei sintomi nel vigneto (Fig. 22).
INPUT
- temperatura oraria (°C)
- umidità relativa oraria (%)
- precipitazione oraria (mm)
- bagnatura fogliare (h)
OUTPUT
Il modello fornisce come output grafici relativi alle famiglie di oospore in procinto di terminare il processo di germinazione e pertanto sono in procinto di disseminare le zoospore alla pioggia che potrebbe cadere nelle 48 ore successive. Nonché i periodi cruciali per lo sviluppo delle infezioni e la comparsa dei sintomi in campo. In fine, viene stimata la pressione infettiva della malattia incrociando i dati relativi alle infezioni e al loro periodo di incubazione (Fig. 21)
MODELLO POWGRAPRI
Malattia: Oidio della vite
Patogeno: Uncinula necator
Modello di simulazione delle infezioni primarie di oidio della vite
L’università Cattolica di Piacenza in collaborazione con il Servizio Fitosanitario della Regione Emilia-Romagna, nell’ambito di un progetto finalizzato alla realizzazione di modelli revisionali per le più importanti avversità crittogamiche della regione, ha messo a punto un modello meccanicistico in grado di simulare i processi infettivi primari dell’oidio.
Il modello, partendo da dati orari di temperatura, umidità relativa, pioggia, bagnatura fogliare e deficit di pressione di idrico (VPD) registrati dal primo giorno dell’anno, determina i giorni climaticamente favorevoli per la maturazione delle ascospore (Fig. 23).
La percentuale di ascospore liberate ad ogni evento piovoso utile, caratterizzato da piogge di almeno 2,5 mm con temperatura di almeno 10°C (secondo il modello Gadoury), viene calcolato in funzione dei giorni trascorsi dalla data di germogliamento della vite attraverso un sottomodello che accumula unità termiche sopra i 10°C a partire dal 1° gennaio. Ogni rilascio comprenderà una quota di ascospore decurtata della quantità di queste rilasciate in precedenza (Fig. 24).
Successivamente viene calcolato il tasso di germinazione e formazione dell’appressorio delle ascospore in funzione di temperatura e VPD e l’indice di infettività ascosporica sulla base del prodotto della proporzione di ascospore rilasciate con il tasso di germinazione. Tali fattori concorrono alla definizione del Rischio di infezione (Fig. 25). Infine il modello calcola il periodo di incubazione prima che le infezioni primarie si manifestino in campo (Fig. 26).
INPUT
- Temperatura oraria (°C)
- Umidità relativa oraria (%)
- Precipitazione oraria (mm)
- Bagnatura fogliare (h)
OUTPUT
- la percentuale di ascospore rilasciate ad ogni evento piovoso utile
- il valore del rischio della probabile infezione primaria
- il calcolo del periodo di incubazione al termine del quale possono compartire i primi sintomi di infezione primaria