Fonte: periodico "Terra e Vita"
Articolo a cura di Simone Martarello
Irrigare e concimare le viti non è più un tabù e i risultati si vedono
Rese superiori del 28%, maggior qualità delle uve e quindi dei vini, riduzione fino al 30% della quantità di concimi somministrata e di conseguenza calo dei costi e minor impatto ambientale dei trattamenti. Sono gli effetti concreti di una gestione del vigneto fatta con pratiche agronomiche e tecnologie moderne, come la fertirrigazione di precisione, che permette di ottenere la massima efficacia dai concimi idrosolubili somministrati e ottimizzare l'apporto idrico.
L'idea che per produrre uve di qualità la vite debba soffrire appartiene al passato, ormai smentita e ribaltata dalle conoscenze più recenti, che dimostrano come tralci nutriti e idratati in maniera corretta offrano performance superiori. Anche le estati sempre più aride dovute al cambiamento climatico stanno contribuendo ad abbattere a colpi di piccone i totem di una conduzione agronomica ormai superata.
Nell'annata 2017 in molti areali solo l'irrigazione di soccorso ha consentito un risultato soddisfacente in termini di qualità, produzione e reddito. Inoltre, gli impianti a goccia aumentano la sostenibilità, perché permettono di risparmiare acqua ed elementi nutritivi.
I risultati preliminari delle prove con fertirrigazione condotte su un vitigno Barbera nell'azienda sperimentale Res Uva e gestita da Horta Srl alle pendici di Castell'Arquato (Pc), sono stati presentati nel corso di una giornata divulgativa svoltasi proprio sulle colline piacentine.
L'importanza della nutrizione
«Una vite in carenza di azoto avrà un'allegagione ridotta, uno scarso sviluppo vegetativo, sarà soggetta a clorosi e le uve avranno minori zuccheri e acidità e profumi meno intensi».
Parola di Tommaso Frioni del Dipartimento di Scienze delle produzioni vegetali (DiProVeS) dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, che ha aperto il ciclo di relazioni del DEMOday spiegando l'importanza di concimare in maniera corretta le viti.
Un eccesso di azoto, invece, potrebbe provocare lussureggiamento vegetativo, aumento della traspirazione, provocare suscettibilità alle malattie e aumento delle proteine. Inoltre, l'azoto non viene assorbito allo stesso modo dalla pianta in tutti i periodi dell'anno, perciò è fondamentale somministrarlo non solo nelle giuste dosi ma anche nei periodi corretti.
«Il picco si ha un mese dopo la fioritura — ha spiegato Frioni — poi c'è un calo netto in corrispondenza dell'invaiatura, quindi un secondo picco nel post raccolta».
Discorsi simili per gli altri elementi. Un deficit di fosforo provoca riduzione dell'apparato radicale, un ritardato accrescimento, scarsa lignificazione e quindi sensibilità aumentata al gelo invernale, ma anche un prolungamento del periodo vegetativo con riduzione del tenore zuccherino.
Il potassio, invece, agisce a favore dell'intero metabolismo della pianta e si concentra nei punti in cui avviene l'accrescimento o dove è maggiore la vitalità metabolica della vite. Favorisce l'aumento del grado zuccherino e la perfetta maturazione dei grappoli, migliorando la conservabilità, il profumo e l'aroma del vino, stimola la lignificazione. Il bisogno di potassio è maggiore in fioritura, all'invaiatura e alla maturazione.
Tramite analisi del suolo e fogliari combinate con altri parametri come il tipo di portinnesto e l'obiettivo enologico da raggiungere, é quindi possibile elaborare dei piani di concimazione precisi ed efficaci.
I vantaggi della fertirrigazione
Tutti gli elementi nutritivi possono essere assorbiti solo se disciolti in una soluzione circolante, quindi concimare un vigneto situato in un terreno carente di acqua non produrrà gli effetti attesi e gli elementi minerali andranno dispersi. Ecco perché la fertirrigazione rappresenta il metodo più efficace per fornire i nutrienti in una forma prontamente assimilabile.
«Con la fertirrigazione viene esaltata l'efficienza delle unità fertilizzanti distribuite-ha sottolineato Frioni - e si può attuare facilmente il frazionamento delle concimazioni, in particolare degli azotati, minimizzando il problema delle perdite e assecondando i tempi di assorbimento della coltura».
Inoltre la concimazione deve essere variabile nel tempo e nello spazio per adattarsi alla variabilità del terreno dove le viti crescono e alle diverse condizioni climatiche, consentendo ai viticoltori di produrre uve il più possibile omogenee per quantità e qualità.
