Le proprietà fisiche e idrogeologiche di un terriccio (parte 2)
Fonte: periodico "Fertilizzanti"
Articolo a cura di Laura Crippa laura.crippa@unimi.it
Articolo estratto dal volume "I substrati di coltivazione. Aspetti teorici ed applicativi di un fattore chiave delle produzioni in contenitore" Edagricole
Porosità totale
La porosità e l'equilibrata distribuzione delle dimensioni delle cavità che la costituiscono, sono le caratteristiche fisiche più importanti di un substrato e quindi più largamente discusse e investigate. Esse influenzano tutti gli aspetti della crescita delle piante in contenitore. Una porosità che garantisca alle radici scambi gassosi adeguati si riflette su un ottimale assorbimento di acqua e nutrienti.
La porosità totale è la differenza tra il volume del substrato e il volume occupato dalla materia solida, corrisponde quindi al volume che può essere occupato dall'acqua e dall'aria. Si ricava dall'equazione: Porosità totale = (1 - (Dapparente/Dreale )) x 100 e viene espressa come percentuale del volume come illustrato in Figura 1.
La porosità totale, dal punto di vista funzionale, viene suddivisa in porosità per l'aria e porosità per l'acqua (cfr. Figura 2). In relazione alle dimensioni delle cavità che la costituiscono, nella porosità si distinguono macropori e micropori, questi ultimi responsabili del trattenimento dell'acqua per fenomeni legati alla capillarità dopo l'allontanamento per drenaggio dell'acqua libera o gravitazionale.
Nei substrati i macropori, i pori cioè con diametro superiore a 300 μm, sono normalmente occupati dall'aria e risultano cruciali per gli scambi di O2 e CO2 (porosità libera o porosità per l'aria), i pori con diametro 60-300 μm trattengono l'acqua facilmente disponibile mentre quella contenuta nelle cavità di 30-60 μm costituisce la frazione più fortemente trattenuta (o acqua di riserva); infine nei pori con dimensioni comprese tra 0,2-30 μm è presente la quota di acqua indisponibile per le piante (Verdonck e Gabriels, 1992; Michiels et al., 1993).
La dimensione, la forma e la distribuzione spaziale dei solidi nel contenitore, ma anche le caratteristiche chimiche e fisiche delle particelle determinano la porosità totale e la sua ripartizione funzionale.
Molti materiali sono caratterizzati da porosità interna che può essere considerevole (torba di sfagno, vermiculite, cortecce di pino, fibra di cocco) o pressoché assente (sabbia); la porosità totale è quindi costituita da porosità interparticellare, ovvero gli spazi tra le particelle, e da porosità intraparticellare data dagli spazi interni.
La porosità interna può essere "aperta" oppure "chiusa", a seconda che i pori siano connessi o meno con l'ambiente esterno.
Nei pori chiusi l'aria è imprigionata nel materiale solido e, di conseguenza, non ha influenza sulle proprietà idrologiche. Tra i costituenti minerali dei substrati la perlite, ad esempio, possiede una notevole porosità chiusa mentre il tufo possiede quasi esclusivamente porosità interna aperta.
La porosità effettiva è perciò costituita dalla porosità totale meno la porosità occlusa e varia in funzione dei materiali. I substrati di coltivazione devono possedere una porosità molto più elevata rispetto a quella di un terreno agrario ideale (cfr. Tabella 1), tuttavia i pareri in merito sono molteplici, spaziando in un range di raccomandazioni che va dal 60% al 95%.
Nella Tabella 2 vengono riportati, a titolo di esempio, i valori di porosità totale riscontrati in torba di sfagno, il principale costituente dei substrati di coltivazione.
Tabella 1. Confronto della ripartizione ideale tra fase solida, liquida e gassosa (% volume) in terreni e substrati, modificato da Pardossi e Bibbiani (2004).
Terreno | Substrato | |
Fase solida | 50 | 10 |
Fase liquida | 25 - 30 | 60 |
Fase gassosa | 20 - 25 | 30 |
Tabella 2. Porosità totale in torba di sfagno a diverso gradi di decomposizione, modificato da Puustjärvi (2004).
Grado di decomposizione | Porosità |
Torba bionda | > 95 |
Torba bruna | 92 - 95 |
Torba umificata | < 92 |
Perché scambi gassosi, conduttività idraulica e capacità di ritenzione idrica siano adeguati, è necessaria una equilibrata distribuzione di macropori e micropori in funzione anche dell'altezza dei contenitori utilizzati.
In serra, con le frequenti irrigazioni, molta della porosità viene occupata dall'acqua.
Questo riduce la diffusione dei gas e può condurre a insufficiente aerazione, per questo motivo la capacità per l'aria è una caratteristica di rilevanza particolare, poiché l'apporto idrico può essere più facilmente modulato attraverso la frequenza degli adacquamenti.
Un'importante caratteristica della porosità di un substrato posto in contenitore è legata alla sua stabilità nel tempo. Variazioni di porosità totale e della ripartizione, nel corso della coltivazione, sono dovuti a numerosi fattori: la crescita delle radici che, penetrando nel substrato, riducono la dimensione dei pori occupandoli; la decomposizione della sostanza organica in materiali non perfettamente stabilizzati, che induce fenomeni di restringimento e riduzione granulometrica; la riduzione di dimensione delle particelle, per frantumazione di materiali fragili come la perlite; la migrazione nel contenitore delle particelle più fini verso il basso in seguito all'irrigazione.
