Fonte: Rivista VVQ Vigne, Vini & Qualità - articolo a cura di
Cesare Intrieri, Ilaria Filippetti - Università degli Studi di Bologna
Luigi Bonato - Evoluzione Ambiente Studio Associato (Oderzo - TV)
La degemmazione delle viti in allevamento consiste nella rimozione delle gemme dormienti e delle sotto-gemme da alcuni nodi del legno di un anno, ed è una tecnica conosciuta da tempo e riportata in molti vecchi trattati di viticoltura, ma era stata completamente dimenticata ed è stata riproposta in modo sistematico solo a partire dagli anni '90 dall'Università di Bologna.
Gli scopi
La degemmazione costituisce una pratica importante nella potatura delle giovani viti, ed oggi è applicata sulla parte del tralcio destinata a formare il ceppo in quasi tutti gli impianti a parete semplice e anche sulle spalle dei sistemi a doppia cortina (G.D.C.).
Lo scopo è quello di impedire la crescita dei germogli indesiderati, concentrandoli invece nei punti necessari a completare la formazione scheletrica della pianta.
Una corretta degemmazione evita infatti nell'anno in corso, ma anche in quelli successivi, lo sviluppo dei germogli non ritenuti necessari.
Nei sistemi a cordone speronato e a cordone libero l'eliminazione delle gemme deve essere eseguita con particolare attenzione soprattutto nelle zone di curvatura della parte alta del fusto, dove i nuovi germogli prenderebbero il sopravvento su quelli che devono invece svilupparsi lungo il cordone per mantenerlo coperto in tutta la sua lunghezza: nel cordone speronato e nel cordone libero l'eliminazione dei germogli nella zona di curvatura ha quindi un forte significato fisiologico, che peraltro si aggiunge ad altre motivazioni di ordine pratico, tra cui il fatto che una regolare distribuzione dei germogli lungo il cordone facilita gli interventi di vendemmia e di potatura.
Considerando che in un'ottica moderna quasi tutti i nuovi impianti dovrebbero essere impostati per la meccanizzazione integrale, la degemmazione in fase di allevamento contribuisce anche ad abbattere i costi digestione per tutta la vita del vigneto, poiché consente di evitare la spollonatura manuale delle parti di pianta più difficili (ad es. quelle più alte del ceppo e quelle di curvatura), dove tale operazione è necessaria ogni arino e non può essere effettuata a macchina.
Nelle zone più basse del fusto (sotto il punto d'innesto fino a 50 cm da terra), la degemmazione potrebbe anche essere evitata, in quanto la spollonatura dei germogli che emergeranno da tali zone può essere meccanica o realizzata chimicamente.
Programmare per tempoPoiché l'intervallo di tempo per eseguire la degemmazione è relativamente limitato (30-40 giorni), è opportuno ricordare che tale pratica deve essere programmata e codificata in anticipo, specialmente per gli impianti di grandi dimensioni, in quanto per essere efficace e mantenere i suoi effetti negli anni successivi deve essere eseguita sul tralcio selezionato per la formazione del ceppo al momento stesso della sua piegatura sul filo portante, rimuovendo dai nodi le gemme non necessarie con un taglio tangenziale deciso e senza il timore di ferire profondamente la pianta. Le zone cambiali del tralcio, in attività, reagiscono infatti producendo un callo cicatriziale che in poco tempo chiude le aree necrotiche e rimargina l'incisione. |
Le epoche di intervento
Sotto il profilo tecnico, il periodo migliore per degemmare i tralci è compreso tra la fase di gemma gonfia e il germogliamento (in genere da metà marzo a fine aprile). A partire dalla fase di gemma gonfia le zone cambiali del tralcio, messe allo scoperto dalla degemmazione, reagiscono rapidamente, producendo un abbondante callo che isola le aree necrotiche della ferita e le chiude in modo permanente. La tecnica della degemmazione è infatti un intervento in verde su piante in attività vegetativa, e ciò comporta che dopo alcuni anni il punto di incisione esterno non sia quasi più visibile e l'area necrotica interna dovuta al vecchio taglio rimanga circoscritta alla sola zona nodale. Qualora per vari motivi non sia possibile completare la degemmazione nel periodo ottimale, si può intervenire anche dopo il germogliamento, quando i nuovi getti sono ancora di lunghezza ridotta (5-10 cm) e comunque prima che inizino il loro processo di lignificazione basale.
