Marciume radicale lanoso (Rosellinia necatrix) Avversità >>

 

Agente patogeno: Rosellinia necatrix Berl. ex Prill.

 

È un ascomicete appartenente alla Famiglia delle Xylariaceae. La sua forma mitosporica è nota come Dematophora necatrix. Questo patogeno fungino è in grado di infettare numerose piante da frutto, forestali, ornamentali, e colture erbacee.

Cenni sulla malattia

Il fungo mitosporioco, D. necatrix, con il suo feltro micelico costituisce un insieme di ife brune serrate tra di loro alla base e aperte alla sommità (struttura definita ‘coremio’). Si tratta di un fungo che normalmente è presente nel terreno o sui residui radicali delle piante infette, dalle quali la sua diffusione avviene a macchia d’olio. La sua presenza è spesso legata a piante che si trovano in terreni tendenzialmente asfittici, argillosi, molto umidi e ricchi di sostanza organica.Le infezioni da parte delle rizomorfe da esso prodotte avviene attraverso la presenza di microferite oppure attraverso le parti apicali di giovani radichette.

 

Con il passare del tempo tali cordoni imbruniscono e differenziano sclerozi di colore nero di 2-5 mm. Questi ultimi rappresentano una forma di diffusione del patogeno, e propagazione della malattia alle piante vicine. La malattia può essere propagata anche ad opera di ascospore prodotte in specifici corpifruttiferi (periteci) differenziati dalla forma ascomicetica (R. necatrix) direttamente sui tessuti corticali morti. Il ritrovamento, in natura di tali corpifruttiferi è piuttosto rara.

Identificazione dei sintomi

Gli attacchi di questo fungo provocano nelle piante un progressivo deperimento che culmina nella morte delle piante. Nello specifico, i sintomi specifici consistono in imbrunimenti che interessano le radici più adulte, con distacco della corteccia decomposta e, sulle radici più giovani, nella presenza di ammassi di micelio biancastro di tipo fioccoso-lanoso, con sovrapposizione di un reticolo di cordoni miceliari (rizomorfe) biancastri  che si addentrano nel tessuto radicale.

 

Le piante affette da questo patogeno fungino si presentano improduttive in quanto destinate a morire nel giro di pochi giorni nei casi più gravi (apoplessia).

Fattori di rischio

  • Alternanza di coltivazione tra melo e vite.
  • Permanenza di residui radicali nel terreno dopo l'estirpazione.
  • Spostamento di terreno nelle zone soggette ad attacchi.
  • Situazioni di stress delle piante (ristagni idrici, siccità).

Misure agronomiche

  • Prima dell'allestimento di un nuovo impianto è necessario provvedere all'allontana­mento di ceppi radicali, radici e parti legnose. Non dovrebbero essere interrate.
  • Se il valore di pH è basso, procedere ad una calcitazione.
  • Allontanare dal frutteto le radici infette.
  • In fase di reimpianto "scambiare" grossolanamente il terreno.
  • Irrigare secondo il fabbisogno.
  • Presenza di sufficiente sostanza organica nel terreno.