Di questi fenomeni è necessario tenere conto, soprattutto nel caso di colture che si protraggono per lunghi periodi nel medesimo contenitore, utilizzando miscele e materiali che privilegino la porosità per l'aria.
Densità apparente e reale
La densità apparente, o massa volumica apparente, di un substrato è il peso secco dell'unità di volume occupato dal substrato stesso e viene espressa come g cm-3 o kg m-3.
Essa dipende: dalle densità dei singoli componenti, dalla relativa distribuzione spaziale, condizionata dalla forma e dalle dimensioni delle particelle; dalla suscettibilità alla compressione delle particelle, che è pressoché nulla nelle componenti minerali come la sabbia, e variabile nei materiali organici (vedi ad esempio le particelle spugnose di torba rispetto a quelle rigide di cortecce); dalle modalità di riempimento dei contenitori.
Per queste ragioni e per il fatto che il volume apparente varia per l'influenza del compattamento e della tensione matriciale, la determinazione analitica della densità apparente dei substrati deve essere effettuata dopo aver sottoposto i campioni a una preparazione preventiva, consistente nella loro saturazione idrica e successiva imposizione di una tensione di suzione pari a 1 kPa (o pF 1).
La densità apparente è inversamente proporzionale alla porosità totale: al crescere dell'una si ha una diminuzione dell'altra, come si può osservare nella figura 3 dove combinazioni diverse di torba e materiali minerali con densità apparenti tra 0,09-1,5 g cm-3 hanno fornito una buona correlazione negativa tra i due parametri.
Tabella 3. Densità apparente di materiali organici e minerali utilizzati nei substrati di coltivazione
Materiali | Densità apparente kg cm-3 | Fonte |
Torba di Sphagnum spp. | 72-112 | CPMA Canadian Peat Moss Association |
Torba di Hypnum spp. | 80-160 | www.peatmoss.com/hortprog1 |
Torba di Reed-sedge (bassa calcitazione) | 160-240 | www.peatmoss.com/hortprog1 |
Torba di Reed-sedge (alta calcitazione) | 160-288 | www.peatmoss.com/hortprog1 |
Torba decompostata | 160-641 | www.peatmoss.com/hortprog1 |
Cortecce di Pinus spp. 0,5 e 16 mm fresca | 290 | Bures, (1997) |
Cortecce di Pinus spp. 0,5 e 16 mm compostata | 370 | Bures, (1997) |
Cortecce | 150-180 | Bibbiani e Pardossi, (2004) |
Cortecce | 197 | Bos et al. (2003) |
Materiali | Densità apparente kg cm-3 |
Fonte |
Fibra di legno | 55-125 | Aendekerk et al. (2000) Bos at al., (2003) |
Cocco fibra | 40-70 | Cattivello, (2008) |
Cocco fibra | 63 | Bos at al., (2003) |
Cocco midollo | 70-80 | Cattivello, (2008) |
Cocco midollo | 100 | Bos at al., (2003) |
Lolla di riso intera | 123 | Bos at al., (2003) |
Sabbia | 1500-1600 | Bibbiani e Pardossi, (2004) |
Sabbia | 1498 | Landis, (1990) |
Pomice 1-8 mm | 431 | Bos at al., (2003) |
Pomice | 650-900 | Bibbiani e Pardossi, (2004) |
Perlite | 90-200 | Bibbiani e Pardossi, (2004) |
Perlite 1-8 mm | 142 | Bos, (2003) |
Perlite | 96 | Landis, (1990) |
Vermiculite | 108 | Landis, (1990) |
Materiali | Densità apparente Kg cm-3 |
Fonte |
Argilla espansa 8-16 mm | 489 | Bos, (2003) |
Lana di roccia | 100-200 | Bibbiani e Pardossi, (2004) |
Lana di roccia | 50 | Bos et al., (2003) |
Le componenti minerali hanno in genere densità apparenti elevate, comprese tra 1,0 e 1,9 g cm-3; inumidite possono contenere da 0,1 a 0,5 g cm-3 di acqua, corrispondenti a una massa umida di circa 1100-2400 kg m-3; i materiali organici, come torba, fibra di cocco e cortecce, hanno densità apparenti inferiori, comprese tra 0,05-0,2 g cm-3, possono ritenere quantità di acqua elevate in rapporto al peso unitario, pari a 0,3-0,5 g cm-3, che riportate a m3 raggiungono una massa umida di 350-800 kg (Bunt, 1988).
Le differenze di densità quindi fanno sì che miscele a base organica, anche inumidite, abbiano densità apparenti molto inferiori rispetto a quelle a base minerale, che le fanno di conseguenza preferire per la maggiore "maneggevolezza".
La "leggerezza" del mezzo di coltivazione, accanto agli indubbi vantaggi connessi alla minore fatica negli spostamenti e nelle manipolazioni e ai costi inferiori di trasporto delle piante, ha tuttavia aspetti negativi riguardanti la maggiore instabilità dei contenitori, specie quando vengono coltivate piante a ciclo lungo e di taglia elevata.
La densità reale o massa volumica reale è il rapporto tra il peso (massa) del materiale essiccato e il volume occupato dallo stesso, idealmente compresso così che non esistano spazi vuoti. Dal punto di vista pratico non ha alcun significato ma il dato viene utilizzato per calcolare la porosità totale. I materiali inorganici hanno una densità reale media di 2,65 g cm-3 (2,3-3,0) mentre quella dei materiali organici oscilla attorno a 1,65 g cm-3.