Nanismo giallo dell'orzo (BYDV - barley yellow dwarf virus) Avversità >>

Fonte: Malattie dei cereali a paglia - Regione Lombardia

Agente causale: 

Il complesso del nanismo giallo dell'orzo = BYDV (barley yellow dwarf virus) fa parte della famiglia Luteo­virideae, virus con particelle di forma isoesaedrica del diametro di 25 nm. Le particelle virali sono costituite da un singolo filamento di RNA del peso molecolare di circa 2 milioni di dalton, incapsidato da una proteina globulare di circa 25.000 dalton. Il complesso, sulla base della organizzazione genomica, è distinto in Luteovirus e Polerovirus entro i quali le differenze sono dovute alla specificità della risposta sierologica e all'efficienza con cui le diverse specie di afidi vettori sono in grado di tra­smettere il virus (v. riquadro).

Genere Afide vettore
Luteovirus
BYDV-MAV Sitobion avenae
BYDV-PAV-P Sitobion avenae
BYDV-PAV-A Rhopalosiphum padi
Luteovirus?
BYDV-SGV Schizaphis graminum
BYDV-RMV Rhopalosiphum maidis
Polerovirus
CYDV-RPV Rhopalosiphum padi

Le foglie infettate assumono un aspetto più consistente e più eretto del normale. Tali ingiallimenti sono generalmente diffusi a chiazze quasi tondeggianti, distribuite casualmente nel campo oppure ai suoi bordi.

All'inizio della fase della levata, sono visibili le piante con il tipico aspetto a rosetta. Durante la levata le piante infette mostrano nanismo più o meno accentuato e, alla spigatura, sterilità totale o parziale della spiga.

Organi della pianta colpiti: 

Intera pianta.

Piante ospiti: 

Ha una gamma di ospiti molto ampia nell'ambito delle Poaceae e colpisce, ad esempio, orzo, frumenti, avena, mais, sorgo e tutte le graminacee foraggere e spontanee. Sintomi: gli ingiallimenti fogliari, nell'orzo, sono i primi sintomi caratteristici che compaiono durante l'accestimento, dopo un intervallo di tempo compreso tra 1 e 3 settimane dall'avvenuta infezione.

Gli ingiallimenti assumono un colore giallo oro intenso, si dif­fondono dalla punta verso la base della foglia e sono più ac­centuati sulle foglie più vecchie.

Diagnosi: 

La virosi in generale, per un esperto, è di facile identificazione al manifestarsi della sintomatologia tipica sulle foglie. La matematica certezza della identificazione delle diverse entità virali si può avere, tuttavia, solo attraverso analisi di laboratorio quali:

  • immunomicroscopiaelettronica (ISEM),
  • test immunoenzimatico (ELISA),
  • analisi del DNA mediante reazione polimerasica a catena (PCR).

Danni e importanza economica in Italia: 

Sono legati all'entità della diffusione in campo e dipendono dalla suscettibilità varietale e dall'andamento climatico invernale. I danni più gravi si hanno con le infezioni precoci allo stadio di plantula. In questo caso, infatti, il danneggiamento del sistema floematico risulta più grave, con significativi cambiamenti del funzionamento della pianta tra cui: riduzione della fotosintesi, incremento della respirazione e riduzione della traslocazione degli zuccheri e dei carboidrati dalle foglie. In alcune annate con inverno molto freddo si può avere la completa distruzione della coltura. In generale la presenza della malattia induce una maggiore sensibilità al freddo, con conseguente mortalità delle piante, un proliferare dell'accestimento e una riduzione dell'altezza (la taglia della pianta si riduce dal 20 all'80-90%), della fertilità della spiga e del peso del seme.

La malattia è diffusa, in modo endemico, in tutto il Centro Nord Italia, dove può insediarsi su tutte le graminacee coltivate e spontanee. Da questi focolai permanenti, quando le condizioni sono favorevoli alla proliferazione degli afidi vettori, la malattia assume carattere epidemico. Tale situazione è abbastanza frequente in diverse Regioni della Pianura padana come Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia. In queste Regioni i danni produttivi hanno assunto particolare rilievo in alcune annate, stimati tra il 30 e il 60%.

Ciclo vitale e modalità di diffusione: 

L'infezione della pianta avviene durante la suzione prolungata dell'afide vettore, che deposita in questo modo le particelle virali nelle cellule del floema, ove il virus si localizza e si replica portando, nelle varietà più suscettibili, alla completa occlusione dei vasi.

Gli afidi, nutrendosi sulla pianta, hanno contemporaneamente la possibilità sia di acquisire che di trasmettere nuove particelle virali infettando così nuove cellule del floema. Gli afidi sani acquisiscono il virus nutrendosi su piante infette per un periodo compreso tra i 30 minuti e le 48 ore. Essi sono in grado di ritrasmettere il virus a 12 ore dalla sua acquisizione. L'intensità e la diffusione della malattia non è proporzionale alla dimensione e alla durata dell'infestazione della coltura da parte degli afidi. Infatti, la gravità dell'infezione dipende dal grado di mobilità e dall'efficienza con cui gli afidi sono in grado di trasmettere il virus, dalla fonte da cui si è acquisita l'entità virale, dal grado di suscettibilità varietale e di invecchiamento dei tessuti vegetali, nonché dalle variabili climatiche quali temperature, radiazioni e umidità.

Condizioni favorevoliallo sviluppo della malattia:

Sono condizioni favorevoli:

  • temperature di 10-18°C ed elevata umidità dell'aria, che agevolano la moltiplicazione e la migrazione degli afidi,
  • le semine anticipate e la pronta emergenza,
  • l'uso di varietà suscettibili,
  • la vicinanza di colture ponte (e, mais, sorgo, prati di gra­minacee foraggere).