Fonte: periodico "Terra e Vita"
Articolo a cura di Rocco Carrillo e Lorenzo Tosi
Alle Giornate Fitopatologiche di Chianciano il punto su un settore determinante per l'agricoltura del terzo millennio.
L'Unione Europea rimane uno dei principali utilizzatori e importatori di agrofarmaci, con un mercato che vale oltre 13 miliardi di dollari (dati Phillips McDougall 20171. Il peso dell'agricoltura del vecchio continente è però progressivamente ridimensionato dall'avanzata di altre aree produttive, Sud America su tutte. Nonostante le avverse condizioni climatiche dell'anno scorso, infatti, si è registrata una crescita del solo 5% nel mercato degli agrofarmaci rispetto all'anno precedente, seppur con marcate differenze tra gli Stati della "vecchia Europa" (Ue-15) e quella degli Stati membri"emergenti" di più recente adesione (Ue-13).
Nuove e vecchie tecnologie
Nell'ultimo decennio, la crescita del mercato UE-15 è stata la più bassa a livello mondiale, a causa della riduzione del reddito degli agricoltori, dovuto alla riduzione dei prezzi dei prodotti agricoli, alla riduzione del sostegno al reddito, e alla normativa sempre più stringente e della limitata diffusione delle colture ogm. I volumi dell'Ue-13 sono invece sostenuti principalmente dall'utilizzo di agrofarmaci di ormai vecchia tecnologia.
Pertanto l'interesse di mercato e, quindi, gli investimenti in Ricerca e Sviluppo di nuove molecole, si sta progressivamente spostando verso i mercati americani e asiatici. Il primato degli investimenti per il miglioramento genetico vegetale è detenuto dalle imprese statunitensi, mentre si afferma la leadership delle industrie chimiche asiatiche nel comparto Ricerca e Sviluppo degli agrofarmaci. Questo quanto emerso dal rapporto presentato da Matthew Phillips, consulente esperto nei mercati dei mezzi di produzione agricoli, in occasione della giornata di apertura delle Giornate Fitopatologiche.
La "maratona" di 3 giorni dedicata alla fitoiatria, tenutasi a Chianciano Terme (Si), è il momento di confronto e di discussione tra gli esperti della difesa delle piante, in un'ottica di divulgazione, organizzata in collaborazione con l'Associazione Italiana per la Protezione delle Piante (Aipp) con il patrocinio dell'Università di Bologna - Facoltà di Agraria, di Federchimica Agrofarma e International Biocontrol Manufacturers Association (IBMA). I dati presentati da Phillips hanno trovato riscontro nell'analisi condotta da Nomisma, società di studi economici.
Ambiente, società e reddito
Ersilia Di Tullio ha infatti presentato i risultati di una stakeholder consultation che ha coinvolto testimoni privilegiati delle istituzioni, del mondo universitario, delle imprese dei mezzi tecnici, della produzione agricola e della distribuzione con l'obiettivo di definire l'attuale ruolo della difesa fitosanitaria in agricoltura e le sue prospettive future.
«Per gli stakeholder - commenta Di Tullio - la difesa fitosanitaria segue oggi un approccio di sostenibilità ad ampio spettro. Nel rispetto del complesso corpus normativo vigente, gli obiettivi di garantire produzioni in grado di soddisfare le esigenze del mercato e la sostenibilità economica dell'impresa agricola sono, infatti, perseguiti minimizzando i rischi per l'ambiente e la salute umana».
La difesa diventa così la componente di un più ampio processo di "produzione sostenibile" in cui entrano in gioco anche i temi dell'uso razionale delle risorse naturali, la carbon footprint, il risparmio energetico, le tutele del lavoro, la gestione dei rifiuti e degli scarti, ecc. «In questa maniera la produzione agricola può essere differenziata ed acquisire valori etico-ambientali superiori, che oggi sono sempre più richiesti dal mercato: la difesa fitosanitaria sostenibile, grazie ad un ampio patrimonio di conoscenze scientifiche, utilizza in maniera razionale, consapevole ed efficiente strategie di prevenzione e strumenti e mezzi tecnici di sintesi e naturali, tradizionali o frutto dell'applicazione delle più recenti innovazioni». Un obiettivo, quello della sostenibilità, che accomuna, con strumenti diversi, tutti i metodi di produzione, dal convenzionale, all'integrato, al biologico.
Emergono però delle criticità nella comunicazione al consumatore: gran parte degli stakeholder ha infatti evidenziato come vi sia un'ampia percezione di elevate garanzie di sicurezza alimentare e attenzione all'ambiente nei confronti del prodotto biologico, cui viene conseguentemente riconosciuto un positivo differenziale di prezzo.