Gli impianti
A seguire Davide Vercesi del Consorzio Agrario TerrePadane ha illustrato alcune caratteristiche che i vigneti moderni devono avere per ottenere il massimo in termini di produttività e qualità. Tra queste rimpianto di microirrigazione è essenziale.
«Il modo più efficiente, economico e versatile per la preparazione delle soluzioni nutritive concentrate è l'utilizzo di concimi idrosolubili in forma solida (cristalli o polveri) da miscelare utilizzando dei dissolver -ha detto Vercesi - contenitori con sistema di rimescolamento idraulico della soluzione».
L'iniezione diretta della soluzione dal dissolver necessita della presenza di una pompa integrata al dissolvevo di altri sistemi di iniezione (sistemi di iniezione Venturi, Anniad, elettriche, ecc).
Possono essere alimentati da motori elettrici (ad esempio motore elettrico indipendente a 380 volt trifase o 220 volt monofase, 50Hz, 0,37 KW), oppure da motoria scoppio 4 tempi benzina, che sostengono l'agitazione idraulica e l'eventuale iniezione della soluzione, nell'impianto o in altri contenitori di stoccaggio. La soluzione stabile preparata nel dissolver può essere iniettata direttamente in linea nel sistema irriguo o essere travasata e conservata in altri contenitori, per essere iniettata in seguito.
Risultati a Res Uvae
La sperimentazione condotta sul vigneto dell'azienda sperimentale Res Uvae di Castell'Arquato nel 2017 ha mostrato evidenti differenze tra una nutrizione tradizionale con concimi granulari e la fertirrigazione di precisione abbinata a un concime completo (NPK+Mg+S) granulare con una quota di azoto a cessione controllata.
Il vitigno è Barbera, il sesto d'impianto è Guyot, 2,4 metri per 1,3 con 3.205 piante per ettaro, il terreno è franco-limoso-argilloso. «La produzione lorda vendibile al netto dei costi dei concimi è risultata superiore ai 1.200 euro l'ettaro-afferma Mauro Schippa di Haifa Italia Srl, azienda specializzata nella nutrizione delle colture-la resa per pianta nelle parcelle fertirrigate è stata di 5,5 kg, contro i 4,3 di quelle concimate in maniera tradizionale».
Dal punto di vista quantitativo i grappoli delle viti fertirrigate sono risultati più pesanti (316 grammi contro 240); più compatti (31 grammi per centimetro contro 24,6); i rachidi più lunghi (10,2 cm contro 9,8). Per quanto riguarda la qualità, le uve fertirrigate avevano un grado Brix di 23,5 contro 20,9 l'acidità totolabile era di 9,6 grammi/litro contro 10,3; l'acido malico 1,3 grammi/litro contro 1,5. A livello economico, con la fertirrigazione le uve sono state valorizzate di 50 centesimi l'ettaro fino a 12 tonnellate e di 30 centesimi per la quota eccedente. Al netto dei concimi, la Plv della parte fertirrigata è stata di 7.289 euro/ha con un indice di efficienza pari a 103, contro 6.020 euro/ha e indice 59.
Il supporto di Horta
Per ottenere questi risultati è necessario un "assistente" in grado di elaborare una grande quantità di dati e tenere conto di molte variabili per poi fornire agli imprenditori agricoli le soluzioni più adatte alle diverse situazioni in modo preciso e rapido. Horta Srl, spin off dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, ha messo a punto "vite.net", un sistema di supporto alle decisioni (DSS) per la coltivazione della vite secondo i principi della viticoltura sostenibile, compresa la produzione integrata.
I supporti e gli allarmi forniti da vite.net sono riferiti a un'unita produttiva (UP) ossia a uno o più vigneti con caratteristiche varietali, di sesto e densità di impianto e condizioni di terreno che vengono gestiti in modo uniforme nel corso della stagione. Queste informazioni, insieme ai dati rilevati nel vigneto attraverso sensori o monitoraggi, costituiscono gli input per gli algoritmi operanti nel sistema.
Gli output di questi modelli,aggiornati di ora in ora, offrono informazioni su aspetti chiave della gestione del vigneto: la difesa dalle malattie fungine dagli insetti, la protezione assicurata dall'ultimo trattamento effettuato, lo sviluppo della pianta, gli stress termici e idrici. Un web tool specifico è dedicato alla nutrizione.