Mezzi e modalità di degemmazione
Per ottenere i migliori risultati nella eliminazione delle gemme ed anche dei giovani germogli, la Cattedra di Viticoltura dell'Università di Bologna ha proposto di realizzare forbici specifiche, sagomate con lame curve (a cucchiaio). Queste forbici sono oggi prodotte in serie e possono essere impiegate senza problemi anche per la normale potatura dei tralci.
Rispetto alle forbici tradizionali, a lame piatte contrapposte o a lame più spesse che si incrociano, le forbici a lame curve hanno il vantaggio di poter essere usate con maggiore facilità per i tagli tangenziali molto radenti a livello dei nodi, in quanto la parte convessa del cucchiaio può raggiungere meglio le zone basali di corona delle gemme dormienti, eliminando anche gli apici secondari (sottogemme, o gemme di sostituzione) che, come dice il nome, se non vengono rimossi tendono a svilupparsi sostituendo gli apici principali.
Sui nodi dei tralci di scarso o medio vigore, un unico taglio con le forbici a lame curve può essere sufficiente ad eliminare in profondità la parte basale dei meristemi gemmari anche nel caso in cui siano presenti le femminelle; se i tralci e le femminelle sono di maggiori dimensioni è però sempre meglio eseguire due tagli tangenziali inclinati anche con le forbici a lame curve, per essere sicuri di asportare completamente le zone di corona. Nei tessuti meristematici più profondi restano comunque presenti, seppure allo stato embrionale, altri apici di terzo e di quarto ordine difficilmente eliminabili con il taglio (le cosiddette sotto-sottogemme), che in genere restano quiescenti per gli effetti di dominanza esercitati dalle gemme principali e secondarie e per la competizione con i germogli in crescita, ma possono dare origine a nuovi germogli se tali competizioni vengono eliminate. In termini operativi, le prove di pieno campo hanno dimostrato che le forbici a lame curve permettono di effettuare la degemmazione in maniera più agevole e veloce rispetto a quanto è possibile fare con le forbici a lame piatte contrapposte e con quelle a lame che si incrociano.
Con le forbici a lame piatte è sempre consigliabile eliminare le gemme con due tagli obliqui, specie se sono presenti le femminelle, poiché un taglio singolo difficilmente è in grado di eliminare tutta la zona dei cercini basali con i rispettivi apici. Con le forbici a lame che si incrociano la degemmazione dovrebbe essere sempre effettuata con un taglio doppio anche in assenza di femminelle, e a maggior ragione se sono presenti tralci anticipati, perché lo spessore delle lame rende più difficile il loro appoggio alla base delle gemme principali e l'eliminazione delle sottogemme.
I tempi di lavoro
In termini di tempo e a seconda della forma d'allevamento, la degemmazione richiede mediamente 30 ore/ha (dalle 20 alle 40 ore/ha in funzione della porzione di legno interessata, della densità di impianto e del tipo di forbici utilizzato). Effettuando l'intervento sui tralci di un anno e nella fase fenologica corretta, l'operazione viene eseguita una sola volta per tutta la vita del vigneto e si risparmiano annualmente dalle 10 alle 25 ore/ha, cioè le ore che sarebbero necessarie ogni primavera per la spollonatura manuale della parte alta del tronco. Ogni anno possono comunque continuare a svilupparsi sulla parte bassa del ceppo i germogli provenienti dal punto di innesto o dalle gemme non eliminate nel periodo di allevamento, ma, come già ricordato, la spollonatura di questa zona può essere attuata meccanicamente o chimicamente, e può anche essere ripetuta durante la stagione vegetativa, con tempi di lavoro totali mediamente stimabili in 6 ore per ettaro. Nella viticoltura biologica, può essere importante degemmare anche la parte bassa del fusto delle giovani piante, per avere annualmente il minor numero possibile di germogli e diminuire le ore di lavoro manuali o meccaniche. È infine da notare che nel caso sia necessario rinnovare le viti effettuando drastici tagli di capitozzatura, l'aver degemmato il ceppo non impedisce l'emissione di nuovi germogli, perché la capitozzatura viene sempre effettuata sopra il punto di innesto, e i tessuti profondi dello stesso punto di innesto o delle zone nodali sovrastanti, privati della competizione con la parte area, sono stimolati a differenziare nuovi apici meristematici o a far sviluppare quelli di terzo o quarto odine che erano rimasti quiescenti in profondità.