Tale percezione diviene invece più blanda quando si fa riferimento alla più ampia quota di produzione convenzionale o integrata, nonostante anche questi sistemi produttivi operino nello stretto rispetto di tutti i requisiti definiti dalle norme in vigore. In particolare è emersa con forza la difficoltà di far riconoscere al consumatore i plus della produzione integrata volontaria.
Determinato, a questo proposito, l'intervento di Agostino Brunelli, docente di Patologia Vegetale dell'Università di Bologna e "anima" delle Giornate FitoPatologiche : «Occorre recuperare la centralità della difesa sostenibile e, a tal proposito, c'è la necessità di proiettarci verso il futuro costruendo solide sinergie, come quella attivata con Aipp in occasione di queste "Giornate"».
Aipp e il fabbisogno di formazione
L'associazione Aipp, rappresentata dal Presidente Vittorio Rossi, è molto impegnata nel contribuire alla ricerca, all'insegnamento e alla formazione permanente nell'ambito fitoiatrico, alla promozione delle conoscenza
e del progresso dei mezzi e dei metodi per la difesa delle piante. «Aipp - spiega Rossi - ha predisposto un piano strategico per rafforzare il suo ruolo di think-tank, ossia di gruppo indipendente di esperti, Impegnato nell'analisi e nella soluzione dei problemi complessi che la protezione delle piante è chiamata ad affrontare in un ambito dinamico come quello della moderna agricoltura».
La forza dell'Aipp sta nella sua capacità di riunire le competenze e rappresentare le istanze di tutte le componenti del settore della protezione delle piante dall'accademia, alla ricerca pubblica e privata,ai servizi fitosanitari, ai consulenti e tecnici di campo, ai centri di saggio.
La Direttiva europea 1213/2009/EC, poi recepita dal Piano d'Azione Nazionale (PAN), ha individuato nell'IPM (Integrated Pest Management) e nell'agricoltura biologica gli strumenti per un uso sostenibile dei prodotti fitosanitari. Il tema centrale è quindi: quale è il contributo della protezione delle piante alla sostenibilità dei sistemi agricoli,tenendo conto degli aspetti economici, ambientali e sociali? È chiaro che l'intensificazione culturale sostenibile (Sustainable Intensification) ha un ruolo fondamentale per la sostenibilità economica delle aziende agricole per le loro performance reddituali e di generazione di valore aggiunto.
La sostenibilità sociale in questo percorso è comunemente intesa come la capacità di garantire condizioni di benessere umano, dal lavoro, alla sicurezza alimentare, alla salute, all'istruzione. Nell'ambito della protezione delle piante, ad esempio, è stato acquisito un corpo di conoscenze sugli aspetti riguardanti la salute di operatori agricoli, astanti, comunità rurali e consumatori (per la presenza di residui di prodotti fitosanitari), ma non altrettanto si può dire per quanto concerne gli altri aspetti. È indubbio, per esempio, che tutto quanto ruota attorno alla protezione delle piante abbia sviluppi positivi sull'occupazione, sia a livello agricolo sia nei settori della produzione dei mezzi tecnici e dei servizi. Per quanto concerne la salute, inoltre, da non sottovalutare il ruolo della difesa per il contenimento delle problematiche concernenti le micotossine. Un discorso analogo può essere fatto per la sostenibilità ambientale: se da un lato sono noti gli aspetti di criticità, dall'altro non esiste una conoscenza sufficientemente approfondita sui vantaggi della difesa per quanto riguarda la fornitura di servizi eco-sistemici.
L'avanguardia del biocontrollo
Sulla stessa linea Vittorio Veronelli presidente di Ibma che, in merito alla difesa biologica e alle innovazioni tecnologiche del comparto dichiara: «La protezione delle colture è in continua evoluzione, i mezzi "naturali", più spesso definiti mezzi di biocontrollo, rivestono un ruolo sempre più fondamentale nell'evoluzione della protezione delle colture. Questo è dovuto a molteplici fattori influenzati da nuove culture sociali e politiche, dalla richiesta di metodi e prodotti di protezione più sicuri, da fattori promozionali di mercato e di tendenza». Tali affermazioni, secondo Veronelli,trovano riscontro nel sempre maggiore interesse delle ricerche scientifiche e dell'innovazioni tecnologiche, che hanno apportato profondi cambiamenti nell'industria della protezione delle colture.
Tali cambiamenti si stanno riflettendo, seppur con maggior fatica, nel panorama legislativo, pertanto, si auspicano nuovi sviluppi della protezione delle colture e del biocontrollo.
Conclude Brunelli «Il focus sul mondo della difesa delle piante é tutt'altro che concluso, le Giornate Fitopatologiche 2018 danno il via ad un momento di confronto che proseguirà fino alla prossima edizione, attraverso momenti di discussione e diffusione post evento, che sfrutteranno le nuove tecnologie a disposizione, con particolare attenzione al sempre più presente mondo dei Social Network».